di Enzo Varricchio

Il volume di Martina Corgnati “Impressioniste. Mary Cassat, Marie Braquemond, Eva Gonzalès, Berthe Morisot”, per i tipi di Nomos edizioni (2018), cerca di portare nel cono di luce della storia quattro artiste semisconosciute al grande pubblico che pure contribuirono allo sviluppo del movimento artistico più famoso di ogni tempo, l’Impressionismo, tradizionalmente considerato un circolo di soli uomini e invece animato da straordinarie figure di artiste come Mary Cassatt, Marie Bracquemond, Eva Gonzalès e Berthe Morisot.

Il saggio si iscrive nel tentativo di riscoprire il contributo offerto dalle donne alla storia dell’arte in generale e in particolare in un’epoca che, al di là dell’atmosfera magica della Parigi fine Ottocento, mal tollerava che una signora rispettabile si dedicasse in modo professionale alla pittura, magari sacrificando la maternità e la famiglia.
Quella dell’Impressionismo fu una rivoluzione modernista anche nel costume della società borghese.

Come sosteneva Giuseppe Ardolino nel suo “Le impressioniste” del 2005, “Se seguiamo, dentro il fluire dell’arte europea, il filone della pittura realizzata da mani femminili, troviamo figure eccezionali di pittrici isolate, per lo più legate a un padre-maestro. Solo a partire dalla metà dell’Ottocento compare una compagine, un clima di pittura al femminile, mentre arretra il pregiudizio che il mestiere di pittore debba essere riservato agli uomini”.

 

 

 

MARTINA CORGNATI, curatrice e critica d’arte. è docente titolare di Storia dell’Arte all’Accademia di Brera di Milano. Ha scritto fra l’altro per ““Arte”, “Flash Art”, “Panorama”, “Anna”, “The Journal of Art”, “L’Indice”, “La Repubblica”, “Carnet Arte”, “Style” di cui è stata consulente di direzione. Attualmente è titolare della rubrica d’arte di “Chi”. Ha scritto, insieme a Francesco Poli, il Dizionario d’arte contemporanea (Feltrinelli, 1994) e il Dizionario dell’arte del Novecento (Bruno Mondadori, 2001); con lo stesso editore ha pubblicato Artiste (2004), dedicato alla ricerca artistica al femminile dall’impressionismo a oggi. Ha curato decine di mostre retrospettive dedicate a maestri delle avanguardie e neoavanguardie. Da molti anni si occupa del lavoro di artiste donne soprattutto nel Novecento e nell’arte contemporanea. Ha scritto la prima biografia di Meret Oppenheim. Afferrare la vita per la coda (Johan & Levi, 2014).

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