di Giulia Reina

Ho vissuto a Roma per ben otto anni, tempo abbastanza lungo per potermi definire una discreta conoscitrice dei locali della Capitale.
Il bello dei romani è che eludono le formalità, ti accolgono come uno di famiglia e ti trattano con una confidenza abbastanza estranea al resto del mondo (con qualche dovuta eccezione).
Una bella sera di settembre, per merito del mio più caro amico di infanzia, ho conosciuto i ragazzi di Cantina ’86.


Tre giovani imprenditori romani, tutti nati nel 1986, titolari di questo bistrò nel centro di Roma, a due passi dal Vaticano (e soprattutto a 5 minuti dallo studio legale dove lavoravo), in stile “cantina rilassata”, dove si beve (tanto e bene), si mangia (senza pietà) ma soprattutto si fa amicizia.


In un’atmosfera vintage ma mai scontata, Valerio, Emanuele e Claudio si prendono cura di ogni cliente, dispensando buon cibo, ottimi drink e storie di vita. Di fronte al bancone, si possono ammirare le testimonianze fotografiche di tutti coloro che hanno fatto tappa in questo locale unico, ormai punto di ritrovo per giovani (e non) provenienti da un po’ ovunque.


Ed il bello è proprio questo: per chi, come me, non vive più a Roma, tornare lì significa sentirsi a casa. E per quanto lunga può essere stata la tua assenza, nessuno si dimenticherà di te.
Proprio come in una famiglia.

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