Back to the 80’s. London calling
di Ezio Cirone frontman ZER80
London Calling
Poster, vinili, nastri e videoclip, nella nostra memoria giace questa nitida immagine, per chi li ha intensamente vissuti o solo per chi magari ha avuto la fortuna di sentirseli raccontare, erano gli anni 80.
Facciamo un salto a Londra, torniamo indietro nel tempo di circa quarant’anni, sentiamoci anche solo per un attimo cittadini di una metropoli subissata da un regime che, da una parte predicava costrizioni, ma dall’altra, di lì a poco, avrebbe creato delle icone, delle leggende musicali senza tempo.
Gli anni 80 londinesi così come in tutta la Gran Bretagna e sicuramente i più rappresentativi dell’intero pianeta, sono stati anni di grande ecletticità, questo dovuto alla caduta delle ideologie, dall’avanzata neoliberista e dalla crisi del sogno socialista.
Un paese in piena recessione, sindacati che mettevano in ginocchio l’intera nazione, disoccupazione giovanile, ed apparenti sogni infranti che hanno invece raccontato una favola moderna che resterà nella memoria di tutti.
La responsabile di tutto ciò?
Mi piace affermare che la vera ‘Punk’ rivoluzionaria sia stata dapprima Margaret Thatcher, la Lady di ferro, donna autoritaria e colpevole di uno stato sociale in piena regressione, ma quello che invece sfugge aldilà di ogni ideologia, è che la Thatcher invece, è stata la vera deus ex machina dell’ascesa delle grandi celebrità musicali di tutto il pianeta.
E’ grazie a lei se gli anni 70 sono diventati un piacevole ricordo frammentato. Gli anni 80 partiranno proprio da lì e segneranno il più straordinario decennio musicale di sempre… e non solo.
Un decennio delirante
Vedendo ciò con gli occhi di un disilluso e ribelle adolescente, la favola degli anni 80, sebbene la nostra memoria ne ricordi solo un lieto fine costellato da mille colori, è stata caratterizzata dal collasso individualistico.
Molte di quelle immagini iconografiche come lo stravagante e sinuoso New Romantic o il pungente ed ispido Punk, movimenti giovanili già presenti dopo la seconda metà degli anni 70, ci hanno fatto credere che nella Londra di quegli anni tutto fosse solo legato ad uno stile giovanile o alla libertà di espressione, certamente possiamo confermare anche questo status, ma molto spesso queste immagini erano semplicemente maschere di facciata che nascondevano un drammatico stato sociale.
Purtroppo gli anni ottanta sono stati anni mal raccontati e spesso banalizzati, ed ecco che nel bel mezzo tra i Duran Duran e gli Spandau Ballet, tra il Rum Runner di Birmingham e il Blitz di Londra, convivevano a stretto contatto l’Eroina e l’Aids, probabilmente sono state queste le vere novità del decennio, tragedie spesso rimosse dall’immaginario collettivo.
Non se ne parlava, come se ci fosse stata una sorta di vergogna sociale, e questo fa parte purtroppo dell’errata narrazione di quel decennio, che senza ombra di dubbio, con l’assenza di mezzi di comunicazione come quelli attuali, ha lasciato intendere che tutto fosse meraviglioso, ma la verità è che nessuno ha mai raccontato come sono andate davvero le cose.
E allora proviamo a staccarci dall’emozione e dalla nostalgia cercando di osservare pragmaticamente tutto lo scenario dall’esterno.
L’antagonismo dei movimenti sociali giovanili londinesi in che misura erano stato di disperazione o desiderio di libertà?
Ritengo che l’esasperazione del trasformismo e degli eccessi, siano stati il centro nevralgico per la massima espressione e per la libertà individuale, nonché collante per sentirsi uniti e non fuori dal coro, ma non posso trascendere dall’affermare che questa aggregazione antagonista, inebriata dalle magiche notti di uno stravagante party in stile, abbia aperto uno spiraglio, poi diventato una voragine nella quale quel teatro di rappresentazione si trasformò in parte in uno scenario di desolazione individuale.
Nonostante tutto, voglio concludere con l’incanto e la meraviglia, proprio così come vogliono le immagini impresse nella mia mente… un poster, vinili, nastri e videoclip.