Christmas Blues: anche la felicità è tradizione

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di Manuela Latrofa

Arrivano le festività natalizie e sembra ormai una convenzione e una tradizione sentirsi pronti ai festeggiamenti, felici, gioiosi e pieni di amore, circondati da luci e addobbi di ogni specie, canti e brindisi.

Eppure, proprio con l’arrivo del Natale, possiamo sentirci un po’ come Steven Tyler in Crazy —like a color blue…!
Accade in questo periodo dell’anno che si possano sperimentare emozioni contrastanti con questa OBBLIGATA FELICITA’.
C’è chi percepisce  tristezza, ansia, insonnia e anedonia ed anche un senso di inadeguatezza nel sentirsi in distonia con tutto questo festeggiare. Tali emozioni e stati d’animo sono così diffusi che anche la comunità scientifica si è impegnata nel definire questo mood natalizio, riconoscendo in esso una vera e propria sindrome, il cosiddetto Christmas Blues o depressione natalizia, ovvero quel senso di tristezza profonda che colpisce proprio durante il periodo natalizio.
Il Natale non rappresenta per tutti un periodo di gioia, anzi porta con sé numerosi stressors andando ad acuire sofferenza e malessere intrapsichico.
È un periodo in cui si incrementano gli incontri con familiari e conoscenti, nei quali è possibile scontrarsi con persone poco gradite o che attivano ricordi dolorosi; ci sono le corse agli acquisti alla ricerca di regali per tutti e il conseguente raffronto con le proprie eventuali difficoltà economiche. La routine si interrompe per lasciare spazio al tempo libero, da investire per lo più in famiglia e la possibilità di acutizzare la solitudine e la sofferenza in coloro che affrontano il dolore per l’assenza di una persona cara, non più presente nella propria vita; le ore di luce si riducono così come il rilascio di serotonina incidendo sul senso di tristezza. E, infine, si presenta la classica inclinazione a –tirare le somme– dell’anno appena trascorso con la possibilità di imbattersi in vissuti di insoddisfazione per traguardi non raggiunti o per una severa autocritica.
Ed ecco che si possono avvertire stanchezza frequente, anedonia, mal di testa, inappetenza, insonnia, forte tristezza, tutti sintomi di questo malessere.
Ma ci sono alcuni accorgimenti per non essere schiacciati dal BLUES e raggiungere un maggiore benessere.
Prima di tutto, riconoscere il proprio malessere, dandogli un valore e non fare buon viso a cattivo gioco, anche a se stessi. Accogliere ed accettare il fatto che non si è felici e che questo non significa essere sbagliati o inadeguati, ma semplicemente che c’è qualcosa che fa soffrire.
Nell’ascolto del proprio blues è possibile rintracciare alcune informazioni utili e qualcosa di importante per noi stessi, magari qualche bisogno inespresso ed esigenza, qualche dolore che ha bisogno ancora di un po’ di tempo e comprensione per fare il suo corso.
Accettarsi permette di alleggerire un po’ il proprio carico e lo stress relativo ad un’idea poco realistica e generalista relativa al DOVER ESSERE e al DOVER SENTIRE, ossia a quella pressione sociale o al severo giudice che abbiamo interiorizzato, che ci impone un solo modo di essere al mondo, come se la fragilità e la sofferenza fossero aspetti inumani che non abbiamo il diritto di provare… perché non sta bene!
Parlare del proprio malessere con qualcuno di cui fidarsi, in modo da non isolarsi nel proprio dolore e concedersi la riscoperta del piacere della condivisione e del supporto.
In seguito, è possibile scegliere di ridurre le situazioni e gli incontri che procurano malessere, imparando a dire di NO, dando valore al proprio sentire.
Strutturare meglio il proprio tempo libero, prepararsi in tempo all’acquisto dei regali magari pianificando i costi.
Dedicarsi del tempo rintracciando le attività arricchenti e rilassanti (sport, hobbies, percorsi benessere, passeggiate all’aperto…)
E, infine, ultimo ma non ultimo, coltivare l’esperienza del momento presente, del qui e ora, imparando a soffermarsi su ogni piccola cosa, partendo dal proprio corpo, dal proprio respiro e pian piano su ciò che è esterno a se, cercando di non cambiare nulla ma soltanto di osservarlo per quello che è.
Questa esperienza permette di sperimentare la bellezza dell’esserci ossia di vivere totalmente nell’unico momento che è possibile vivere, il momento presente.
Il periodo natalizio, a questo punto, potrebbe non essere solo un momento di crisi, piuttosto un momento di kairòs, un’opportunità da dedicarsi e farsi un regalo.

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