Manifesto del film Il Vangelo secondo Matteo di Pierpaolo Pasolini

 

 

di Enzo Varricchio

 

Natale è la più grande forma di rivoluzione, l’affermazione della vita contro la morte, Natale è un evento umano e divino al contempo che accade tutti i momenti in cui una nuova vita viene alla luce.

Natale è tutti i giorni dell’anno, Natale è ovunque, Natale è di tutti, primi fra tutti gli ultimi, gli emarginati, gli sfortunati, i profughi, i fuggitivi.

Il Vangelo è un’epopea degli umili, che mostra nella sua nuda durezza il sentimento religioso quale forza insopprimibile che s’agita nell’animo umano.

Così, ho pensato di accogliere il Natale di quest’anno ricordando il film Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini.

Perché il Vangelo di Pasolini? Ci sono varie ragioni.

La prima è che è mette in scena il Natale quotidiano, insegnandoci ad amare gli altri, lui comunista, anticlericale e omosessuale, osteggiato da destra e da sinistra, denunziato 26 volte ma riconosciuto dalla chiesa un regista capace di esprimere il senso del Vangelo come nessun altro.

La seconda: E’ l’opera cinematografica più bella sul Vangelo, capolavoro di un realismo non naturalistico che fece grande il cinema italiano del secondo dopoguerra.

Le scene di Giuseppe e dei Magi e della folla di bambini scorticati e sdentati che li segue per adorare il bambin Gesù toccano i nostri più profondi sentimenti. Mi ricordano la scena della morte della vergine di Caravaggio al Louvre, con la prostituta annegata nel Tevere a impersonare la madre di Gesù.

Alcune “note musicali”: la Colonna sonora è di Bacalov, Bach, Mozart (messa massonica) e di un gruppo congolese che canta in latino, a simboleggiare l’universalità del Vangelo.

La terza: Il film ha compiuto quest’anno 54 anni, è del 1964, come me.

La quarta: E’ ambientato nel nostro Sud, in Lucania, Calabria, Puglia, a Ginosa, Gioia del Colle (scena di Erode e Salomè), con la Madonna della scala di Massafra trasformata in Nazareth che si vede nelle prime scene.

Fu una grande impresa di marketing territoriale. Grazie a Pasolini e ad altri grandi intellettuali come Carlo Levi, Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Enzo Siciliano, Rocco Scotellaro, gli artisti del circolo la scaletta di Matera, grazie a tutti costoro i Sassi, da vergogna d’Italia sono diventati patrimonio Unesco e Matera città della cultura 2019 – esempio di rete culturale ante litteram.

Quindi, smettiamo di dire che Matera è stata riscoperta da Mel Gibson col film Passion e ricordiamo i nostri grandi intellettuali, scrittori e cineasti.

Per finire la nota più amara: la verità sull’omicidio Pasolini è un cold case che non andrebbe mai chiuso fino a quando non scopriremo tutta la verità, come denunziano i film di Abel Ferrara, La macchinazione, e “La verità nascosta” di Federico Bruno.

Mi piace riprendere lo slogan lanciato da Roberto Benigni nel suo show sui dieci comandamenti.

“Amiamo poco e tardi, affrettiamoci ad amare”.

Ognuno di noi è impegnato in famiglia e nella società con grandi doveri e responsabilità.

Vorrei che amaste mentre lavorate, mentre avete paura, mentre guardate i vostri cari. E’ questo l’augurio più bello che sento di farvi.

Auguri di buon Natale tutto l’anno.

https://www.youtube.com/watch?v=3R1jegC4FgM

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