L’Amore ai tempi delle App
di Anna Spero
Lo riconoscete? Vi ricorda qualcosa? Su, non siate timidi. Che lo abbiate usato voi in prima persona, o lo abbiate intravisto tra le icone del telefono di qualche amico o amica sono quasi certa che almeno una volta nella vita vi sia capitato di avere a che fare con una delle app di incontri tra le più usate e scaricate degli ultimi tempi.
Si chiama Tinder, applicazione nata nel 2012 per dispositivi mobili, finalizzata a conoscere nuove persone per nobili fini.
Come funziona?
Una volta scaricata l’app si procede alla creazione del proprio profilo, si sceglie un username, si inseriscono foto e orientamenti sessuali: se si preferiscono uomini, donne o entrambi i sessi. In questa piattaforma, attraverso un sistema di geo localizzazione entro uno specifico raggio di azione da definire in chilometri rispetto alla propria posizione, è possibile visualizzare il profilo di altri iscritti, sfogliare la mercanzia in esposizione come se fosse il catalogo Ikea e a seconda dei nostri gusti, swipare a destra o a sinistra il profilo della persona capitata tra le nostre mani. Potrete mettervi in contatto con il lui o la lei a cui avete assegnato un cuoricino di approvazione, solo nel caso in cui siate stati ricambiati. In altre parole se l’attrazione espressa è reciproca allora partirà il match e potrete inviare un messaggio al vostro Tinder.
Il vantaggio estremo è che in sostanza non si rischia di essere rifiutati, per lo meno non virtualmente.
Resta sempre ipotizzabile l’eventualità in cui, una volta iniziata la conversazione con il/la capitato/a di turno, non scatti assolutamente niente, si riveli noiosa e che il tutto semplicemente non abbia un seguito. In buona parte dei casi ci si incontra per una verifica sul controllo qualità del prodotto, per poter accertare con i propri occhi che le foto su cui avete fondato la vostra preferenza non siano state solo dei fake e che non abbiate preso appuntamento con un unicorno.
photo by https://piximus.net/fun/what-people-look-like-on-tinder-compared-to-real-life
photo by https://www.eatliver.com/tinder-vs-reality/
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Avete presente quel brivido e quella sensazione di adrenalina e curiosità che si prova quando vi trovate nel bel mezzo di una serata, magari in compagnia dei vostri amici e improvvisamente il vostro sguardo si incrocia con quello di un’altra persona seduta al tavolo che avete di fronte? Quei sorrisi sfuggenti a distanza, mentre si cercano di scrutare le azioni dell’altro in attesa che si alzi e possiate anche voi allontanarvi con una scusa e aspettare il momento giusto per rivolgervi finalmente la parola e far incontrare i vostri mondi?
Ecco.
Non aspettatevi niente di tutto ciò.
Tinder è più una sorta di generatore automatico di appuntamenti finalizzato a cercare qualcuno con cui trascorrere una serata all’insegna di sano e puro sesso: senza impegno, senza conseguenze, senza implicazioni emotive, senza la voglia di raccontarsi o scoprire informazioni troppo intime sul proprio partner one shot.
Ci si incontra e si trascorrono un paio di ore scarse immersi in conversazioni superflue, forzate e intrise di imbarazzo e vergogna. Momenti privi di quel piglio seducente e intrigante per il semplicissimo motivo che si è già consapevoli dell’epilogo della serata.
Certo, ora non è che si voglia generalizzare in assoluto. Se siete fortunati, l’allineamento dei pianeti dovesse coincidere con il vostro appuntamento e tutte le congiunzioni astrali dovessero essere in vostro favore, potreste anche trovarvi nella situazione in cui incontriate qualcuno che vi spiazzi completamente e che riesca a conquistarvi a tal punto da volergli bene già dalla prima volta.
Ma prescindendo dall’esito positivo o negativo delle vicende, la vera domanda è un’altra.
Benché i siti di incontri siano storia vecchia, qual è la ragione per cui l’utilizzo di app ha preso cosi tanto piede negli ultimi anni, non solo tra gli over 35 , ma anche tra i giovanissimi?
Abbiamo davvero così paura dei rapporti umani tanto da essere diventati incapaci di instaurare un approccio nella vita reale? O forse la tecnologia ha cambiato la nostra percezione delle cose e preferiamo avere tutto a portata di mano, compresa la scelta del nostro partner?
O ancora, siamo diventati così individualisti e aridi da non volerci assumere alcuna responsabilità e preferire rapporti che non portino da nessuna parte piuttosto che coinvolgimenti emotivi?