Sono perverso quindi esisto
di Flavio Andriani
scrittore
Non starò qui a scrivere di noiosissime differenze tra eros e porno, adatte ad intellettuali impotenti e annoiati, o che l’eros facchino ha tregua nel suo rovescio, costituito dal porno, inteso come l’eccesso del desiderio, una volta s’intende, sacrificato, svilito, immolato Eros. No. Mi piacerebbe solo assistere al futuro della scalata della tecnologia 2.0, 3.0, 4 e 5 bum! Industria che si appropria naturalmente anche del sesso, offrendolo in tutte le salse e per tuti i gusti, in barba all’umana seduzione tra uomini e donne o gay bisex trisex trans etc.
Ciò che qui m’interessa è solo affrontare il tema delle rispettabili perversioni, in quanto appartenenti agli umani e non al mondo animale. La perversione, per sgombrare il campo dagli equivoci, è qui da intendere come urgenza del desiderio, ottenimento di un godimento immediato, di un risultato, di un oggetto, di un corpo, o di un abito etc. Qui e ora. E quindi tipico del tratto umano. Nessun gatto penserebbe di curarsi il baffetto per apparire più irresistibile. Nessun toro osserva con desiderio lo zoccolo curato della mucca vicina. Il Krafft-Ebbing (manuale di fine ‘800 sulla “Psychopathia sexualis”) è ormai vecchio quanto il Vangelo. Solo Groddeck (simpaticissimo psicoanalista tedesco di inizio ‘900) resta attuale quando precisava essere la copula un surrogato della masturbazione, e non viceversa.
La nuova frontiera del sesso 2.0 approdata alle attuali app, affranca sia le donne che gli uomini da incidenti penali, offrendo il “politicamente corretto” consenso di entrambi, permette l’invio di foto, sex-selfie, corpi nudi, linguaggi non verbali, carni senza concetto e tanto altro.
Ricorda un po’ “l’amor cortese” nella filologia romanza trobadorica.
Dove la sospensione categorica dell’erotismo fisico è ritualmente soppiantata dall’insistito e unilaterale corteggiamento in voce, privilegio del cavaliere amante. Bell’espediente questo che risparmiava al maschio le fatiche del coito trasudato, fastidiando e non poco la dama, trascurata nelle sue più naturali esigenze fisiologiche.
Ma se fino a ieri il facile accesso alla carne ha degradato il sesso, oggi il facile accesso all’internet sexualis ha degradato la carne.
Non solo fuga di cervelli ma anche fuga di piselli.
Chissà dove. Tutti i linguaggi cambiano, inesorabilmente. E quindi dopo l’antico e sano masochismo, neologismi a iosa come milf, toy- boy, cougar, escort, crossdresser, cuckold, toothing, trans, gangbang. etc etc. (meglio se tradotti), frastornano qualunque persona matura che si affacci oggi nel variegato mondo del sesso in internet (v. sexyonary: https://www.scriptamoment.it/2019/01/31/sexonary-il-sesso-nel-lessico/).
Forse Franz Kafka continuerebbe a essere il più grande pornografo vivente.
Ogni invenzione tecnologica, si sa, offre comode scorciatoie per giungere a un obiettivo, dalla farmacologia avanzata ai navigatori, ai motori di ricerca. Il sesso 2.0 può rientrare quindi tra le scorciatoie per evitare le fatiche della seduzione, del corteggiamento a volte anche infruttuoso e ridicolo, dell’amore.
Per Lacan, la perversione tipica è il libertino de Sade che propone “ il desiderio privo di Legge”. Il desiderio deve alimentare se stesso, posticipando continuamente l’ottenimento dell’oggetto desiderato. Una volta ottenuto, è finita. Se il marchese de Sade scrisse le “120 giornate” nella sua celletta del carcere di Vincennes,
oggi il perverso tipico è colui che separa la Legge dal desiderio, dove tutto è possibile, tutto si ottiene, senza limite, e perciò decreta così la morte del desiderio.
Ma, dopo tutto, mi chiedo: nell’Impero Romano di 2000 anni fa, nella decadenza di Eliogabalo, non si verificava già tutto questo?
PICS: Margherita Busacca, 2011 in http://www.scimmienude.com/perversioni/