Luca Guadagnino

Marco Morabito, Brad Fischer, Luca Guadagnino, David Kajganich, Silvia Venturini Fendi,    Francesco Melzi d’Eril, William Sherak, Gabriele Moratti, 2018, 153 minuti

 

IL REGISTA

 

Cineasta colto e raffinato, Luca Guadagnino si appassiona al mondo del cinema fin dalla giovinezza: l’adolescenza spesa nei cinema di Palermo, sua città natale, ha permesso al regista non solo di maturare un’ampia cultura cinematografica ma anche di raggiungere una consapevolezza sulla sua futura professione.

Definito erroneamente ‘l’italiano che ha avuto successo all’estero’, Guadagnino affianca all’attività di direzione anche quella di produzione, oltre che per terzi anche per se stesso, mantenendo così il massimo controllo creativo sui tutti i suoi lavori (ad eccezione del chiacchierato Melissa P.).

Abituè della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, vi prende parte presentando quasi tutti i suoi lungometraggi e alla 67ª edizione dello stesso evento è membro della giuria della sezione ufficiale; vanta inoltre diverse candidature ai maggiori premi del settore, tra cui spiccano quella al miglior film straniero ai 68simi Golden Globe e quella al miglior film ai 90esimi premi Oscar.

Durante la sua carriera, diversi sono i sodalizi artistici instaurati, in primis con l’attrice Tilda Swinton,  nonché amica intima e arrivata alla quarta collaborazione con Guadagnino; non meno importante è la ventennale collaborazione con il montatore Walter Fasano -e in alcune occasione anche co-sceneggiatore- che firma tutti i lungometraggi del regista.

Forte del successo ottenuto con i suoi ultimi lavori, Luca Guadagnino si è ormai imposto nel panorama cinematografico mondiale, nonostante il suo paese natale lo abbia snobbato per anni

 

IL FILM

 

Ambientato nella Berlino di fine anni ’70, il film racconta la storia di una congrega di streghe, mascherata da accademia di danza. All’interno della Markos Tanz Company arriva Susie, una ragazza americana che si unirà al corpo di ballo manifestando sin dall’audizione un talento innato; ad accorgersi subito delle sue doti è Madame Blanc, capo coreografo della compagnia, che instaurerà con lei uno stretto rapporto, in accordo con Helena Markos, direttrice della scuola.

Ad indagare sull’oscuro segreto celato all’interno dell’accademia sarà il dott. Jozef Klemperer, insospettito dai racconti di una paziente, ex danzatrice della compagnia; sarà aiutato da Sara, vicina di stanza di Susie che si troverà testimone degli strani eventi che si susseguiranno per tutta la narrazione.

 

CHE COSA CI È PIACIUTO

 

La strega è stata da sempre sinonimo di cattiveria e malvagità, figura che in questo caso viene totalmente ribaltata. Prima di essere streghe, quelle che abbiamo di fronte sono donne vere, che si manifestano a noi nella loro realtà, spaventate, piene di debolezze e di incertezze sul futuro, sia proprio sia delle loro compagne. La magia, in questo caso, non viene usata contro il prossimo, bensì viene utilizzata per mantenere l’ordine all’interno del gruppo, a garantire l’armonia e la serenità della congrega. Non vi è prevaricazione l’una sull’altra, c’è il rispetto dei ruoli e il confronto.

Guadagnino confeziona un gioiello, realizzando un quadro perfetto della femminilità, che ha la sua massima espressione nella protagonista, che scena dopo scena e anche grazie alla presenza delle compagne, prende possesso della propria natura, della propria sessualità, del proprio corpo. La danza appare come unico mezzo per poter vibrare verso la scoperta di sé; il contatto con il pavimento, metafora della sicurezza, deve essere abbandonato e l’elevazione generata dal salto non è altro che il raggiungimento della consapevolezza di essere una donna indipendente, libera da vincoli e imposizioni.

Dakota Johnson sorprende tutti con il proprio talento, nascosto da metri di corde e frustini laccati, regalandoci un’interpretazione pazzesca. Nessuno lo poteva immaginare. Guadagnino, ancora una volta, riesce a tirare fuori qualcosa da chi, fino a quel momento, aveva puntato solo sulla bellezza estetica. Dakota in questo film è bella anche dentro, anzi bellissima. Iconica la scena in cui Susie si squarcia il petto donandosi alle proprie compagne, allo stesso modo di come l’attrice si è completamente donata prima al regista e poi allo spettatore.

Madame blanc, severa capogruppo ma al contempo amorevole leader, è interpretata da una Tilda Swinton che in questo film si cimenta con un triplo ruolo. Difatti, il Dott. Klemperer e Helena Markos non sono altri che l’attrice britannica sotto chili e chili di trucco prostetico, e che ancora una volta da prova della sua straordinaria bravura.

A chiudere il cerchio, ci sono tutte le assistenti e le allieve della scuola, interpretate da un nutrito cast di artiste proveniente da tutta Europa e da ogni settore artistico: si alternano contorsioniste e danzatrici professioniste con attrici di cinema e performer teatrali di livello e magistralmente ‘accompagnate’ in questo viaggio da un Guadagnino che ha saputo mettere in luce la vera essenza di ognuna di loro.

Il tutto è impregnato da una componente estetica fortissima, che permette a Suspiria di essere inquadrato anche come film di genere, nonostante lo spessore delle tematiche trattate. La fotografia gioca con colori freddi e tonalità desaturate, che rispecchiano il periodo storico in cui si svolgono le vicende e il clima nuvoloso, tipico di Berlino. Il montaggio, serrato e scattante, rimarca la sensazione che qualcosa stia per succedere, e trasmette un clima, classico degli horror, di pericolo e di essere costantemente osservati; i tagli a 360°, sia sulle inquadrature in primo piano, sia su quelle in panoramica, alternati repentinamente, rispecchiano la volontà registica di analizzare i personaggi a tutto tondo. In contrasto a quanto appena detto, la delicata colonna sonora di Thom Yorke, rassicura lo spettatore, ricordando che tutto quello che stiamo vedendo racconta alla base qualcosa di umano.

“I’m ready, Madame”

 

CHE COSA NON CI È PIACIUTO

Ha una fine

 

CITAZIONE

 

“Morte ad ogni altra madre”

 

VALUTAZIONE

 

88\100  

 

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