Sovereto

Il santuario mariano di Sovereto (Terlizzi)

 

di Enzo Varricchio

Che cosa c’è di più magico, artistico e bugiardo dei Templari?
Quest’ordine di monaci-guerrieri è stato perennemente avvolto da un alone di leggenda noir, dovuto alla maledizione scagliata dall’ultimo magister Jacques de Molay nel 1314 sul rogo di Parigi.

Magici furono senz’altro, visto che qualche documento descrive frequentazioni con sette orientali e cerimoniali esoterici tra i quali persino la necromanzia; senza contare che in qualche modo patrocinarono la nascita della Massoneria, organizzazione che più misteriosa non si può.

Artistici a modo loro pure furono, poiché diventarono i primi banchieri del mondo, tanto da far parlare di “protocapitalismo templare”, costruirono castelli e magioni per ogni dove,  generando una sterminata  letteratura storica e romanzesca a partire dal bellissimo “Il pendolo di Foucalt”, secondo romanzo di Umberto Eco uscito nel 1988.

Bugiardi infine, visto che i “templaristi”, cioè i seguaci della loro leggenda, si sono inventati ogni sorta di sciocchezza pur di giustificare la loro segreta esistenza ancor oggi.

La Puglia fu una provincia templare di notevole importanza durante le Crociate. Offriva i prodotti agricoli per equipaggiare le navi che partivano dai suoi porti per le spedizioni in terra santa.
L’antico borgo pugliese di Sovereto, frazione di Terlizzi in provincia di Bari, era collocato lungo l’asse della via Appia-Traiana e, precisamente, il ramo che si partiva da Benevento e, attraversando Troia e Canosa, giungeva a Bari per poi proseguire verso Brindisi. Nel Medioevo, questo tratto rimase parte della Via Sacra Langobardorum, e poi  della via Francigena che durante le Crociate costituì la principale rete viaria tra l’Europa settentrionale e i porti pugliesi.

Tra il XII e il XIII secolo, Sovereto divenne sede di un insediamento di rilevanza strategica nel sistema di domus, fortilizi e grange sparse nel territorio per assicurare protezione a pellegrini e rifornimenti ai crociati in partenza per la Palestina.

Certamente, dal 1307 fu in possesso dai cavalieri dell’ordine di San Giovanni ma, secondo le mie ricerche, in precedenza aveva fatto parte della rete di insediamenti templari pugliesi governati dalla “casa madre” di Barletta, tra i quali si annoveravano anche San Vito de Tempio a Corato, S. Agostino ad Andria, S. Maria di Calendano a Ruvo, San Nicola a Molfetta.
A Sovereto i cavalieri gestirono la chiesa eretta per custodire un’antica icona mariana che la tradizione vuole ritrovata in una caverna ma una leggenda vuole proveniente da Edessa, donde secondo alcuni sarebbe stata trafugata proprio da un templare francese, tale Gereteo Alesboysne, nel 1188.

Nei pressi della chiesa i Templari eressero la propria precettoria e un casale con gli annessi possedimenti agricoli e l’ospitale per i pellegrini, il tutto munito di una muratura difensiva e di un sistema di piccole torri di avvistamento, atti a scongiurare gli assalti di nemici e predoni. Completava l’insediamento un monastero femminile dedicato a San Marco, con compiti di assistenza a cavalieri e pellegrini.
Da diversi anni a questa parte la presenza reale o presunta dei Templari ha conferito a Sovereto una certa notorietà anche a livello internazionale. Non mancano gli ingredienti per alimentare la curiosità su un luogo sicuramente affascinante e misterioso: l’iscrizione di una triplice cinta ripetuta tre volte, le lastre tombali dei cavalieri i cui resti mortali sono andati perduti, forse l’albero della vita inciso sul pavimento della chiesa.

Sovereto chiesa di S.Maria. Disegno della triplice cinta o gioco del tris (PH E. Varricchio)

Ma il quid pluris di Sovereto risiede negli affreschi presenti nella sacrestia e nell’abside della chiesa di Maria Santissima, i quali costituiscono a mio avviso una rimaneggiata ma rara testimonianza di un ciclo di pittura templare con simbologie geometriche e astronomiche, che un tempo doveva adornare tutta la chiesa, comparabile ad analoghe raffigurazioni presenti  in Francia a Montaunes, Cressac sur Charente, Puy de Fou, in Italia a San Bevignate di Perugia e Ugento, in Spagna a Lérida – Gardeny e Alaiza , tanto da potersi supporre l’utilizzo di un codice comune, forse una mappa del cielo vagamente simile a quella sul sarcofago paleocristiano di Boville Ernica (Frosinone).

Tra i simboli raffigurati nella sacrestia: un ottagono, una croce iscritta nel quadrato, un fiore  quadripetalo all’interno di un cerchio iscritto in un quadrato, croci, una scala, una scacchiera, il sole, la luna, le stelle a otto punte.

 

Santuario di Sovereto, ciclo di affreschi templari nella sacrestia della chiesa di S. Maria (PH. E. Varricchio)

 

Sovereto costituisce un “frammento di storia europea” che necessita di essere restituito all’antico splendore e adeguatamente promosso e valorizzato attraverso una rete di scambi turistico-culturali con altri comuni europei muniti di analoghi esempi di testimonianze cavalleresche  medievali.

 

PH : Enzo Varricchio, Il santuario di Maria SS. di Sovereto a Terlizzi (BA)

 

Dello stesso autore, sull’argomento: 

Sovereto. Un patrimonio da salvare (consulenza storico-artistica per il documentario di Paolo Notarbartolo di Sciara).

Indagine storico scientifica sul valore di bene culturale e sul patrimonio artistico e archeologico delle giacenze medievali del territorio di Terlizzi nel quadro delle vicende degli ordini militari monastici in Puglia, con particolare riferimento ai siti di “Cesano”, “Sovereto”, “Cappella dei Chicoli”, “Centro storico”, “Pozzi delle Fontane”, Comune di Terlizzi (in atti del Comune di Terlizzi in data 24/05/2016).

Quell’estate prima della fine del mondo, ed. G. Laterza, Bari, 2011

Puglia: sulle vie dell’infinito (documentario), Regione Puglia, 2016.

https://www.youtube.com/watch?v=8sm8OdazF_o

 

1 thought on “Misteriosi affreschi templari a Sovereto

  1. Grazie, professor Varricchio, per le sue interessanti ricerche sui misteri di Puglia.
    Con i Templari si è esaurita la comprensione del valore della ricerca del Santo Graal, e della vita come progetto collettivo.

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