Siponto, alle origini del romanico
di Enzo Varricchio e Gaia Giancaspro
Siponto, città perduta, colonia dell´Impero Romano dal 194 a.C. e porto fiorente dell’antica Apulia, uno dei primi centri abitati d´Italia, distrutto nel 1255 da un violento terremoto. Restano oggi visitabili un sito archeologico di grande interesse e due magnifiche chiese romaniche che testimoniano l’importanza della perduta città e il suo collegamento ideale al santuario di Monte Sant’Angelo.
L´importanza del luogo si deve soprattutto alla sua posizione geografica, crocevia di pellegrini di tutta la Europa medievale, che per raggiungere Gerusalemme e quindi la Terra Santa, si servivano dei porti di imbarco di Siponto, Bari e Brindisi (come attesta l’Itinerarium Maritimum di età dioclezianea -Miller, 1916).
A Siponto, ribattezzata dallo svevo Re Manfredi (figlio ed erede di Federico II) con il nome di Manfredonia, il porto non c´è più; rimangono però le testimonianze di due straordinari luoghi di culto: la splendida basilica di Santa Maria Maggiore, nella quale i Pellegrini Crociati ricevevano la benedizione prima dell´imbarco, e l’abazia di San Leonardo.
Della città romana sono stati identificati, inoltre, il perimetro della cinta muraria (m 500 ´ 400), il luogo ove sorgeva l’anfiteatro, il tracciato di una strada e i resti di un edificio termale.
Seguendo il percorso che dall’uscita dell´autostrada per Foggia e poi Manfredonia e a seconda della stagione che si sceglierà per l´escursione che vi consigliamo alla scoperta dei luoghi di arte e di fede, ci si ritroverà, per circa quaranta Km, in seno all`efficiente granaio d´Italia dalle alte messi dorate, mature per il raccolto e festosamente punteggiate di papaveri rossi del Mediterraneo (Papaver rhoeas) o circondati dai terreni argillosi a riposo durante la stagione estiva e autunnale.
Entrambi gli scenari prepareranno lo sguardo attento e sensibile del visitatore a catturare l´immagine delicata e sacra di Santa Maria Maggiore di Siponto, che con la sua architettura, minimale incastro di pesanti pietre calcaree decorate con motivi d´influenze islamiche e armene, racconta lo sforzo dell´uomo, attraverso i secoli, di adattarsi alla spiritualità naturale del luogo (oggi Parco Nazionale del Gargano, un´oasi biologica di circa 118.00 ettari e area naturale protetta dal 1991).
Questa volta però gli architetti della luce, come amiamo definire coloro che progettarono e realizzarono le chiese romaniche in Puglia (si pensi ai due fori gnomonici, uno per il solstizio d’estate e un altro per gli equinozi di primavera e di autunno nella Chiesa di San Leonardo, l´altro Luogo del Sacro che vi presentiamo in questa scheda), sembrano superarsi per stile ed eleganza.
La basilica di Santa Maria Maggiore
La Chiesa, antica cattedrale di Siponto, gioiello dell’arte romanica, fu eretta nel 1117 per ospitare le reliquie di San Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto, al quale apparve l’Arcangelo Michele nel 490.
Con i suoi XV secoli di fede cristiana (la basilica paleocristiana, adiacente alla chiesa medievale, a tre navate, con abside centrale e pavimento a mosaico, riportata alla luce dagli scavi archeologici eseguiti negli anni 1936-37 e 1953-55, fu sede di una delle più importanti diocesi religiose già dal IV sec. d.C.) questo luogo isolato e silenzioso si presta oggi al raccoglimento e all’elevazione dello spirito.
L’edificio presenta una pianta quadrata divisa in tre navate. Da collocarsi, dunque, a cavallo tra l´architettura bizantina e quella romanica, con due chiese indipendenti di cui una interrata, la cripta, due absidi a vista poste sulle pareti sud e est, un portale monumentale rivolto ad ovest.
L’interno della chiesa è databile all’XI secolo e per secoli vi furono custodite l’icona e la statua lignea di una Madonna nera, databile all’VIII secolo, attualmente nella cattedrale di Manfredonia.
La diffusione e il culto delle madonne nere in Occidente è un argomento assai controverso a causa delle ragioni ancora poco chiare che avrebbero ispirato il colore scuro (a volte davvero nero) della pelle.
Nell’Italia meridionale sono molto diffuse le icone di Santa Maria di Costantinopoli (il cui culto ha origine nel V sec. La Madonna Odigitria, Odighítria o, più correttamente, Odegétria dal tardo greco antico δηγήτρια, colei che conduce, mostrando la direzione), ma ci sembra che la statua lignea della Vergine Sipontina appartenga piuttosto ad un altro genere di opere d´arte (si pensi alla Vergine di Loreto). Sappiamo, inoltre, che il culto delle Madonne nere si sviluppò all’epoca delle crociate, sia perché
diversi crociati portarono in patria icone orientali, sia per l’azione di alcuni ordini religiosi o cavallereschi (soprattutto quello dei Templari), legati alla predicazione e all’opera di San Bernardo di Chiaravalle, il quale fu autore di un commento al Cantico dei Cantici, in cui la sposa nigra sed formosa, principale personaggio del libro, è considerata una preconizzazione della Vergine.
Il colore scuro di alcune statue potrebbe quindi essere stato scelto per identificare la Madonna con la donna del Cantico dei Cantici.
Va comunque precisato che il valore simbolico dei volti scuri delle Vergini resta sconosciuto e misterioso anche per gli esperti, lasciando spazio a diverse opzioni.
Di estrema suggestione artistica, per l´esotismo estetico che la contraddistingue, la Vergine Sipontina vale senz´altro una visita alla vicinissima Manfredonia.
L’abazia di San Leonardo
Altro antico luogo d´intensa spiritualità è l’abbazia dedicata al Santo di Noblac: l’eremita Leonardo, esemplare propagatore del Vangelo e dedito soprattutto all’apostolato caritativo per la cura degli infelici, schiavi e prigionieri, dei quali ottenne con i suoi favori la liberazione.
Il complesso architettonico risale al XII secolo e si compone della chiesa abbaziale, mirabile esempio di architettura romani copugliese, e del Monastero con annesso l´Ospizio dei pellegrini diretti alla grotta dell’Arcangelo Michele.
Il portale più sontuoso non privilegia, come di consueto, la facciata d’occidente, ma il lungo lato nord, parallelo alla strada, immediatamente visibile a coloro che percorrevano la via peregrinorum, imponendosi alla loro attenzione soprattutto per la splendida fattura.
Le icone scolpite nella pietra calcarea attingono alle sacre Scritture e inneggiano alla gloria regale del Cristo particolarmente efficace in un luogo come questo, visto l´intenso traffico marittimo alla volta del santuario cristiano più importante del mondo: Gerusalemme.
All’interno della chiesa, come già accennato, si può ammirare l’avvicendarsi delle stagioni grazie alla presenza di due fori gnomonici, uno per il solstizio d’estate e un altro per gli equinozi di primavera e di autunno.
La suggestione è fortissima. Fragranze di malva e rucola selvatica si mescolano all´odore di pino marittimo (Pinus pinaster) e la pietra calcarea sembra assorbire i colori del cielo, secondo i momenti della giornata: bianco brillante a mezzogiorno, azzurro pallido all’alba e rosa-arancione al tramonto.
Il colore è, difatti, un elemento caratteristico dei Santuari di Puglia e in particolare di San Leonardo e Santa Maria Maggiore di Siponto, realizzati in pietra bianca con leggere venature rossastre di ossido di ferro.
L´esperienza sensoriale che ne deriva è talmente piacevole che ne si conserverà il ricordo a lungo, nei giorni a seguire.
Fotografie
1.1 Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto
http://photogallery-lr.blogspot.de/2014/04/basilica-di-santa-maria-maggiore-di.html
1.2 portale nord della chiesa di san Leonardo a Siponto
http://www.sanleonardomanfredonia.it/
1.3 San Leonardo, solstizio d´estate