Amazing Apulia
di Enzo Varricchio
Scripta Moment nasce in Puglia, anche se i suoi collaboratori sono ovunque si ami l’arte e la cultura.
E alla Puglia ci è sembrato giusto dedicare questo numero estivo, perché l’amiamo e l’abbiamo sempre amata, non solo ora che l’ennesima rivista internazionale di viaggi la menziona tra le regioni più belle del mondo, non solo adesso che è una delle mete turistiche più rinomate e ambite.
L’amiamo da sempre per la sua storia, i suoi monumenti, il suo mare, il suo cibo e i suoi vini… L’amavamo anche quando il Salento era zona depressa e i trulli fastidiosi ingombri alle coltivazioni, quando il miracolo turistico era ben lungi dall’accadere. Come una dolce madre, Apulia Mater.
E’ sempre stata oggetto di conquista: greci, romani, longobardi, berberi, bizantini, normanni, svevi, angioini, aragonesi, hanno lasciato importanti tracce del loro passaggio.
Santi, re, cavalieri e umili viandanti hanno solcato le sue strade, lungo gli assi della via Appia-Traiana, della via sacra dei Longobardi, della via Francigena, diretti alla grotta dell’arcangelo Michele, alla tomba di San Nicola, all’imbarco per la Terra Santa e, ancor oggi, verso l’ultima dimora terrena di Padre Pio da Pietrelcina.
Con i suoi silenzi fascinosi e le sconfinate solitudini, è terra di forti tensioni spirituali, ricca di memorie e di bellezze da scoprire. A cominciare dalle vicende originarie di una regione percorsa da molteplici popoli e stirpi (in principio, Illiri, Osci, Pedicoli, Enotri, Miceni, Dauni, Peuceti, Messapi) e legata al mito protostorico di Diomede, eroe della guerra contro Troia. Per non parlare della posizione geografica della regione, ritenuta da sempre un ponte ideale tra Oriente e Occidente.
Le processioni pasquali, le madonne nere, i riti liberatori dei tarantolati, le costruzioni megalitiche, le grotte e le montagne sacre, i simboli nelle cattedrali, Castel del Monte, i trulli, le stele daune, gli insediamenti cistercensi e templari, oltre ad essere motivo di profonda suggestione per chi visita la Capitanata, il Salento, la Terra di Bari o quella d’Otranto, sono l’espressione concreta di articolate commistioni tra paganesimo e cristianità, culti misterici e religiosità popolare che l’acuto ingegno di Ernesto De Martino volle sondare nei suoi ormai mitici “Sud e magia” e “La terra del rimorso”.
I luoghi sono simboli, i simboli sono luoghi.
Il Medioevo e le sue variegatissime testimonianze hanno diritto di cittadinanza privilegiato in questa estrema propaggine italica. L’Età di Mezzo in Puglia risuona tra le coltri di nubi, echeggia nel verso dei falconi, risplende d’aurea austerità di tra le bianche pietre di conventi, cattedrali e fortezze, balena nei dipinti degli artisti a nei ricordi lontani dei cittadini, rammemora in feste e filastrocche popolari.
Il Medioevo dell’emiro Al Sawdan, di Roberto il Guiscardo e di Federico II è di casa, produce turismo e buona economia.
E ancora, pei borghi e per campagne, vicino al mare e nelle selve, mai vien meno l’antico uso del narrare, del tramandare altrui storie o inventarne, a monito o beneficio dei fanciulli, di amici e parenti. Chi, prima, durante o dopo la lettura di questa guida, viaggerà da un capo all’altro di questa antica landa, ne ascolterà tanti di racconti en plen air, quelli che una volta venivano chiamati “ditt”, vere e proprie rappresentazioni teatrali inscenate da nuclei amicali.
Sfruttiamo l’estate per viaggiare e conoscere meglio gli aspetti profondi e i monumenti nascosti di questo straordinario melting pot culturale.
Buona lettura, buona scrittura.