Gusmaroli, l’ordine delle armonie visive
di Dunia Elfarouk
Riccardo Gusmaroli percorre una ricerca di ordine concettuale in cui le
idee prendono forma e linea grafica compiuta partendo da una visione
subcosciente immateriale che si sostanzia in termini geometrici di
equilibrio e armonia estetica. Attraverso variazioni e combinazioni
coerenti, la materia diviene esperienza di unità numeriche indistinte, per
cui l’oggetto iniziale, tramite una composizione organica di colore e di
figura in relazione agli altri elementi, crea armonia e bilanciamento
delle forme.
Si tratta di oggetti distinti, quali le sue famose barchette di carta, che,
da idee semplici in grado di sussistere individualmente, mediante processo
di astrazione che prescinde da logiche specifiche, divengono esperienza
artistica organica. Le complesse composizioni dell’autore, invero, al pari
di un testo letterario, svolgono un’attività costruttiva sintetica che
deriva dall’equilibrata inferenza di un oggetto con un altro. Ne
conseguono i suoi famosi vortici concentrici in cui la relazione dei
singoli oggetti conduce oltre l’immediatezza della concatenazione tra
essi. La spirale quale rapporto tra i singoli componenti è superata da una
visione d’insieme che ci informa come talune opzioni geometriche in parte
eludano un criterio di ragione in senso comune o perlomeno la superano,
poiché ciò che governa le creazioni di Gusmaroli sono sofisticati principi
associativi di idee, i quali operano attraverso l’immaginazione.
La sensibilità e l’intuizione diventano, quindi, nel processo creativo
dell’autore, due facoltà eterogenee e complementari in grado di sviluppare
microcosmi il cui fondamentale carattere formale ordinatore è veicolo di
una realtà fantastica che preesiste alla materializzazione dell’opera.
Dovrà, pertanto, ricredersi chi erroneamente ritiene che la forma della
poesia sia arbitraria perché soggetta ad anarchia e disordine: il concetto
di arte che emerge da opere come le graficamente esatte mappe geografiche
di Riccardo, all’apparenza composte da oggetti ordinari rubati al cassetto
di un appassionato di origami, provocano gli sforzi unitari della
ghiandola pineale cartesiana. Ecco, quindi, un nuovo rivelarsi della
capacità immaginativa che, come idea eterna, muove da un subconscio
espressivo apparentemente illogico per ritornare alla realtà più
quotidiana, non prima di essersi sottoposta ad un paradigma ordinatore che
somiglia all’idea stessa in senso platonico. Poiché “il più sublime lavoro
della poesia è alle cose insensate dare scienza e passione”.
Questo nuovo concetto di poesia da un lato salvaguarda la libertà di
invenzione svincolata dalle formule di ordine generale, dall’altro ne
evita gli assolutismi passionali grazie ad una grammatica ordinatrice
esatta, che è quella personale dell’artista. Sogno e armonia, elementi del
quotidiano e materiali semplici divengono elementi coessenziali di
un’immagine perpetua e astratta, ma anche estremamente materica che
affonda la sua ragione d’essere in una necessità di metodo
imprescindibile, per presentare, allo sguardo di chi osserva un vero e
proprio di manifesto di razionalismo poetico.
L’artista applica una sorta di ordine normativo che riconduce l’istinto
creativo propulsore di idee frammentarie alla delineazione finale di un
sistema complesso con identità propria, rigorosamente omogenea nella
struttura complessiva.
Così l’arte di Gusmaroli sgorga dall’equilibrio e dalla consonanza, si
nutre di rapporti di armonia tra le forme, procura calma per la
compostezza esatta delle sue raffigurazioni.