di Samanta Leila Macchiarola

docente di greco e latino

 

Tra le molteplici forme di intrattenimento di qualità dal vivo e, comunque, all’altezza delle aspettative del pubblico più esigente, il Cirque du Soleil, che a partire dal 1° aprile 2020 debutterà in Italia a Roma con Totem e dal 20 maggio sarà a Milano, si impone sulla scena mondiale per aver completamente reinventato nel corso degli anni l’arte circense.
Vera e propria impresa dell’intrattenimento dal 1984, il Cirque du Soleil propone, infatti, qualcosa che è molto più dei semplici spettacoli circensi.
Mi riferisco al circo canadese di fama mondiale in cui, senza impiegare animali, l’intrattenimento si fa spettacolo, sorpresa, meraviglia, stupore…
A dire il vero, nelle intenzioni del suo fondatore, il ventitreenne ex mangiatore di fuoco, Guy Laliberté, esso nacque a Montréal per aiutare giovani in difficoltà: originariamente composto da 20 artisti di strada, annovera attualmente oltre 5000 dipendenti, tra cui 1300 artisti provenienti da quasi 50 nazionalità.
E’ sì, perché è proprio la differenza di cultura ad essere non solo un carattere distintivo delle esibizioni, bensì un fattore da considerarsi decisivo: la collaborazione di diverse etnie rende tutto multiculturale e, in un contesto in cui nulla è affidato alla parola, proprio la multiculturalità ha permesso di creare un linguaggio in comune attraverso cui gli artisti comunicano meravigliosamente con il pubblico…
Tra i 19 spettacoli in tournée con tendoni in tutto il mondo e i 10 spettacoli stabili, ognuno incentrato su una tematica differente, il Cirque du Soleil trasmette messaggi importanti e, nello stesso tempo, conduce lo spettatore in qualcosa di decisamente magico.

Sarebbe perciò riduttivo chiamarlo circo…

“MOLTO PIU’ CHE SEMPLICI INTRATTENIMENTI CIRCENSI”

Se qualcuno tra i lettori ha avuto o avrà l’opportunità di assistere ad una delle sue esibizioni non potrà che concordare sulla assoluta capacità di intrattenimento, nel senso più nobile del termine, quale celebrazione del regno dell’insolito e della fantasia in cui nulla è scontato e tutto è possibile. Non solo per i bambini ma anche per gli adulti.

 

Mimo, acrobazia e giocolerie non sono proposti al pubblico come un semplice susseguirsi di numeri e scene ma ruotano intorno ad una trama centrale da cui si dipanano le performance. Ogni spettacolo è un unicum e si avvale di artisti provenienti da diverse scuole circensi e, talvolta, di ospiti estranei al mondo del circo, come atleti sportivi e musicisti. Proprio la musica riveste un ruolo tutto particolare rispetto al suo impiego nei circhi di stampo tradizionale: le colonne sonore di ogni show, esclusivamente prodotte per gli stessi, sono eseguite rigorosamente dal vivo e attingono spunti dai più disparati generi musicali. Alcune di esse, come la celeberrima Alegria, dal titolo dell’omonimo spettacolo ideato nel 1994 per festeggiare il decimo anno della fondazione, costituiscono ormai un classico.
https://youtu.be/YOHCWSadPx0?list=RDYOHCWSadPx0

Non solo circo, dunque, ma anche teatro, musical, mimo, luci, costumi di scena molto elaborati (ma tali da rendere possibile ogni movimento), tecnologie avanzate di videomapping, in un complesso scenografico di enorme portata che ha scelto di non impiegare gli animali per gli spettacoli, sono gli ingredienti di qualità di una ricetta vincente in grado di provocare i sensi ed evocare emozioni senza differenze di età…
Con la magia che lo contraddistingue, al Grand Chapiteau di Tor di Quinto, il Cirque du Soleil torna a stupire con Totem, show inedito per l’Italia, che arriva nel nostro Paese a dieci anni dalla sua prima mondiale di Montreal, il 22 aprile del 2010.
Grazie alla firma inconfondibile del suo fondatore e scritto e diretto da Robert Lapage, lo spettacolo coinvolge un cast di 48 artisti tra acrobati, attori, musicisti e cantanti, provenienti da 28 Paesi, in un’armoniosa combinazione di talenti ed effetti visivi tali da andare al cuore dello spettatore. Rappresentato più di 3000 volte a partire dal suo debutto, Totem propone un viaggio multisensoriale attraverso le principali tappe della specie umana, dagli anfibi al desiderio di volare: la parola “totem”, ripresa dalla lingua degli indiani d’America, rimanda ad un essere, oggetto di particolare rispetto, identificato o intimamente connesso ad un mitico capostipite.

“Evolution starts with imagination”

Ispirandosi alle civiltà perdute del Sud America e ambientato in un’isola che ricorda la forma di una gigante tartaruga, lo spettacolo indaga tra i legami che intercorrono tra l’Uomo e le altre specie, ripercorre i sogni dell’umanità, senza dimenticare i rapporti che ci legano non solo alle nostre origini animali ma anche alle specie con cui condividiamo il pianeta. Le esibizioni acrobatiche rimandano, sullo sfondo di una natura incontaminata e lontana, ad imprescindibili archetipi di personaggi e questioni esistenziali attraverso cui viene tracciato un affascinante viaggio nella storia dell’umanità in una “celebrazione della natura e degli esseri viventi” …
E non solo.
Il tutto con una precisione assolutamente millimetrica.

Non è un caso che si possa restare a bocca aperta per buona parte dello spettacolo, in un iperbolico susseguirsi di sorprese e di emozioni.
Non è un caso che tra i pareri della critica c’è chi ha parlato di “passione” e di “impulsività”…

“Passione è la parola chiave per uno spettacolo che risplende di pura impulsività”
AARGAUER ZEITUNG

1 thought on “Molto più che circo

  1. Una novità assoluta per me! Dev’essere davvero straordinario questo nuovo modo di attuare l’arte circense. Grazie per avercene fatto dono.

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