CARMINA VIRI

di Fulcanelli  ©

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Senno di poi

 

Mi guardo intorno e non c’è niente.
Non ci sono rumori, luci, odori, sapori. Il virus è diventato padrone dei nostri giorni, del nostro futuro… e dei ricordi?
Ho la sensazione che il passato sia un presente troppo veloce.
Ho ancora in bocca il gusto del gelato di ieri in fondo alla strada.

Il suono delle chiacchiere echeggia fragoroso nella mia testa. Sento tra le dita la forma delle tue dita.

Quanto tempo è passato dall’ultima carezza?

Non lo so più. Confondo il tempo. Il tempo mi confonde.
Non c’è anima nelle strade. Ti metto a fuoco nei miei ricordi. Com’era facile salutarsi, sapendo che ci saremmo rivisti dopo poco.

Se avessi saputo
Che era l’ultima volta
Ti avrei guardato fortissimo
Avrei impresso i miei occhi nei tuoi
Perché tu li ricordassi.

Se avessi saputo
Che era l’ultima volta
Ti avrei stretto fortissimo
Avrei fuso il mio corpo col tuo
Perché fossimo un unico cuore.

Se avessi saputo
Che era l’ultima volta
Ti avrei sentito fortissimo
Avrei respirato il tuo odore
Perché niente mi inebriasse di più.

Se avessi saputo
Che era l’ultima volta
Ti avrei promesso
Che non sarebbe stata l’ultima
Ma solo la prima delle ultime.

Nasce, senza saperlo, la prima poesia della mia vita.
L’immensità dell’essere umano estrae la bellezza dal male assoluto.

Questa non è la fine.
È l’inizio di un nuovo mondo.

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