Liquidità alle pmi senza burocrazia
di Canio Trione
Economista
I decreti “liquidità” in via di approvazione in questi giorni segnano un grande passo avanti nella filosofia del sostegno alle imprese italiane colpite dal COVID 19.
L’aver inventato l’erogazione di credito bancario garantito dallo Stato a chi non ha grande fatturato è cosa portentosa. Offrire 25000 euro e più a tutti senza produrre chili di carte e garanzie multiple ha del copernicano.
Si tratta di una rivoluzione rispetto alle regole imposte su scala planetaria dopo la Grande Crisi creditizio-finanziaria iniziata nel 2007-2008. L’aver tenuto fuori dal credito per più di dieci anni milioni di imprese e persone ha inchiodato il tasso di crescita in ogni parte del mondo a cifre risibili e lo ha reso interamente dipendente dalle iniezioni di liquidità nuova o fiscale che sono state elargite. Senza parlare dei problemi di redditività regalati alle banche.
L’Italia, complice il virus, si è incaricata di guidare il mondo in una nuova era.
Deve essere sembrata cosa semplice -come rubare dalle cassette dell’elemosina di una chiesa- aver pubblicizzato i rischi del credito erogato anche a non bancabili… e quindi lo si è fatto. Probabilmente la cosa apparirà azzardata e costosa per i garanti di questo credito elargito in modo non ortodosso, ma è liquidità che sarà distribuita “dal basso” riuscendo lì dove la potenza delle banche centrali ha fallito miseramente; senza perciò accedere alla blasfemia della moneta stampata e bombardata dall’elicottero… anche il tasso è quello giusto..
Per decenni i libri di economia parleranno di questa incredibile rottura della ortodossia bancaria…qualcuno si chiederà perché si sono dovuti attendere migliaia di morti per decidere di riammettere al credito milioni di micro imprese.
Tutto bene dunque? Certamente non finisce qui.
Ci sono altri aspetti da migliorare
1) Si è prevista una scadenza a questo credito spostando così nel tempo l’incombente disastro.
2) si è limitata la platea dei fruitori alle imprese laddove il consumo è l’altra delle tre grandezze economiche crollate sotto il peso delle imposizioni anti virus.
3) costerà molto alle Istituzioni garanti che dovranno sopportare buona parte dei rischi. Cioè il problema è stato spostato nel tempo e su alcune Istituzioni ma non è stato risolto. Il credito al consumo non è stato neanche lontanamente immaginato forse proponendosi uno sviluppo orientato all’export e quindi sottacendosi la generalità planetaria del fenomeno recessivo e quindi la forte rivisitazione del concetto di globalizzazione se non la sua prematura scomparsa.
Quindi questa coraggiosissima innovazione non produrrà tutti gli effetti voluti e possibili se rimane quella che è.
Si dovrebbe allargare la misura a tutti titolari di conti correnti che avrebbero dovuto avere, volendolo, un affidamento di 10.000 euro a tasso simile a quello oggi previsto più una piccola commissione mensile aggiuntiva. Affidamento privo di termine temporale ma annullabile solo su richiesta del titolare del conto. L’impegno sarebbe stato poco superiore a quello oggi contratto mentre il rischio per la banca sarebbe limitato agli interessi e quindi anche le Istituzioni garanti avrebbero rischiato meno. Le banche avrebbero potuto beneficiare di interessi e commissioni per sempre anche in costanza di tassi bassi e negativi mentre in caso di fabbisogno di liquidità avrebbero potuto alienare il credito e lucrare un piccolo guadagno.
Molte altre cose avremmo introdotto assieme alle misure che stiamo commentando ma questo sistema da noi qui ipotizzato e già più volte da noi proposto nel passato può allargare il credito rilanciando quello al consumo di pari passo a quello offerto a piccole e medie imprese; il consumo è determinante in ogni fase del fenomeno economico e l’attuale momento non sarà superato se il consumo non tornerà immediatamente ad essere più simile a quello degli anni ’60 che a quello del nuovo secolo.
Circostanza essenziale, ripeto essenziale, anche per il gettito erariale. In periodi di enorme liquidità parcheggiata nelle banche questa si può rivelare una opportunità storica per rilanciare banche ed economia su una base più moderna e meno ottusa di quella uscita dalla crisi Lehman.
Siamo ancora in tempo per migliorare in modo decisivo lo sforzo già fatto ma ancora insufficiente.
PH Credit:
http://neweconomyweek.org/blog/community-control-organizing-community-land-trusts-nyc
By New Economy Project