di Giuseppe Laterza

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Nel pieno della tempesta epocale che vede tutto il mondo in ansia per un virus inatteso, seppur già fantasticato dalla letteratura e dalla cinematografica per le sue conseguenze catastrofiche, che però hanno sempre un epilogo positivo per la salvezza dell’umanità, nel dubbio che la realtà sia più cruda, con le sue vittime vere, tangibili, nel vuoto improvviso che creano tutt’intorno, tra affetti infranti, paure e ritorni di fedi e speranze per margini di sopravvivenza possibili, mi predispongo ad una riflessione sul tema di questo articolo, il Mediterraneo.
Questo mare da me inteso come crocevia di culture, di letterature attraverso i libri, veri scrigni di memorie e di futuro, le loro pagine come fili di Arianna lanciati nel labirinto del tempo e dello spazio, per marcare la presenza dell’uomo nell’era a lui concessa dall’infinito.
A ben guardare l’intero pianeta, il Mediterraneo è proprio uno specchio d’acqua molto piccolo rispetto alla superficie della terra. Tale condizione è da considerare una risorsa quasi unica nel contesto generale. Essa afferisce sicuramente ai comuni denominatori che uniscono i popoli che vi si affacciano, con le loro identità, le loro storie e tradizioni, fedi religiose e processi di laicità, ma, ancor più, con le capacità di confrontarsi e rapportarsi con le realtà dei rispettivi retroterra, luoghi dove il mare è ancora una meta lontana e talvolta sconosciuta, e con esso il concetto di “libertà”, che implicitamente aleggia sull’uomo di mare, libero di solcarne flutti, padrone dei venti e delle stelle da tempi remoti, pur consapevole e rispettoso dei pericoli che pur rappresenta.
E infine, il Mediterraneo mi riporta a Odisseo e al suo continuo navigare verso la conoscenza, con gli dei che giocano col suo destino, ma sempre pronto a cercare soluzioni terrene fatte con le proprie mani e la propria intuizione, sicuro di voler vivere il giorno a lui concesso, per tramandare la sua esperienza al mondo che verrà.
Osservo ancor meglio e più da vicino al globo il Mediterraneo e mi riporto ai tempi attuali, alla storia contemporanea, alla necessità che questo mare, ormai la più grande, veloce ed economica via di collegamento tra terre costiere può essere idealmente suddiviso a sua volta in due fasce orizzontali in relazione ai contesti morfologici e politici che si contraddistinguono, e alle affinità culturali e religiose. Spagna, Francia, Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Grecia, Malta, Portogallo, rappresentano gli anelli di una catena che fa del Mediterraneo il centro su cui convergere ogni sforzo progettuale per meglio raccordarsi con il futuro e con il mondo intero in termini senza dubbio e principalmente culturali.
La voglia di emancipazione culturale di questi popoli, già forti di un passato che si avvale dell’influenza dell’Impero romano e ancor più del Medioevo e del Rinascimento, trova ancora nella ricerca della Bellezza, della Giustizia, della Pace sociale, intesa come Uguaglianza e Libertà nel rispetto delle libertà altrui, motivi per agire congiuntamente nella prospettiva di anticipare il futuro e rendere un buon servizio alla umanità intera e nel confronto costruttivo con tante altre realtà pregne di esperienze millenarie diverse.
Il ruolo della letteratura rimane un baluardo essenziale contro il degrado culturale che persiste, se non proprio cresce in molte fasce delle giovani popolazioni.
Determinante è l’importanza degli studi delle Lingue, della Storia, meglio se Storia integrata con i risvolti economici, geopolitici, e biografici dei personaggi maggiori e minori che ne hanno determinato i cambiamenti, da cui poter comprendere dinamiche evoluzioni e sviluppi.
Anche la narrativa, come la poesia svolge un ruolo determinante nel coacervo della Catena ideale dei popoli del Mediterraneo, capace ancora di sognare, raccontare la realtà, riportare esperienze ed emozioni, cronache di vita contemporanea e di tempi passati, immaginare mondi fantastici e tanto altro ancora per essere alimento del pensiero di chi ama leggere. E solo così si tiene in vita quell’anelito di libertà che resta la garanzia di un vivere civile.
Tanti anni addietro, prima della caduta del Muro di Berlino, in visita a Budapest, mi colpì vedere nelle Librerie del centro i carrelli, come quelli in uso oggi nei supermercati, che venivano utilizzati per l’acquisto dei soli libri .
Era quello il segnale di un latente fermento di libertà, uno dei pochi mezzi a disposizione di genti oppresse, per volare oltre i propri confini di ferro spinato e, sfogliando pagine di libri da leggere, percorrere il mondo in tutte le sue molteplici espressioni.

Fratelli delle Coste del Mediterraneo, vi immagino tutti uniti sotto la Bandiera del Mediterraneo, senza armi che non siano le idee, le emozioni, i libri e le nuove frontiere della comunicazione.

Tutti a navigare questo Mare trasformato in agorà, in cui incontrarsi con le proprie identità.
Ancora oggi, troppo spesso cimitero di sciagurate anime in cerca di pace e civiltà, per renderlo nuovamente, e ancor più, specchio dove si riflette quel sole nascente ad oriente, che ci indica nuove vie, per tutti simbolo di uguaglianza, diffusore di calore e luce su tutti, senza distinzione alcuna.

http://www.edizionigiuseppelaterza.it

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