di Francesco Cosimo Andriulo

Tutti hanno visto almeno una volta un meme, e molti conosceranno Winnie the Pooh.
Per quanto tenero l’orsetto giallo in Cina è un’ospite non gradito.

Nel 2013 fu scattata una foto dell’incontro tra l’allora presidente Barack Obama e Xi Jinping, diffusa su internet con un’immagine di Winnie con il suo amico Tigro.

 

Da allora iniziarono a circolare meme riguardanti il leader cinese e l’orsetto Disney e questa analogia intaccava la possente immagine del Leader.
Dal 2018 in Cina vennero rimossi dai social qualsiasi contenuto riguardasse Winnie the Pooh, normalmente un’operazione del genere sarebbe complessa, ma il governo ha pieno controllo della rete e quindi potere di censura.

Sono numerosi i paesi che hanno un ferreo controllo di Internet al livello nazionale, come Iran, Corea del Nord, Cina , Russia , Turchia e sempre più persone devono ricorrere all’anonimato digitale per poter esprimere la loro opinione liberamente.

L’internet cinese in particolare è autonomo dalla rete globale, anzi grazie alla sua “intranet” può gestire le informazioni disponibili grazie al “Great Firewall”, avendo massimo potere sull’opinione pubblica.
Il Great Firewall è in vigore dagli inizi del 2006 e la sua unica funzione è quella di amministrare le ricerche attraverso l’uso di approcci informatici invasivi, come una gigantesca muraglia cinese che ingabbia la conoscenza.

 

In Cina non si utilizza né InstagramFacebookGoogle perché proibiti dal Partito, al loro posto si utilizzano WeChat, Weibo e altri social che nessuno qui conosce, ma in realtà vantano milioni di utenti.

Questa gestione apparentemente porta ordine nel violento Far West delle idee, eppure crea soltanto una stagnazione conoscitiva.

Eco dichiarò “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli”, questo è vero solo in parte perché non tutto quello che accade sui social network è “giusto”, ma sicuramente è “nuovo” .

I meme sono un esempio rappresentativo, perché dissimulano le ipocrisie della realtà, portando la nostra mente oltre il quotidiano, oltre il “velo di Maya”.

Uno stato che governa il pensiero del suo popolo è pericoloso, trasformando l’Agorà in prigione politica.
La libertà di espressione appartiene ad ogni uomo e se per noi occidentali è equiparabile ad un diritto naturale per altre culture appare superflua, ma così non è.

Manzoni ambientò i Promessi Sposi nel ‘600 proprio per poter descrivere la società contemporanea liberamente, senza ripercussioni.

Insomma ogni potere che aspira all’egemonia assoluta vuole controllare l’informazione e ora Internet è lo snodo comunicativo più importante in politica.

I meme possono trasportare messaggi importanti, rivelandosi potenti mezzi per trasmettere un’idea e la loro censura è un campanello d’allarme.

L’Ironia è la più efficace delle armi per detronizzare il potente, perché prosciuga e esorcizza il potere che diviene risata e questa è la vera forza della satira, della commedia e del meme.

“Il riso distoglie, per alcuni istanti, il villano dalla paura. Ma la legge si impone attraverso la paura “ affermava Jorge nel “Nome della Rosa” di Eco: in quel contesto erano stati commessi atti di ogni genere per nascondere gli scritti di Aristotele sulla Commedia, perché si temeva che gli uomini potessero eludere la potenza divina grazie al riso.

I meme quindi travolgono le menzogne con la risata, ribaltano i dogmi e aprono il vaso di pandora del nostro mondo, svelando le corrisponde nascoste, il sole oltre la caverna.

 

 

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