La follia di Oreste riscrive il mito
di Dunia Elfarouk
La sfida. Narrare il mito. Oggi. Attraverso una delle più complesse (e fraintese) tragedie euripidee. Sì, proprio oggi. Nell’Inanità di massa. Un’impresa di certo non da poco: comporta una lena d’animo che solo le più pirotecniche penne contemporanee si possono permettere.
Christina Magnanelli Wetensfelder, Marco Eugenio di Giandomenico, Giacomo Maria Prati, credetemi, ci sono riusciti. Come direbbe qualcuno, ve lo assicuro e ve lo prometto “su ogni scrigno di noce, su ogni acino d’uva, su ogni grillo nascosto, su ogni stella del firmamento”.
Tutta la vita di Oreste si dipana in trame cupe, circostanze avverse, angosce incapaci di riaprire l’orizzonte dell’anima.
Dall’uccisione della madre si scatena nell’eroe una serie di eventi che lo portano dall’oscurità della follia a un migrare randagio senza sosta e, soltanto in fine, a un’insperabile ai mortali quiete ritrovata. Addirittura al trono.
Sarà mica che le Furie, con il loro intervento, abbiano perseguitato la ragione di Oreste per cambiarne il disegno la sorte il significato? La direzione? Sarà mica che occorra ascendere nel sotterraneo della sofferenza superumana per aspirare al trono dei savi? Deve forse la disperazione che prende il nome di follia essere il labirinto necessario per giungere al perdono e, quindi, a rinnovata ragione? Suscita questo scritto tragico-greco in chiave contemporanea infinite domande.
Si esprime con un’impostazione grafica elementare. Essenziale. Maneggevole e compatta quanto innovativa, così come sono nuovi i contenuti, gli spunti di lettura di una delle più grandi opere greche antiche.
Le Furie portano Oreste negli inferi dell’anima, nel più profondo abisso perturbante, sino a farlo vagare senza pace. Soltanto, infine, l’oracolare responso di Delfi lo salverà incoronandolo. In un tuffo d’acqua. Il fiume di Metauro lo purificherà o, chissà, semplicemente, lo risveglierà come fa una secchiata ghiacciata in piena narcosi estiva. Lo riporterà dalla paralisi della disperazione alla gloria dinamica della salvezza. Immortale.
In sintesi. Meravigliosa wanderung nei voli inesplorati del mito. Meravigliosi Christina Marco Eugenio e Giacomo Maria. Meraviglioso Oreste.