Ritrovarsi in Paradiso
Le maioliche degli animali della Chiesa di San Michele Arcangelo
di Samanta Leila Macchiarola
Docente di latino e greco
Nel mondo antico e, più in generale, in un passato in cui il rapporto della specie umana con gli animali è stato molto stretto, gli uomini interagivano con le altre specie assai più frequentemente.
Equilibri ecologici diversi e relazioni altrettanto diverse tra gli spazi abitati della città, quelli semi abitati della campagna e la natura selvaggia, hanno reso possibile, dal mito all’arte, dalla filosofia alla medicina il riferimento, in chiave simbolica e comunicativa, agli animali.
Rispetto alle civiltà moderne e postmoderne, le società preindustriali convivevano naturalmente con la fauna terrestre in virtù degli stretti e frequenti contatti con la campagna e il mondo agricolo.
E spesso, in un mondo in cui saper leggere e scrivere era un privilegio, li raffiguravano per comunicare idee, visioni della vita, ammonimenti, verità di fede…offrendoci degli spettacolari affreschi del mondo animale. Un mondo animale dove, talvolta, animali domestici, fantastici, esotici prendevano vita, offrendosi agli sguardi meravigliati dei loro contemporanei.
Immagini che non smettono oggi di affascinare cultori della storia dell’arte, appassionati e curiosi turisti, studenti, a prima vista, forzosamente condotti ad ammirare le bellezze della nostra penisola.
Proprio a loro, ai miei studenti, mi riferisco, ricordando i loro occhi, inizialmente perplessi, e il loro compiacimento all’uscita dalla Chiesa Monumentale di San Michele ad Anacapri…
Un vero ed autentico gioiello da non perdere, in tema di raffigurazione di animali e non solo…
“Se visitate l’isola di Capri non potete, perciò, assolutamente perdervi la chiesetta di San Michele Arcangelo!”
Quello che vi colpirà è il pavimento, unico nel suo genere, in quanto realizzato con maioliche dipinte a mano che insieme compongono l’Eden, il paradiso terrestre con i suoi animali, piante e alberi da frutto. Non poteva, ovviamente, mancare, nelle intenzioni del suo ideatore, la presenza di Adamo ed Eva e, in omaggio all’Arcangelo Michele, la sua raffigurazione nell’atto di scacciare i due peccatori, dall’alto di una nuvola con la spada infuocata brandita nella mano destra.
Fu Leonardo Chiaiese, autore dell’opera pavimentale, uno dei più celebri “riggiolari “del napoletano (da riggiola, ovvero la tipica mattonella maiolicata decorata a mano), a realizzare quello che è stato definito “il più fulgido esempio artistico “del Barocco.
Ma veniamo ai fatti…
Alla fine del ‘600, il Vescovo di Capri, per volontà di tal Suor Serafina di Dio, volle che questa chiesa, progettata con molta probabilità da Domenico Antonio Vaccaro e dedicata al principe di tutti gli angeli, fosse eretta a fianco al monastero che già da qualche anno rappresentava una nuova “casa” dell’accoglienza sull’isola.
A differenza di quest’ultimo, riservato alle monache di clausura, la chiesa, terminata nel 1719 e collocata sul lato sinistro della graziosa Piazza S. Nicola, appare piccola ma, il suo sviluppo verticale e armonico incuriosisce anche il visitatore più distratto che, entrandovi, non può non sottrarsi allo stupore…
Nonostante le preziose tele, la pregevole architettura dell’interno e gli eleganti altari, lo sguardo è, infatti, immediatamente catturato dal pavimento che, costituito da oltre 2500 riggiole, vide la sua realizzazione nel 1761.
Oggi è possibile ammirarlo percorrendo una passerella in legno che lo circoscrive oppure, salendo la scala a chiocciola, dall’alto della cantoria da cui, un tempo, le monache di clausura, nascoste dietro le grate, potevano vederlo al riparo dal mondo.
Una vera e propria opera d’arte, vivido nei colori (giallo e nero, sfumature di celeste e di verde, blu intenso…), luminoso per l’accurata dislocazione della luce, riccamente decorato, spettacolare per la numerosità e varietà dei soggetti, per lo più animali ognuno dei quali “recita” un ruolo e “parla” attraverso la propria storia, una storia che affonda le proprie radici nelle antiche culture del Mediterraneo.
Il visitatore può immergersi nella biblica atmosfera del paradiso terrestre: ogni elemento, così come ogni animale, rappresenta un simbolo ben preciso, quasi tutti hanno lo sguardo rivolto verso l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male sul quale si intreccia un serpente, chiara allusione al diavolo.
Ciascun animale rimanda ai vizi umani e agli insegnamenti della fede cristiana, ma anche alla vita quotidiana, quella degli abitanti dell’isola, simboleggiata da una capra raffigurata su di una roccia.
Partendo dal basso la scena si apre, infatti, con animali da fattoria, mucche, pecore e caprette, queste ultime, in passato, allevate anche come animali da compagnia…
Salendo, troviamo l’unicorno, animale del mito e dello spirito cristiano, l’unico ad essere frutto della fantasia, simbolo di purezza, rappresentazione dello Spirito Santo.
E poi ancora il coccodrillo, simbolo della tentazione; un’aquila, simbolo di regalità; un leone, simbolo del coraggio; un elefante, la mitezza; un pellicano, simbolo di Fede, Speranza e Carità; il cervo, simbolo di calma, forza e speranza; il pavone, caro all’iconografia cristiana e simbolo della Resurrezione; un cavallo, alcuni cani; una pantera maculata, uno degli animali di più difficile interpretazione; il lupo, dromedari, un riccio…e altri animali ancora si rendono visibili all’occhio del visitatore più attento…
La scena è completata da immagini di sapore bucolico, prati e bellissime cascate, raffigurazioni realistiche, curate nei minimi dettagli che, salendo in alto, conducono lo sguardo all’Albero della Conoscenza: poggiata su di un ramo, a destra, la civetta, rappresenta Cristo che ci osserva, anche al buio, salvandoci dalle tenebre.
A fare da sfondo un cielo stellato, con a destra la luna crescente, a sinistra il sole.
“Un’occasione unica, per ammirare e ripercorrere la storia della creazione e del peccato originale e, perché no, per “ritrovarsi in Paradiso” in un’isola incantevole come Capri…”
Meraviglioso !
Magnifica esposizione
Ricchezza di particolari storici e artistici di cui l’autrice e’ ben temperata.
Consigliabile una visita a Capri.
Grazie all’autrice che mi ha personalmente arricchito.
Franco Leobono.
Grazie per la dettagliata spiegazione, mi è sembrato di essere lì ad osservare ed ammirare. Quanta arte nella nostra piccola, grande penisola!