Continuità
di Lidia Corticelli
componente del Direttivo della Consulta delle Associazioni
di San Severo – Foggia
“Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol essere lieto, sia!
di doman non c’è certezza.”
Lorenzo de’Medici
Questo 2020 è stato l’anno in cui la storia di tutti è cambiata all’improvviso e le difficoltà di chi già viveva in condizioni di vulnerabilità si sono aggravate.
E il “di doman non c’è certezza” diventa un paradigma con cui confrontarsi, una necessità di oggi ma anche di ieri: basta pensare alla crisi economica globale iniziata nel 2007 /2008.
“La condizione di povertà ha assunto forme diverse e viene vissuta in modi altrettanto diversi… Quella economica è la più visibile e su questa si cerca di dare risposte in tanti modi…”
Dal mondo dell’associazionismo a quello più istituzionale, tante sono, infatti, le forme di intervento e nell’ultimo decennio esse sono diventate abbastanza presenti su tutto il territorio nazionale.
Sempre più frequentemente, però, si sente parlare di nuove povertà, che anche gli anziani di oggi, nonostante provengano da quelle povertà più note e con cui hanno fatto i conti, si trovano ad affrontare, spesso disorientati di fronte alle nuove forme
.
Oltre alla deprivazione economica, che ancora persiste, altre dimensioni sono subentrate e il nostro tempo è chiamato a confrontarsi con esse.
“Uno dei fattori è l’indebolimento dei legami sociali”
La rete di relazioni in cui l’individuo è inserito non è più scontata come lo era nel passato.
La solitudine, già insostenibile sul piano personale, diventa un ulteriore handicap quando mancano anche risorse economiche…
In Italia la massima concentrazione di anziani che vivono da soli si trova al Centro/Nord.
Gli interventi del welfare pubblico e privato sociale, non sempre sono all’altezza di quel bisogno di care che le persone anziane pongono.
L’attenzione va posta su altre direzioni. Ci sono esperienze in cui l’anziano o, comunque, chi ha superato la soglia dei 60/65 anni, può trovare un ruolo, esperienze possibili là dove il tessuto sociale esiste ed è in grado di generare iniziative finalizzate al bene comune.
Sempre di più ci si confronta, oggi, sulla vita del quartiere, ritornando a pensare ad un’urbanistica fatta di politiche di vicinato e prossimità.
L’abbandono delle periferie, dove vivono molti anziani, richiede un’ attenzione con proposte di progetti urbanistici per una riqualificazione dei quartieri. Abbiamo bisogno di uno scossone culturale per attivare un processo di rigenerazione culturale.
Occorre creare condizioni per un nuovo modello sociale, una nuova comunità di vicinato il cui valore viene, oggi, nella situazione di emergenza che ha coinvolto tutti, sempre più riscoperto.
Quanta stoltezza nel non comprendere come gli anziani rappresentino una ricchezza unica e inequivocabile per il benessere della società! Sarebbe opportuno che qualcuno si pronunciasse in modo esplicito sull’importanza della loro presenza in moltissime attività.
“La vita vissuta è stata loro maestra e consigliera nel comprendere le verità più importanti ed essenziali del vivere in questo mondo”
Aver raggiunto una certa età significa entrare in un deserto, alla scoperta dell’essenziale che già alberga nel cuore, per trasmettere il vero senso dell’esistere…
Paul Ricoeur, tra i maggiori testimoni e protagonisti della coscienza filosofica del Novecento, nello scritto incompiuto pubblicato postumo, “ Vivo fino alla morte”, delinea lucidamente la libertà della consegna della vita che, pur nella drammaticità, è possibile.
Chatherine Goldenstein, sua segretaria personale che lo ha accompagnato fino agli ultimi istanti di vita, a dieci anni dalla morte, nel 2015, ha voluto ricordarlo per “il suo attaccamento al pensare sino alla fine la continuità possibile dell’essere al di là del ripiegamento su se stesso…”
“Una certezza, testimoniata dal filosofo francese con la propria esistenza, e, nello stesso tempo, una scommessa per tutti…”