Un passaggio possibile
di Michela Carafa
psicologa e psicoterapeuta
Fino a qualche tempo fa l’avanzare degli anni, con l’inevitabile sopraggiungere della terza età, era percepito e considerato principalmente come una fase di abbandono, di attesa della morte in cui la persona “perdeva” ogni sua attività e risorsa mentre aspettava e guardava in modo passivo lo scorrere del tempo…
Nel corso degli ultimi decenni, per fortuna, le cose sono cambiate molto, non solo per chi osserva la terza età ma , soprattutto, per chi la vive.
Oggi, infatti, la terza età si presenta come una vera e propria opportunità, una scoperta del nuovo, una fase dinamica e attiva che mette la persona al centro della sua vita come attrice protagonista che sa affrontare anche i sentimenti di solitudine e, se vogliamo, depressivi che inevitabilmente questa fase porta e che, è bene precisare, non possono non essere considerati.
E’ a partire dai primi anni ‘70 che gli anziani iniziano a diventare oggetto di osservazione e riflessione, con la conseguente scoperta delle molteplici possibilità di crescita personale che questa fase di vita può offrire.
Di solito si parla di età anziana intorno al sessantacinquessimo anno di età, distinguendo giovani-anziani (64-74 anni), anziani (75-84 anni), grandi vecchi (85-99 anni) e centenari.
È importante specificare che questa classificazione si riferisce solo ad aspetti quantitativi senza tener conto di quelli qualitativi: pertanto, è importante analizzare questa fase della vita anche attraverso fattori puramente soggettivi.
L’invecchiamento non è solo un processo attraverso il quale ci si modifica in funzione del tempo ma “riferito all’uomo indica il complesso delle modificazioni a cui l’uomo va incontro, nelle sue strutture e nelle sue funzioni, in relazione al progredire dell’età” (Cesa-Bianchi,1987).
“L’invecchiamento avviene con modalità diverse e variabili da individuo a individuo e se un tempo venivano sottolineati gli aspetti più negativi di questa fase di vita, oggi, per coloro che varcano i 60 anni, la vita è sempre più spesso un’occasione per riscoprirsi e mettere in campo le proprie risorse”
Con l’aumento della vita media, coloro che hanno 65 anni hanno davanti, più o meno, ancora altri venti anni di vita e cosi come è cambiato il termine del fine vita sono cambiati anche i progetti, il lavoro, la sessualità, il piacere.
La senilità è, senza dubbio, una delle fasi più complesse del ciclo di vita e i compiti evolutivi che propone sono tra i più difficili da affrontare sia per il singolo individuo che per la famiglia allargata; non si tratta più solo di una persona che ha bisogno di assistenza e cura, ma anche di una persona attiva e dinamica che può ancora avventurarsi nella vita.
“La maturazione acquisita genera nuove possibilità e attiva nuove risorse attraverso la creatività e la capacità di reinventarsi”
D’altro canto è innegabile la presenza di eventi critici, distintivi di questa fase quali il pensionamento, il diventare nonni, la malattia e, inevitabilmente, la morte.
Il pensionamento se, da un lato è vissuto, come perdita, d’altro canto, può rappresentare l’occasione per riprendere vecchi interessi e sperimentarne di nuovi: non è raro vedere sempre più anziani che si iscrivono a corsi di ballo non solo per divertirsi e fare attività fisica ma anche per conoscere nuove persone. Tanti altri scelgono corsi che possono permettere l’acquisizione di nuove attitudini, favorendo il benessere e la vitalità: in tal senso si spiega l’aumento, in maniera esponenziale, di circoli e luoghi di aggregazione per persone mature.
Si continua, inoltre, ad essere genitori, rinegoziando la relazione con i figli, relazione che, oggi, diventa sempre più una scelta, una relazione di confidenza, di reciproca interdipendenza , di sostegno reciproco, uno spazio di confronto e crescita personale.
La nascita dei nipoti è un evento estremamente positivo in cui è necessario il raggiungimento di un equilibrio tra la vicinanza e il distacco per evitare di sostituirsi al genitore: sempre più spesso ci troviamo di fronte a famiglie che necessitano del supporto emotivo, logistico ed economico da parte della famiglia di origine.
Trovare un giusto equilibrio e definire dei confini chiari diventa un compito davvero difficile!
“All’opposto ci sono famiglie che richiedono un aiuto concreto dei nonni che, però, si ritrovano in una fase nuova, di rinascita, piena di stimoli e di nuovi interessi e che faticano, in termini di tempo e di stanchezza ad occuparsi e supportare le nuove generazioni”
Il mito dell’anziano attivo e impegnato a cui siamo sottoposti e il cambiamento nello stile di vita della terza età da parte degli individui ha necessariamente comportato un cambiamento nell’affrontare anche la malattia, vissuta con ambivalenza e sentimenti contrastanti che portano l’anziano, da un lato, ad aver bisogno di vicinanza e cura, dall’altro, a rivendicare la propria autonomia e il proprio ruolo adulto.
“Il modo in cui i figli si prendono cura degli anziani è influenzato dalla storia relazionale passata tra genitori e figli: la cura dei genitori anziani rappresenta una sorta di restituzione delle cure ricevute, anche il delegare la cura ad altri attori se prima era vissuto come una “colpa” adesso appare una modalità ricorrente e giusta, normale dovuta ai cambiamenti avvenuti anche a livello sociale”
Sicuramente uno degli eventi più critici che caratterizza questa fase è la morte che, per la su ineluttabilità, richiede una serie di adattamenti. Per la maggiore longevità, il coniuge che spesso rimane è la donna che tende a continuare a vivere nella sua casa e non come accadeva prima a trasferirsi dai figli.
Se è vero che l’anziano e la famiglia, devono affrontare la perdita ed elaborare la separazione è anche vero che in questa fase della vita la morte viene accettata con più naturalezza.
Sicuramente avere la capacità di riorganizzarsi, coltivare nuove passioni per confrontarsi e socializzare permette di affrontare anche i momenti di solitudine in maniera più serena.
E’ chiaro quanto si possa pensare alla terza età come ad una nuova fase di passaggio, molto più morbida nella quale, ritrovare risorse inaspettate, riadattare la propria identità a nuove circostanze e a nuovi ruoli, scoprendo attitudini e opportunità sorprendenti, è, di fatto, una realtà possibile.
E’ opportuno sottolineare che, in questa fase della vita, anche la sessualità è stata riconsiderata e, se vogliamo, riscoperta: mentre, in passato, gli anziani venivano percepiti come “asessuati”, ora è ragionevole pensare che nonostante i cambiamenti naturali la sessualità resta un aspetto importante per la vita delle coppie…anche avanti negli anni!
Siamo, purtroppo, ancora lontani nell’accettare e considerare di potersi rivolgere ad uno specialista per questioni che riguardano il sesso ma alcune ricerche hanno rivelato che una vita sessuale soddisfacente può aiutare a vivere con maggiore serenità e pienezza questo periodo della vita, soprattutto per chi ha ancora la possibilità di vivere in coppia.
L’organizzazione Mondiale della Sanità, in tema di salute degli anziani, recita che “invecchiare è un privilegio e una meta della società”, affermazione che va oltre l’involuzione che questo tempo, con i suoi “acciacchi”, inevitabilmente, porta con sé, considerando positivamente i passi da gigante che medicina e psicologia hanno fatto in tale direzione.
Esistono oggi molte soluzioni “terapeutiche” che promuovono il ben-essere: fondamentali i centri di aggregazione, le Università della Terza età, i centri culturali che promuovono un’educazione permanente.
“Resta, tuttavia, fondamentale avere una rete familiare supportiva, soprattutto in termini di affetto e vicinanza emotiva, che sia da stimolo ad intraprendere nuove esperienze e sfide”
Una sfida che attende tutti… vivere la vecchiaia e “abitare” la terza età nel miglior modo possibile, avendo la consapevolezza di una maggiore capacità di controllo e gestione delle proprie emozioni: una sfida che consente di mantenere le relazioni sociali e di adattarsi al nuovo, sperimentando la libertà e senza perdere la propria identità, ancor meglio se sostenuti e incoraggiati dalla propria famiglia.
PH CREDIT: Orwell. Pino Verrastro – Enzo Varricchio Concept Photo, 2020, ediz. Scripta Moment