Punti di vista
di Samanta Leila Macchiarola
Cosa significa per lei la parola “scuola”? Cos’è o cosa dovrebbe essere questo luogo?
Angela Tartaglia – collaboratrice scolastica
“La scuola, a mio avviso, è una piccola comunità organizzata, all’interno della quale ogni figura ricopre un ruolo ben definito (Dirigenti, personale docente e non…).
Tutte queste figure per le rispettive capacità e ruoli, concorrono a raggiungere il medesimo scopo cioè la formazione personale, lo sviluppo professionale e conoscitivo e l’educazione, in senso lato, dello studente. La scuola, inoltre, deve saper instaurare un rapporto molto collaborativo con le famiglie degli studenti al fine di perseguire parallelamente lo stesso percorso educativo e formativo degli studenti-figli.
Per questi motivi la scuola deve trasformarsi, ancor di più, in un prosieguo dell’ambiente familiare in modo tale che lo stesso studente non percepisca il momento familiare distinto e separato da quello scolastico. La scuola dovrebbe essere “più famiglia” e la famiglia, soprattutto, “più scuola”.”
Nazzarina D’Errico – docente di scienze motorie
“Scuola è un luogo dove la vita scorre a 360 gradi per 6 ore al giorno. Incontri, nuove amicizie, studio, ansia, insicurezze, allegria, tristezza, convivialità…Ma, a mio parere, questo luogo necessita di ammodernamenti sia didattici che strumentali…la tecnologia dovrebbe essere potenziata come nel resto d’ Europa. Mi riferisco ad aggiornamenti in metodologia e valutazioni. Dovremmo, soprattutto, insegnare il metodo per un apprendimento efficace. E’ in questa direzione che la scuola dovrebbe evolversi.”
Concetta Ferrandino – assistente tecnico, laboratorio di informatica
“Sappiamo tutti che la scuola è un’istituzione destinata all’educazione e all’istruzione degli studenti attraverso attività didattiche appositamente organizzate, con figure professionali ben delineate oltre che consapevoli del loro ruolo.
La scuola deve essere, anzitutto, questo. Ma è anche il luogo, nel nostro caso, dove gli adolescenti sperimentano nuovi rapporti con amici o con gruppi di coetanei, il luogo dove si possono capire e sostenere a vicenda, in un’età in cui avvertono quel tipico senso di incomprensione legato all’età. Rappresenta, quindi, un luogo intermedio tra la famiglia e la società, una “via” che consente di uscire al di fuori dell’ambiente in cui hai vissuto per anni. Credo che la scuola debba essere sempre un luogo dai tanti stimoli per apprendere, per ricercare…ecc., ma anche in cui dare sostegno e aiuto nei rapporti fra coetanei, come in molti casi ho avuto modo di constatare lavorando, ormai da anni, a contatto con i ragazzi.”
Antonio Manlio Esposito – docente di diritto
“Con la parola scuola intendo un unico significato: la scuola è “palestra di vita”. Non sempre, purtroppo, nel corso degli anni, si è considerato l’alto valore di questa istituzione, spesso calpestata o addirittura annichilita. Dopo la famiglia, la scuola è la cellula più importante della società, dove si formano le coscienze e si costruiscono le basi della futura società. Il concetto vero di scuola non è quello che si basa sulla sterile distribuzione di nozioni, ma quello che considera, innanzitutto, il profondo legame che si instaura tra il “maestro” e “l’allievo” e lo scambio reciproco di conoscenza.
Il “maestro” è anche “ministro”. E’ colui che conosce di più (magis) ma anche colui che è al servizio dell’alunno (minus). Solo in questa meravigliosa sinergia ed in questo indissolubile rapporto umano, si concretizza il concetto di “scuola”.”
Filomena Prattichizzo – docente di sostegno
“Scuola è necessità, urgenza quotidiana. Un “pronto soccorso formativo” che accoglie, forma, guida, corregge, migliora. È fatta di due polarità imprescindibili: docenti e alunni. In mezzo, ci sono solo, appunto, “mezzi”: piattaforme, libri, computer, corsi, manuali, seminari, laboratori, progetti, carte, registri, documenti. Solo “mezzi” che consentono di formalizzare ciò che le due polarità (insegnante e alunno) si trasmettono l’uno con l’altro. La scuola è e dovrebbe essere l’unico luogo al mondo in cui le polarità si fondono in modo meravigliosamente circolare: nessuno nota che spesso i ragazzi insegnano e i docenti da loro imparano?
Mi piace guardare alla scuola come ad un traghetto che conduce alla costruzione di vite e destini: solo per questo meriterebbe priorità assoluta nelle agende politiche e nelle manovre economiche.”