Fisica dei quanti: il dono sacro dell’intuizione
di Francesco Mirando
docente e videomaker
Tutti conosciamo l’episodio descritto da Vitruvio, l’architetto e scrittore latino della seconda metà del I sec. a. C.
La leggenda racconta di Archimede che esclama: Eureka! dopo aver compreso il celebre principio che descrive il comportamento di un corpo immerso in un fluido. L’illuminazione arriva in un luogo improbabile, nella vasca da bagno.
Siamo figli del positivismo ottocentesco e ancora confidiamo nella superiorità della ragione sull’istinto e l’intuizione.
Nonostante risulti popolare l’immagine della lampadina che si accende nella testa del genio che elabora una nuova, rivoluzionaria teoria, il ragionamento razionale ci rassicura e ci appare più sensato”
L’espressione “genio creativo” ci affascina, ma risulta più convincente la figura dello scienziato che si rifugia in un vecchio laboratorio, possibilmente pieno di polvere. Di solito si tratta di un uomo anziano con capelli arruffati che, dopo svariati tentativi e qualche esplosione, finalmente riesce trovare la risposta che cambierà per sempre la storia dell’umanità.
Questa versione ha il suo fascino, ha un che di letterario che rimanda al Frankenstein di Mary Shelley e al Dottor Jekyll di Stevenson.
“Forse in parte è ancora così, ma la sregolatezza e il non convenzionale non sono elementi da sottovalutare”
Albert Einstein disse: “La mente intuitiva è un dono sacro. La mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.”
Carlo Rovelli, fisico teorico e ormai affermato divulgatore, nel suo recente Helgoland (Adelphi 2020), tenta la non semplice impresa di spiegare la meccanica quantistica ai comuni mortali attraverso le vicende del giovanissimo Werner Heisenberg. Il geniale ventitreenne, non era uno sprovveduto e già conduceva importanti ricerche, collaborando con studiosi del calibro di Bohr e Pauli, ma è sull’isola “sacra” di Helgoland, nel Mare del Nord, che alle tre di notte, tutto sembra quadrare, i conti tornano. In preda ad un sano e consapevole delirio e ormai incapace di dormire, lascia l’abitazione, si incammina al buio verso una roccia a picco sul mare e lì decide di aspettare il sorgere del sole.
In quell’esatto momento, alle tre del mattino, Heisenberg capisce di aver scoperchiato il vaso di Pandora e di aver compreso alcuni dei segreti più reconditi della natura”
Rovelli descrive il momento dell’intuizione, con tutti gli stravolgimenti che questo strano fenomeno comporta; ciò alimenta il nostro interesse nei confronti di questo bizzarro personaggio, tanto geniale quanto umano. Il ricercatore era sull’isola anche per motivi di salute. L’assenza di pollini lo aiutava ad alleviare la sua forte allergia.
Interessante il paradosso del luogo aspro, su cui però attecchiscono idee rigogliose.
Solo un ragazzo di vent’anni poteva, nella sua incoscienza, ripensare la fisica senza pregiudizi e far sua l’intuizione di un nuovo rivoluzionario modo di interpretare la natura davanti ai suoi occhi. Pensiamo il mondo osservando gli oggetti che lo compongono e cerchiamo le leggi che lo regolano, ma un gruppo di giovani, ad inizio ‘900 ribalta la prospettiva della fisica classica.
La “fisica dei ragazzi”, così venne ribattezzata dai grandi dell’epoca, propone di ripensare ogni oggetto come una relazione. Non c’è nulla di isolato e ogni cosa comincia ad esistere solo in quanto si rapporta a qualcos’altro.
La fitta rete di collegamenti che ci circonda è la chiave di lettura di una realtà che però rischia di apparire inconsistente, frammentata. Lo stesso concetto verrà poi applicato agli esseri umani e si trasformerà nella “crisi dell’io” novecentesca dell’Uno, Nessuno Centomila di Pirandello. La tecnologia alla base dei computer e delle centrali nucleari scaturisce dall’intuizione di un giovanissimo fisico.
Un momento, un istante, una scintilla e perché no, una lampadina che si accende e che illumina ciò che fino ad allora era rimasto nell’oscurità.
Il lampo di genio fa parte dell’immaginario collettivo. Il cinema che parla di scienza, le biografie dei premi Nobel e gli aneddoti sui grandi personaggi non si discostano troppo da Vitruvio.
Ancora si discute sui meccanismi che regolano le grandi scoperte e la psicologia, a partire dalla psicanalisi, cerca di dare una spiegazione al sesto senso.
Prima o poi qualcuno, mentre fa la spesa o un giro in bici, riuscirà a spiegare l’intuizione, ma anche questa volta servirà un “colpo di genio”!