Andrea Pazienza al MAT di San Severo
di Concetta Melchionda
Tappa da non perdere per chi volesse conoscere il genio creativo di Andrea Pazienza è l’Archivio a lui riservato presso il MAT di San Severo, sua città natale, in provincia di Foggia.
Tra reperti dauni, densi di storia e fascino, è possibile incontrare il Genio di Andrea a cui la scorsa estate è stata dedicata la mostra La funzione Pazienza che ha reso onore all’artista, personaggio rivoluzionario e sorprendente, pur nel solco della migliore tradizione.
Chi ha fatto l’esperienza di quell’incontro è stato inevitabilmente attratto dalla personalità poliedrica ed eclettica, quale è quella di Andrea.
Una rivelazione. Un percorso di vita. Di avanguardia. Nel senso migliore e assoluto del termine.
Non si tratta, semplicisticamente, di fumetto.
È Arte
E al bello, all’innovazione, non si può resistere. Come ai fumetti di Milo Manara o di Guido Crepax. Bambino prodigio, Andrea Pazienza crea, letteralmente, il graphic novel.
Attraverso un mondo onirico. Ironico e dissacrante, fino quasi ad un universo parallelo.
Un Metaverso, appunto.
Quello di Snow Crash, della cultura cyberpunk, di Neil Stephenson, del 1992.
Andrea crea universi paralleli, ante litteram. Anzi, muore dalla voglia di entrarci e di far entrare i lettori. Fa di tutto. Preso dalla sua frenesia creativa: quella della congerie culturale degli anni ‘70 e ‘80. Una frenesia che tende, spasmodica, alla creazione.
Si fonde col passato, il suo passato, la tradizione iconografica dei Macchiaioli, del Dada, del Futurismo. Il Sud, mai dimenticato. Un melting pot incredibile. Sperimentazioni estreme.
Più originali di Schifano, del gruppo di Via Margutta. Anche dei “tagli “accademici, algidi di Fontana.
Vita, arte, dissenso. Per sentirsi vivi. Non omologati (anche Nietzsche è in Andrea vivo più che mai!).
Una sorta di avatar inconscio.
Connesso con la realtà, ma col desiderio di andare oltre.
Di vivere una dimensione dove fantasia e realtà,
si mescolino, per creare mondi paralleli,
in cui essere se stessi.
Senza infingimenti
Rottura estrema. Con un modo borghese di concepire l’Arte, accademico, di maniera.
Se vogliamo. È il trionfo anche del punk. In senso ideologico.
Siamo alle soglie della Rivoluzione Digitale. Andrea, sicuramente, ne sarebbe stato protagonista. Curioso, intelligente, cybernauta. Navigatore solitario di un inconscio destrutturato. Ricchissimo di suggestioni, a noi trasmesse vigorosamente, da tratti decisi.
Colori brillanti, vigore, vignette, racconti. Sì, perché si percepisce nettamente il desiderio profondo di raccontare. Una generazione. Un tempo. Un mondo in cui immergersi per capire, per comprendere come sarebbe se …
Senso profondo, consapevolezza. Leggerezza. Immagini, che parlano.
Guardare. Per ascoltare. Metaverso?
Questo è quello in cui ci piace perderci …
Grazie Andrea, per averci portato nel tuo mondo.
Con dolce, poetico, forte, ironico disincanto.
Unica pecca. Manca il tuo genio! Moltissimo!