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di Stella Losapio

classe 2F ITET De viti de marco Triggiano (BA)

 

Il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente sono strettamente collegati poiché l’inquinamento
ambientale può avere un impatto negativo sulla salute delle persone. Il diritto alla salute è
sancito dalla Costituzione italiana e comprende il diritto ad un ambiente salubre e non
contaminato. Inoltre, la tutela dell’ambiente è un dovere costituzionale che richiede la
promozione di politiche volte a prevenire l’inquinamento ambientale e proteggere la
biodiversità.

La tutela dell’ambiente e la promozione della salute possono essere perseguite attraverso
l’adozione di politiche pubbliche che limitano le emissioni di gas serra, incentivano l’uso di
energie rinnovabili e promuovono la mobilità sostenibile. Inoltre, è importante prevenire
l’inquinamento delle risorse idriche e del suolo, promuovendo la gestione sostenibile dei
rifiuti e l’adozione di pratiche agricole sostenibili.

In sintesi, il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente sono diritti fondamentali
interconnessi che richiedono una attenzione costante e una cooperazione tra governi,
organizzazioni internazionali, imprese e individui per garantire un ambiente salubre e
sostenibile per le generazioni presenti e future.

Leggi per la tutela della salute e dell’ambiente
Esistono molte leggi e normative che tutelano la salute e l’ambiente. Di seguito elenco
alcune delle principali:
• La Costituzione italiana all’articolo 32 sancisce il diritto alla salute e all’articolo 9
stabilisce il dovere di tutelare l’ambiente.
• La legge quadro sull’ambiente (legge 349/1986) definisce le basi per la protezione
dell’ambiente e la gestione delle risorse naturali, compresa la prevenzione e la
riduzione dell’inquinamento.
• La legge 142/1990 disciplina il servizio idrico integrato e promuove la tutela della
qualità delle acque e la gestione sostenibile delle risorse idriche.
• La legge 152/2006 (nota come “Legge sull’ambiente”) regola l’attuazione delle
politiche ambientali e stabilisce gli strumenti per prevenire e ridurre l’inquinamento.
• La legge 70/2015 stabilisce il divieto di utilizzo di sacchetti di plastica non
biodegradabili e la promozione di alternative ecologiche.
• Il decreto legislativo 152/2006 definisce i principi e gli obiettivi delle politiche
ambientali e stabilisce le misure per prevenire e ridurre l’inquinamento.
• Il decreto legislativo 81/2008 riguarda la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e
stabilisce le norme per prevenire gli infortuni e le malattie professionali.

Queste sono solo alcune delle principali leggi e normative in Italia per la tutela della salute
e dell’ambiente, ma ce ne sono molte altre a livello nazionale, europeo e internazionale.
Accordi internazionali in materia di ambiente

Ci sono molti accordi internazionali in materia di ambiente che stabiliscono le basi per la
tutela dell’ambiente e la gestione delle risorse naturali. Di seguito elenco alcuni dei
principali accordi internazionali:
• La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) del
1992 ha l’obiettivo di stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera e
prevenire i cambiamenti climatici pericolosi.
• Il Protocollo di Kyoto del 1997 è un accordo internazionale che richiede ai paesi
industrializzati di ridurre le proprie emissioni di gas serra entro un determinato
periodo di tempo.
• La Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche
minacciate di estinzione (CITES) del 1973 promuove la conservazione della fauna e
della flora selvatica e regola il commercio internazionale delle specie minacciate.
• La Convenzione di Rio sulle biodiversità del 1992 ha l’obiettivo di preservare la
diversità biologica e l’uso sostenibile delle risorse naturali.
• La Convenzione di Basilea del 1989 regola il movimento transfrontaliero dei rifiuti
pericolosi e promuove la gestione sostenibile dei rifiuti.
• La Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale
(UNESCO) del 1972 stabilisce le basi per la protezione del patrimonio culturale e
naturale del mondo.
• La Convenzione di Stoccolma del 2001 vieta la produzione e l’uso di una serie di
sostanze chimiche pericolose, come i pesticidi organoclorurati e le diossine.

Questi sono solo alcuni degli accordi internazionali in materia di ambiente, ma ce ne sono
molti altri che affrontano specifici problemi ambientali come l’inquinamento atmosferico, la
conservazione delle foreste e la gestione sostenibile dell’acqua.
Transizione ecologica e PNRR
La transizione ecologica è un processo di trasformazione dell’economia e della società
verso un modello sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Il Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR) è un’iniziativa promossa dal governo italiano per affrontare la crisi
economica causata dalla pandemia COVID-19 e accelerare la transizione ecologica del
paese.

Il PNRR prevede investimenti significativi in diversi settori chiave, tra cui l’energia
rinnovabile, l’efficienza energetica degli edifici, la mobilità sostenibile, la gestione dei rifiuti e
la conservazione del territorio e della biodiversità. L’obiettivo è quello di creare nuovi posti
di lavoro, ridurre l’inquinamento e aumentare la resilienza del paese alle crisi ambientali.
Il PNRR si basa sulla collaborazione tra il settore pubblico e privato, incentivando gli
investimenti privati in progetti sostenibili e promuovendo la sperimentazione di nuove
tecnologie e soluzioni innovative.

In sintesi, il PNRR rappresenta un’opportunità per l’Italia di rilanciare l’economia dopo la
pandemia, investendo in progetti sostenibili che contribuiscano a una maggiore resilienza
ambientale e alla creazione di posti di lavoro verdi. Il PNRR è quindi uno strumento
importante per la realizzazione della transizione ecologica, che rappresenta una sfida
cruciale per il futuro del pianeta e delle generazioni future.

Agenda 2030 obiettivo 11, 12 e 13
L’Agenda 2030 è un piano d’azione per lo sviluppo sostenibile adottato dall’ONU nel 2015
che definisce 17 obiettivi e 169 target per il raggiungimento di un mondo più equo, giusto e
sostenibile entro il 2030.
Gli obiettivi 11, 12 e 13 dell’Agenda 2030 sono:
Obiettivo 11: Città e comunità sostenibili
L’obiettivo 11 mira a rendere le città e le comunità più sostenibili, resilienti e inclusive,
migliorando la qualità della vita delle persone e riducendo l’impatto ambientale delle attività
umane. Tra i target dell’obiettivo 11 ci sono la riduzione dell’inquinamento atmosferico e
acustico, la promozione dei trasporti pubblici sostenibili, la valorizzazione del patrimonio
culturale e la creazione di spazi verdi accessibili a tutti.
Obiettivo 12: Produzione e consumo responsabili
L’obiettivo 12 si concentra sulla promozione di modelli di produzione e consumo
sostenibili, riducendo gli sprechi e l’impatto ambientale delle attività umane. Tra i target
dell’obiettivo 12 ci sono la riduzione della quantità di rifiuti prodotti, la promozione del
riciclo e del riutilizzo dei materiali, la gestione sostenibile delle risorse naturali e la
promozione di stili di vita sostenibili.
Obiettivo 13: Azione per il clima
L’obiettivo 13 si concentra sulla lotta al cambiamento climatico e sulla promozione di
un’economia a basse emissioni di carbonio. Tra i target dell’obiettivo 13 ci sono la riduzione
delle emissioni di gas serra, la promozione delle energie rinnovabili, la sensibilizzazione e la
formazione sul cambiamento climatico e la promozione di politiche a livello nazionale e
internazionale per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico.
Questi obiettivi sono strettamente interconnessi tra loro e rappresentano una guida
importante per lo sviluppo sostenibile delle città e delle comunità, la promozione di
un’economia sostenibile e la lotta al cambiamento climatico. La loro realizzazione richiede
un’azione coordinata e sostenuta da parte di tutti i paesi, le comunità e gli individui, al fine
di garantire un futuro sostenibile per tutti.

Riflessioni sull’agenda 2030 obiettivo 14 e 15
L’Agenda 2030 è un piano d’azione per lo sviluppo sostenibile adottato dall’ONU nel 2015
che definisce 17 obiettivi e 169 target per il raggiungimento di un mondo più equo, giusto e
sostenibile entro il 2030.
Gli obiettivi 14 e 15 dell’Agenda 2030 si concentrano sulla conservazione e l’uso sostenibile
degli ecosistemi marini e terrestri. L’obiettivo 14 mira a “conservare e utilizzare in modo
sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”, mentre
l’obiettivo 15 si concentra sulla “protezione, ripristino e promozione dell’uso sostenibile
degli ecosistemi terrestri, la gestione sostenibile delle foreste, la lotta alla desertificazione,
la fermata della perdita di biodiversità”.
Questi obiettivi sono di fondamentale importanza per la conservazione della biodiversità e
la protezione dell’ambiente marino e terrestre. La salute degli ecosistemi marini e terrestri
è critica per la sopravvivenza dell’umanità, poiché questi ecosistemi forniscono risorse
naturali vitali come cibo, acqua e aria pulita. Inoltre, questi obiettivi sono strettamente
interconnessi con gli altri obiettivi dell’Agenda 2030, tra cui la lotta contro la povertà e la
fame, la promozione della salute e il cambiamento climatico.
Per raggiungere gli obiettivi 14 e 15, è necessario adottare politiche e pratiche sostenibili a
livello globale e locale, promuovere la conservazione della biodiversità, gestire le risorse
naturali in modo sostenibile, ridurre l’inquinamento, prevenire la perdita di habitat e
promuovere la riparazione degli ecosistemi danneggiati.
In sintesi, l’Agenda 2030 e gli obiettivi 14 e 15 rappresentano una guida importante per la
conservazione e l’uso sostenibile degli ecosistemi marini e terrestri, che sono fondamentali
per il benessere delle persone e del pianeta. La loro realizzazione richiede la collaborazione
e l’impegno di tutti i paesi, le comunità e gli individui, al fine di garantire un futuro
sostenibile per tutti.

Riflessioni filosofiche sulla sostenibilità
La sostenibilità è un concetto complesso che coinvolge la relazione tra l’umanità e
l’ambiente, e richiede una riflessione filosofica per comprenderne appieno il significato e la
portata.
Una delle riflessioni filosofiche sulla sostenibilità riguarda la questione della giustizia
intergenerazionale, cioè la responsabilità che abbiamo nei confronti delle generazioni future.
Secondo questa prospettiva, la sostenibilità non deve essere intesa solo come un’azione
volta a preservare le risorse e l’ambiente per il presente, ma anche come un impegno a
garantire che le risorse naturali siano disponibili e utilizzabili anche dalle generazioni future.
Un’altra riflessione filosofica sulla sostenibilità riguarda il rapporto tra l’essere umano e la
natura. Molti filosofi sostengono che la sostenibilità richiede un cambiamento di paradigma,
da una visione antropocentrica a una visione ecocentrica, che metta al centro non solo gli
interessi umani, ma anche quelli degli ecosistemi naturali.
Infine, la sostenibilità solleva anche questioni etiche riguardanti la responsabilità individuale
e collettiva. La sostenibilità richiede un impegno da parte di tutti, e in particolare delle
nazioni più sviluppate e dei soggetti economici più influenti, a ridurre l’impatto ambientale
delle loro attività. Questo richiede un cambiamento culturale e un impegno etico a
considerare l’ambiente non solo come una risorsa da sfruttare, ma come un patrimonio da
preservare e valorizzare per le generazioni future

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