Nei giorni scorsi una intelligenza artificiale un po’ buontempona ha diffuso la notizia corredata di tanto di foto di un grave incendio al Pentagono. Il panico si è diffuso in tutto il mondo con relativi crolli in borsa fino a che non è arrivata la smentita. La prossima volta si divertirà a lanciare un missile? o a diffondere la notizia della morte del Ceo di una grande società?
Gli entusiasti sostenitori della tecnologia sottolineano come la intelligenza artificiale possa aiutare certi malati molto gravi a recuperare almeno parte delle funzioni perse. Per beneficiare costoro si fa finta di non sapere che quelle facoltà intellettive artificiali enfatizzate dalla tecnologia possono essere utilizzate perversamente e non esiste potere al mondo che possa evitarlo.
Geoffrey Hinton (75enne è un informatico considerato uno tra i ricercatori più influenti nello sviluppo dell’Artificial Intelligence, anche noto come il “padrino” o il “pioniere” dell’AI) ha annunciato le sue dimissioni da Google e ha messo in guardia sui pericoli dell’AI, l’intelligenza artificiale. Ma chi è e perché è importante il suo passo indietro? Il. La notizia dell’abbandono del colosso dei servizi online è arrivata con una dichiarazione dell’uomo al New York Times nella quale afferma di essersi pentito del suo lavoro. Alla Bbc, Hinton ha spiegato di ritenere che alcuni dei pericoli dei chatbot di intelligenza artificiale siano “abbastanza spaventosi”. (Sky del 2.5.23)
Conviene dare così tanto potere a politicanti di qualunque colore che dimostrano oggi di utilizzare malissimo quello che già hanno?
Fin dalla invenzione della bomba atomica gli inventori si sono pentiti seriamente di quello che avevano creato e così adesso alcuni dei padri della moderna tecnologia stanno seriamente chiedendosi che cosa stanno facendo.
A ben vedere anche il vaccino genico è tecnologia, anche molti virus sono tecnologia, anche la carne fatta con la stampante è tecnologia, anche i cibi idroponici che ci propinano è tecnologia …
La perfezione di queste macchine è tale che il futuro può portare ad un solo esito possibile: un conflitto tra tutti contro tutti che servirà a produrre un collasso immenso per ricominciare da zero; capisco che per i grandi programmatori questi potrebbero essere concetti un po’ tropo sottili ma serve dire a chiare lettere che se ad una intelligenza artificiale aggiungiamo il concetto di interesse proprio disgiunto da quello del suo programmatore creiamo un soggetto altro rispetto all’uomo e quindi certamente ad esso alternativo e potenzialmente più forte; la nostra fine. Come si può impedire un passo del genere?
Alla stessa maniera, la creazione di un uomo con un bagaglio genetico artificiale può portare e porta sicuramente alla creazione di un mostro incontrollabile ed imprevedibile: che cosa può impedire ad uno scienziato di farlo?
Nessuno, e quindi nei prossimi anni vivremo la tecnologia come una riedizione odierna ma perfettamente identica della biblica Torre di Babele.
La libertà di ricerca portata alle sue conseguenze estreme è di fatto la tomba della nostra libertà ed esistenza. Senza bisogno di apocalissi bibliche l’uomo si autodistrugge semplicemente ponendo un concetto -per positivo che sia- come la libertà, sugli altari dei valori assoluti al posto di Dio. Un suicidio collettivo già rischiato con la guerra atomica e che è il vero rischio attuale.
Quando Russia e Usa e Cina si accorgeranno che le loro macchine stanno determinando le loro scelte e che uno sconosciuto hacker può indure il presidente ad errori impensabili si alleeranno tra di loro contro le intelligenze artificiali da loro stesse generate.
Ma il guaio sarà stato fatto.
La deificazione di un concetto, quello della libertà, -peraltro di una sparuta minoranza e non certo di tutti- coniugato a quello della efficienza a tutti i costi -questa imposta a tutti- è la classica buccia di banana sulla quale i potentissimi della Terra sono incappati.
E in questa lotta tra umano e post umano non è detto che la spunteremo noi…non si sa chi rimarrà e come.
Il nemico futuro dell’umanità sono gli alieni che noi stessi stiamo generando attraverso la tecnologia.
PICS: Pino Verrastro & Enzo Varricchio, Orwell. Fotocomposizione su lastra di metallo, 2020.
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