Economia illegale in Italia
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di Ermes Strippoli
Dagli ultimi dati dell’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) emerge che l’importo complessivo dell’economia che sfugge alle statistiche ufficiali ha raggiunto la cifra di 192 miliardi di euro, segnando un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Di questa cifra, circa 174 miliardi di euro rientrano nell’ambito dell’economia sommersa, mentre oltre 18 miliardi di euro sono attribuibili ad attività illegali. Confrontando questi dati con il 2020, si evidenzia un incremento di 17,4 miliardi nell’economia non osservata, ma la sua proporzione rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL) rimane stabile al 10,5%. Questi dati emergono da un report pubblicato dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat).
Il numero di lavoratori coinvolti in queste attività irregolari ammonta a 2 milioni e 990mila, registrando un incremento di circa 73mila unità rispetto all’anno precedente. Questa crescita nell’economia non dichiarata è principalmente guidata dall’aumento del valore aggiunto derivante dalla sotto-dichiarazione, che ha registrato un incremento di 11,7 miliardi di euro, equivalente al 14,6% in più rispetto al 2020.
È rilevante notare che gli altri aspetti dell’economia sommersa, come il lavoro non regolarizzato (con un incremento di 5,7 miliardi di euro, pari al 9,2%) e le attività illegali (un incremento di 0,9 miliardi di euro, pari al 5,0%), hanno mostrato crescite di minore entità. Al contrario, le altre componenti dell’economia sommersa hanno subito una contrazione di 0,8 miliardi di euro, equivalente al 5,5% rispetto all’anno precedente, principalmente dovuta a una riduzione degli affitti non dichiarati.
La stabilità dell’incidenza dell’economia non osservata sul PIL (Prodotto Interno Lordo) è il risultato di tendenze eterogenee tra le sue varie componenti. In particolare, mentre l’ampia crescita della sotto-dichiarazione ha riportato l’incidenza sul PIL ai livelli precedenti alla crisi, la crescita meno vigorosa del valore aggiunto derivante dal lavoro non regolarizzato ha portato a una riduzione ulteriore della sua incidenza, scendendo al 3,7% rispetto al 4,3% del 2019.
Questi diversi andamenti hanno comportato una significativa redistribuzione del peso delle diverse componenti all’interno dell’economia non osservata. Rispetto al 2020, c’è stato un aumento della rilevanza della sotto-dichiarazione, che ora costituisce il 47,6% del totale (rispetto al 45,6% precedente), mentre tutte le altre tipologie hanno visto una diminuzione della loro quota: dal 35,7% al 35,5% per il lavoro irregolare, dal 9,9% al 9,5% per l’economia illegale e dall’8,7% al 7,5% per le altre componenti.