È in dirittura di arrivo un provvedimento fiscale di nuova concezione
Anni fa abbiamo pensato che per sollevare le sorti del Sud e delle altre aree in attesa di sviluppo o in conversione economica fosse necessario dotare queste aree di un regime fiscale sostitutivo e cioè alternativo e diverso a da quello pensato per le aree ricche e per le grandi imprese. Quindi al posto del sistema contabile/fiscale che va sotto il nome di “analitico” (che per essere “giusto” impone ad ogni impresa di dotarsi di amministrazioni elefantiache per tassare tutto e bene…) abbiamo proposto un sistema forfetario specifico per le PMI e professioni, con il quale l’agenzia delle entrate indica un forfait da pagare calcolandolo sugli anni precedenti, indi lo propone al contribuente che, se lo accetta, salda in modo definitivo il proprio debito verso lo stato.
Questa proposta ormai antica di alcuni decenni è l’unica in grado di promuovere lo sviluppo (vero e non assistito) di un’area senza costi per lo stato e senza stravolgimenti normativi.
Per ragioni imperscrutabili sembra che gli “esperti” del Ministero -anche se tardivamente- abbiano capito questa possibilità introducendo timidamente il “concordato preventivo biennale” che ricalca la concezione detta. Concordato che è all’ordine del giorno del Potere Legislativo. Da notizie recentissime sembra che questo provvedimento sia ormai vicino al varo. Questa resipiscenza ovviamente non è stata totale e lo si vede dalla durata biennale del provvedimento (e non di più) che così non possiede i crismi della strutturalità e della equità ma solo quelli della opportunità di favorire qualcuno; a ulteriore riprova di questa miopia, si inasprisce e accresce il carico fiscale del 10% laddove l’inflazione non arriva alla metà.
Questa nuova concezione riconosce a favore di quei lavoratori che sono autonomi, un primo loro diritto (lasciando inalterati tutti i loro doveri come quelli quello verso i dipendenti, il fisco, l’inps, i fornitori, i clienti, le banche, i produttori di energia,…….) al fine di farli uscire dalla condizione neoschiavistica in cui sono stati relegati. Quindi questa concezione ha i contenuti e gli estremi di una conquista di civiltà irrinunciabile di cui riteniamo nessuno si sia accorto. Al contrario destra e sinistra credono che questo modo forfetario di abbordare la questione fiscale non sia altro che un dono per la categoria economica e sociale coinvolta al fine di rimediare un po’ di voti.
Cionondimeno l’idea sembra ormai condivisa e questo è un importantissimo momento per la economia italiana e mondiale.
Riteniamo e auspichiamo che una qualche forza politica capisca di cosa parliamo, del carico propulsivo che porta con se, del significato profondamente civile e moderno che gli è implicito e del peso determinante che avrà nel futuro sviluppo dell’economia nazionale.
Si può adesso aprire un nuovo capitolo anche nella dottrina economica oggi interamente appiattita sulle esigenze delle grandi imprese che non si schiodano da riti ormai fini a se stessi e sono dimentiche della vera economia che è fatta dalle PMI.
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