di Canio Trione

L’ultima regina del Regno delle due Sicilie si sposò con l’erede al trono dei Borbone per procura. Cioè i due non si erano mai visti. Lei era giovanissima e non si scandalizzò per tale suo destino deciso dai suoi genitori. La cosa non è avvenuta ai tempi degli uomini primitivi ma solo un secolo e mezzo fa cioè ai tempi in cui si decideva del destino unitarista del regno borbonico; destino che ancora oggi ci vede “sposati” agli amici del nord il cui benessere abbiamo favorito e determinato con il decisivo contributo dei nostri geni, delle nostre maestranze nonché del nostro oro.
Questi matrimoni a distanza erano frequenti per non dire la totalità di quelli “regolari” cioè con il consenso dei parenti e non frutto di “regolarizzazioni” che, anche loro, non erano sempre spontanee. Ma come vivevano la loro vita in comune questi giovani sposati che non si conoscevano? La domanda non è peregrina visto che oggi questa decisione viene presa liberamente ma ci si separa dopo qualche mese mentre allora quando la decisione veniva presa da altri (e quindi imposta agli sposi) non ci si divorziava mai!! E comunque il matrimonio veniva vissuto male? Si litigava ad ogni piè sospinto? Si litigava più di oggi? Insomma: non è che era meglio allora?
Si partiva da un dato certo: il padre sapeva cosa fosse meglio per i figli più dei figli stessi. Secondo: il rapporto tra i coniugi era scritto nelle consuetudini secolari e non serviva uscirne fuori. Terzo: il bene della famiglia e del casato era maggiore del bene del singolo anche se eri un re e quindi dovevi sacrificarti, anche subendo la dittatura del marito. E comunque spesso era il marito a subire la dittatura della moglie. Oggi non ci si sacrifica più, mai! perché ci hanno detto che dobbiamo essere felici adesso e ora! del futuro non se ne frega nessuno e quindi dalli a consumare cibo, aria, carburanti, terra, acqua,..e anche l’altro, il compagno/a anche se sarebbe una persona come ognuno di noi, ma che diviene così uno che deve “piacere” (come si dice di un gelato o di una automobile) per sposarsi se no non se ne fa nulla. La centralità di allora era il sacrificio e quindi si era abituati a subire scelte altrui; quella di oggi è il consumo e quindi si consuma tutto anche la moglie e il marito e quando non piace più, si cambia.
Il Console Rossi ha pensato di raccontarci la storia di Maria Sofia principessa di Baviera venuta a Bari per conoscere e sposare il futuro marito (con cui era già sposata per procura) e quella del marito Francesco secondo di Borbone in un pregevolissimo libro edito da Adda di Bari. Il Console Rossi ci prende per mano e ci fa tornare a quei giorni dimenticati e mette a diretto confronto la attuale frenetica vita della società del benessere con quella società che fu sanguinosamente travolta dalla “modernità”. Ci accompagna nella storia di quell’epoca che colpevolmente è assente dai libri di scuola; storia che è la radice della nostra identità e che forse a qualcuno dà fastidio rappresentare. La domanda che si impone dopo aver letto queste coinvolgenti pagine è semplice: ma non è che da allora abbiamo fatto molti passi indietro? Non è che la modernità tecnologica è stata una grande fregatura? Non è che ha vinto il cinismo sulla umanità? Si dovrebbe sapere di più di quel periodo e di cosa si sarebbe dovuto fare e non fare per avere una crescita migliore; anche per il futuro.
Quindi ringraziamo l’Autore di questa opera che entrerà a pieno diritto tra quelle che ci hanno insegnato di più.

 

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