di Ermes Strippoli

Rispetto alle stime della Banca d’Italia di dicembre, la crescita del PIL rimane stabile: i vantaggi di proiezioni più ottimistiche su prezzi delle materie prime e tassi di interesse si bilancerebbero con il rallentamento dell’edilizia dovuto alla revisione degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici.

L’attività economica sarebbe favorita dalla ripresa della domanda estera e dal potere di spesa delle famiglie.

Nei principali mercati di esportazione dell’Italia, la domanda potenziale dovrebbe crescere mediamente del 2,5% all’anno nel triennio. Le esportazioni seguirebbero questa tendenza, mentre le importazioni aumenterebbero in modo più moderato, influenzate dalla debole spesa per investimenti (complicata dalle restrizioni finanziarie).

I costi di finanziamento per imprese e famiglie rimarrebbero alti quest’anno, ma diminuirebbero gradualmente nei prossimi due anni.

L’effetto positivo delle misure del PNRR sarebbe in parte bilanciato da altri fattori. Il saldo della bilancia dei pagamenti, tornato positivo nel 2023, continuerebbe a migliorare, raggiungendo circa il 2% del PIL nel 2026.

L’occupazione, dopo una forte crescita nel 2023, aumenterebbe a un ritmo più lento rispetto alla produzione. Il tasso di disoccupazione diminuirebbe gradualmente, arrivando al 7,4% nel 2026.

L’inflazione dei consumi, che è stata del 5,9% in media nel 2023, diminuirebbe nettamente quest’anno all’1,3%, per poi risalire leggermente nei due anni successivi, rimanendo al di sotto del 2%.

 


FOTO: di jannoon028 su Freepik

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