Dal 3 luglio al 6 ottobre al Palazzo delle Esposizioni e al Museo Romano.

Nell’imponente aula delle Terme di Diocleziano, la “Cabeza de Mujer III” di Javier Marín, con le sue labbra carnose e i capelli che richiamano le barbe della statuaria classica, sembra staccarsi dal piedistallo, librandosi nello spazio come se fosse priva di peso.

I tratti di ispirazione preispanica dialogano armoniosamente con le forme e i linguaggi del manierismo toscano e del barocco romano, tessendo corpi flessibili e forme in tensione, esuberanti e innovative, grazie all’impiego di una vasta gamma di materiali, dal marmo al legno, dal disegno digitale alla pittura, dagli arazzi alla resina poliestere. È questo il linguaggio distintivo di Javier Marín, scultore, disegnatore e pittore messicano nato nel 1962.

L’evento, inserito nelle celebrazioni dei 150 anni dei rapporti diplomatici tra Italia e Messico, è promosso dal Ministero della Cultura, dalla Direzione Generale Musei, dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo. La mostra gode del patrocinio dell’Ambasciata del Messico in Italia e degli auspici della Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, ed è realizzata in collaborazione con la Fondazione Javier Marín, la Galleria Terreno Baldio Arte e la Galleria Barbara Paci. Le opere di Marín esplorano un doppio dialogo tra culture, fondendo influenze europee e preispaniche in una sintesi unica che sfida e ridefinisce i confini dell’arte contemporanea.

Fonte e ulteriori informazioni

 


FOTO: di Freepik

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