di Ermes Strippoli

L’intelligenza artificiale non è iniziata con ChatGPT, né con i primi successi del deep learning oltre dieci anni fa. Le radici dell’AI affondano addirittura nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. La strada per arrivare all’AI moderna è stata lunga e complessa, con numerose tappe fondamentali.

Nel 1943, due scienziati, Walter Pitts e Warren McCulloch, crearono la prima rete neurale artificiale, dimostrando che i neuroni artificiali potevano apprendere come quelli umani. Questo fu il primo passo teorico verso il deep learning, anche se mancavano i dati e la potenza di calcolo necessari per svilupparlo.

Nel 1950, Alan Turing introdusse il famoso “test di Turing” per determinare se una macchina potesse pensare. Questo test è ancora un punto di riferimento nel campo dell’AI, nonostante nessuna macchina l’abbia ancora superato.

Nel 1956, il termine “intelligenza artificiale” fu coniato durante una conferenza storica a Dartmouth, organizzata dall’informatico John McCarthy. Anche se l’obiettivo della conferenza non fu raggiunto, nacque un concetto che avrebbe segnato l’intero campo tecnologico.

Altri momenti chiave includono la creazione del Mark I Perceptron nel 1958, il primo chatbot Eliza nel 1966, e la sconfitta di Gary Kasparov da parte del sistema DeepBlue di IBM nel 1997. Tuttavia, l’AI subì una lunga fase di stallo nota come “inverno dell’AI”, fino alla rinascita grazie ai progressi nel deep learning nel 2012 con AlexNet, e poi con AlphaGo nel 2016 che sconfisse il campione mondiale di Go.

Nel 2020, OpenAI presentò GPT-3, un modello di linguaggio naturale avanzato, che ha aperto la strada all’era delle intelligenze artificiali generative, culminata con il lancio di ChatGPT nel 2022. Da allora, l’AI ha trasformato molti aspetti della nostra vita quotidiana.

 


FOTO: di vecstock su Freepik

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