di Francesco Scorrano

Immagina di trovarti di fronte a un uomo che, con un tratto tremolante, disegna su un semplice cartoncino una piramide. Quel disegno, apparentemente elementare, nasconde in realtà la chiave per affrontare le difficoltà della vita.

L’uomo in questione è Phil Stutz, uno psichiatra americano il cui metodo innovativo ha rivoluzionato l’approccio alla psicoterapia, permettendo a molte persone di vedere la propria esistenza sotto una luce nuova.

Il metodo di Stutz è un viaggio attraverso concetti pratici e profondi, ideati per aiutare i pazienti a trasformare il dolore in crescita, affrontare le proprie paure e trovare un nuovo equilibrio interiore. Con una serie di visualizzazioni e strumenti immediati, Stutz offre un modo diretto per affrontare le difficoltà della vita, rendendo la terapia un’esperienza accessibile e concreta.

Uno dei pilastri centrali del suo approccio è l’Energia vitale, illustrata con la metafora della piramide. Alla base troviamo il corpo, il primo elemento da curare per ristabilire equilibrio e benessere. Il passo successivo riguarda le relazioni, e infine, al vertice, si colloca il sé interiore.

Secondo Stutz, ogni processo di guarigione deve iniziare proprio da qui: un miglioramento del proprio corpo, seguito da rapporti sani con gli altri, per poi arrivare all’introspezione e alla scoperta del proprio sé.

Ma non è tutto. Stutz introduce il concetto della Parte X, una componente negativa e autosabotante che cerca di bloccare il cambiamento. La vita, spiega, è inevitabilmente segnata da tre forze fondamentali: Dolore, Incertezza e Lavoro Costante. Accettare questi elementi è cruciale per andare avanti e trasformare le sfide in opportunità di crescita.

Attraverso i suoi disegni, che traduce in immagini potenti, Stutz rende i suoi concetti immediatamente comprensibili e accessibili. Nonostante sia affetto dal morbo di Parkinson, il tratto incerto delle sue illustrazioni conferisce un fascino particolare al suo metodo, trasformando una debolezza in una forza distintiva.

Un altro punto cardine del metodo è la visualizzazione dell’Ombra. Stutz invita i pazienti a confrontarsi con quella parte nascosta e dolorosa di sé, quella che si tende a nascondere per vergogna. Attraverso questa esplorazione interiore, il paziente impara a riconoscere e accettare la propria vulnerabilità, tollerando le difficoltà senza mirare alla perfezione.

Il Labirinto, invece, rappresenta la trappola del passato. Rimanere bloccati in vecchi dolori, in attesa di un risarcimento che non arriverà mai, può impedire il progresso. Per questo, Stutz suggerisce l’Amore Reattivo come via per uscire da questo vicolo cieco, accompagnato dall’Accettazione Radicale, un concetto che aiuta a riconoscere che il dolore e l’incertezza fanno parte della vita.

Il metodo di Stutz propone i Flussi di Gratitudine, una pratica semplice ma potente. Focalizzarsi su tre cose per cui ci si sente grati è un modo per riequilibrare la mente nei momenti di difficoltà, riportando l’attenzione su ciò che è positivo, anche nelle giornate più buie.

 


FOTO: di Freepik

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