Mobilità elettrica in Italia: uno studio svela le sfide emerse alla vigilia del Salone dell’Auto di Torino

di Francesco Scorrano

La transizione verso una mobilità sostenibile è ormai una priorità per l’Unione Europea, con obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e neutralità climatica entro il 2050. Uno dei settori chiave per raggiungere questi obiettivi è quello dei trasporti, che attualmente rappresenta una delle principali fonti di emissioni inquinanti. In questo contesto, lo studio recentemente condotto in Italia offre una fotografia dettagliata delle sfide e delle opportunità legate all’adozione dei veicoli elettrici a batteria (BEV) nel nostro Paese.

Lo studio ha coinvolto un campione di cittadini del nord Italia, una regione particolarmente colpita dall’inquinamento atmosferico e dal traffico urbano, con un’età media di 35,3 anni e una leggera prevalenza di partecipanti di sesso femminile (53,4%). I dati raccolti offrono una base solida per analizzare le percezioni e le intenzioni di adozione dei veicoli elettrici, esplorando i fattori socio-demografici e comportamentali che influenzano queste scelte.

L’analisi del campione ha rivelato che la stragrande maggioranza dei partecipanti possiede ancora veicoli con motori a combustione interna (ICE), con il 44,3% che guida auto a benzina e il 38,7% auto diesel. I veicoli elettrici e ibridi insieme rappresentano solo lo 0,7% del totale, segnalando una lenta penetrazione del mercato italiano da parte di questa tecnologia. Gli intervistati percorrono in media 14.800 km all’anno, un dato che riflette un uso intenso dell’automobile, soprattutto per chi vive in contesti urbani.

Uno dei principali risultati dello studio riguarda le percezioni critiche dei consumatori italiani sui BEV, che identificano nella mancanza di infrastrutture di ricarica e nella limitata autonomia di guida i principali ostacoli all’adozione. In una scala di valutazione da 1 a 5, la disponibilità di stazioni di ricarica ha ottenuto un punteggio medio di 3,68, mentre l’autonomia dei veicoli ha raggiunto 3,63. Questi risultati mettono in luce come la scarsa diffusione dei punti di ricarica e la limitata capacità di percorrenza dei BEV, rispetto ai veicoli a combustione interna, siano percepiti come barriere concrete.

Alla fine del 2022, in Italia erano presenti circa 38.000 stazioni di ricarica pubbliche, ma solo una piccola percentuale offriva ricarica rapida (oltre 22 kW), che rappresenta un elemento cruciale per una maggiore flessibilità d’uso. Le iniziative governative, come il regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi, prevedono l’installazione di colonnine ogni 60 km sulle principali arterie stradali, ma l’efficacia di queste politiche dipenderà dalla loro rapida implementazione e dall’investimento del settore privato.

Un altro ostacolo identificato dallo studio è il costo iniziale dei BEV, classificato come una delle maggiori preoccupazioni per i consumatori italiani, con un punteggio medio di 3,56 su 5. Nonostante i vantaggi legati ai minori costi di manutenzione dei veicoli elettrici rispetto a quelli tradizionali, il prezzo d’acquisto più elevato rimane un deterrente per molti, in particolare per le famiglie a basso reddito. Questo aspetto è accentuato dalle disparità regionali, con le aree rurali che faticano ad accedere alle infrastrutture di ricarica, aggravando ulteriormente il divario economico tra chi può permettersi un veicolo elettrico e chi no.

Negli ultimi anni, il costo delle batterie, la componente più costosa dei BEV, è diminuito significativamente, ma l’aumento recente dei prezzi delle materie prime e dell’energia ha frenato queste riduzioni. Tuttavia, si prevede che la produzione su larga scala e i progressi tecnologici possano portare a una diminuzione dei prezzi nel lungo termine, riducendo così uno degli ostacoli principali all’adozione di massa dei veicoli elettrici.

Nonostante i veicoli elettrici siano promossi come una soluzione ecologica, lo studio rivela che molti consumatori sono ancora scettici riguardo ai reali benefici ambientali dei BEV. Solo una leggera maggioranza degli intervistati è convinta che i veicoli elettrici siano meno inquinanti rispetto a quelli a combustione interna. Questo scetticismo potrebbe derivare dalla consapevolezza dei consumatori riguardo all’inquinamento generato dalla produzione e dallo smaltimento delle batterie, nonché dalla generazione di elettricità utilizzata per ricaricare i veicoli.

Il dato è particolarmente significativo perché mette in discussione uno degli argomenti principali a favore dei BEV, ovvero il loro impatto positivo sull’ambiente. Le politiche di sensibilizzazione e informazione potrebbero giocare un ruolo cruciale per correggere questa percezione, educando i consumatori sui vantaggi ambientali complessivi dei veicoli elettrici, soprattutto in contesti urbani ad alta densità.

L’ansia da autonomia, ovvero la paura di rimanere senza energia prima di poter ricaricare il veicolo, continua a essere una preoccupazione per molti automobilisti. Nonostante i miglioramenti nell’autonomia dei veicoli elettrici negli ultimi anni – l’autonomia media di un BEV di classe B è aumentata da 295 km a 362 km tra i modelli del 2018-2023 – i consumatori percepiscono ancora i veicoli elettrici come inadeguati per lunghi tragitti. Questo limita la loro adozione a chi vive in città o può permettersi un secondo veicolo per viaggi più lunghi.

Un ulteriore fattore che potrebbe influenzare negativamente l’adozione dei BEV è la percezione dell’obbligo normativo. Circa un terzo del campione si è dichiarato d’accordo con la legislazione UE che impone la transizione verso l’elettrico, ma molti consumatori vedono queste misure come una costrizione, piuttosto che una scelta volontaria. Questo riduce la loro motivazione intrinseca ad adottare tecnologie più sostenibili, evidenziando l’importanza di politiche che incoraggino, piuttosto che imporre, la transizione.

Uno degli aspetti più significativi dello studio è il divario tra l’atteggiamento favorevole verso i BEV e l’effettiva intenzione di acquistarne uno. Anche tra coloro che riconoscono i benefici ambientali ed economici dei veicoli elettrici, l’intenzione di acquisto rimane bassa, con un punteggio medio di appena 2,15 su 5 tra i conducenti di auto a combustione interna. Anche i proprietari di veicoli ibridi, che hanno già una certa familiarità con i motori elettrici, mostrano una resistenza significativa a passare completamente all’elettrico.

Questi risultati sottolineano la necessità di una strategia più ampia e coordinata per promuovere l’adozione dei BEV in Italia. Una combinazione di incentivi economici, miglioramenti infrastrutturali e campagne di sensibilizzazione potrebbe essere la chiave per superare le barriere attuali e accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile.

In definitiva, lo studio mette in luce le complesse dinamiche che influenzano l’adozione dei veicoli elettrici in Italia. Le sfide economiche, infrastrutturali e culturali sono ancora significative, ma le opportunità offerte dalla transizione verso una mobilità elettrica sono altrettanto importanti. Con il giusto mix di politiche pubbliche e investimenti privati, l’Italia potrebbe superare gli ostacoli attuali e abbracciare un futuro più sostenibile nel settore dei trasporti.

Fonte dello studio: Venice School of Management, Ca’ Foscari University, 30121 Venice, Italy;
pietro.lanzini@unive.it. Charging Ahead: A Survey-Based Study of Italian Consumer Readiness for
Electric Vehicle Adoption.
Published September 13, 2024.

PH: Paesaggio toscano, Enzo Varricchio, 2019


FOTO: di Paul Hermann su Unsplash 

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