Mussolini in un discorso a Milano il 28 ottobre del 1925 esplicitò la sua ideologia nella formula: “tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato”. Molto semplicista ma è quella e basta.
Dopo la caduta del Muro berlinese i comunisti si sono riciclati e da essere difensori dei lavoratori si sono eretti a difensori delle minoranze oppresse. L’alleanza con la grande impresa viene ulteriormente rafforzata per avere i mezzi necessari a fare politica.
Adesso che ha vinto Trump così come all’indomani del voto pro Brexit quale è l’idea della destra sovranista? Negli Usa come in Italia? In Inghilterra con la Brexit non è cambiato molto. È come se non ci fosse una teoria sociale o economica o anche solo filosofica a sostegno della volontà di fare gli interessi delle proprie genti…anzi, fanno primi Ministri personaggi che non sembrano neanche inglesi!!!
Trump, ancor peggio, si presenta ed è sostenuto come un politico concreto e non certo come teorico; ma una strategia dovrà pur esserci: se una multinazionale chiede dei soldi del contribuente per impiantare una fabbrica in Italia che si fa? Glieli si da, come farebbe la sinistra, oppure la si lascia andare altrove? Se una nave di olio di oliva arriva a Bari nel centro della produzione nazionale di olio di oliva allo scopo di calmierare il prezzo dell’olio a diretto danno dei pugliesi, che si fa? la si fa scaricare oppure no? Il patriottismo cosa suggerisce? Favorire il consumatore rifilandogli come farebbe la sinistra magari olio differente da quello che vorrebbe oppure si favorisce il produttore lasciando che il prezzo salga? O si introducono dazi?
Nel settembre 2024 in piena campagna presidenziale americana la nostra Presidente Meloni ha ricevuto un ambito premio dall’ Atlantic Council che sostiene il globalismo e quindi le grandi imprese e reputa la Meloni una globalista Doc al pari di Draghi e Kissinger. Nel suo discorso la nostra Presidente usa spesso le parole globalismo e identità; parole che mel suo discorso si rincorrono l’un l’altra come fossero due facce della stessa medaglia; cosa che nessuna retorica potrà mai ottenere. Perché il nostro Presidente del Consiglio si presta a queste cose? Non è credibile che non sappia cosa deve intendersi per patriottismo; però forse per questa destra italiana la parola identità è molto più vicina alla parola tradizione e non alla parola cultura e la parola cultura è per loro più una massa di libri letti e appresi e non una cosa con la quale si nasce…; certo è che si naviga a vista.
La sostanza della questione che va risolta tavolino ma che ha effetti immediati enormi è perché la visione patriottica dovrebbe essere diversa e meglio di quella mondialista della sinistra? Peraltro la apparente vicinanza della Meloni a personaggi come Musk in che differisce dalla vicinanza al sistema delle banche e delle grandi imprese delle sinistre? Ma quello che più conta: è mai possibile che un patriota possa tollerare lo strapotere delle organizzazioni economiche e finanziarie che indirizzano gli stati; Italia e Stati Uniti inclusi? E può esistere un mondo senza costoro e cioè patriottico e identitario?
Adesso che Trump ha vinto, la questione è sul tappeto e le sinistre che sanno benissimo queste cose stanno lì con il fiato sospeso ad attendere che il nuovo Presidente faccia il suo primo passo sperando che sia falso per impallinarlo.
Peraltro, da più parti si inneggia alla democraticità e quindi superiorità dell’Occidente (anche da parte della nostra Presidente) laddove anche la cameriera della casalinga di Voghera sa perfettamente che non potrà pagare neanche le tasse con i suoi soldi legalmente guadagnati se non possiede un conto in banca, mentre non esiste un obbligo per le banche di aprirle un conto. Se non è dittatura delle banche questa. Altro che democrazia e libertà. Un Presidente degli Stati Uniti che vorrebbe cambiare anche poco l’attuale situazione deve immediatamente limitare la forza delle lobby per restituire almeno la parità sostanziale tra tutti i soggetti americani. Lo farà mai? O la fede nel mondialismo delle multinazionali sarà più forte di tutto e di tutti?
Rimaniamo pessimisti e quindi ci attendiamo ulteriori capriole retoriche e niente più; ma ad un certo punto, in un futuro non molto lontano, imprevedibilmente come accaduto in Unione Sovietica, il crollo avverrà dall’interno del mondialismo stesso per insostenibilità del sistema delle grandi imprese. Peraltro che cosa è il premio ottenuto dalla nostra Presidente se non un atto di autocelebrazione necessario per sostenere una immagine che diversamente potrebbe apparire un po’ appannata -se non odiata- del mondialismo?
A quel momento, servirà una idea localista che sappia sostituirsi ai consigli di amministrazione delle imprese “troppo grandi per fallire”, che condizionano – o ritengono di avere diritto di condizionare più dei politici liberamente eletti – ogni dettaglio della vita di miliardi di persone.
FOTO: Local-global, Pino Verrastro & Enzo Varricchio, in Bari metafisica, 2023
Abilita le notifiche per non perderti nessun articolo!
Abilita
Non abilitare
Panoramica privacy
Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web ritieni più interessanti e utili.
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari devono essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Cookie di terze parti
Questo sito Web utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più visitate.
Mantenere abilitato questo cookie ci aiuta a migliorare il nostro sito web.
Please enable Strictly Necessary Cookies first so that we can save your preferences!