La straordinaria passione di Giovan Battista Marino affascina la Galleria Borghese

Nelle sale della Galleria Borghese, fino al 9 febbraio, l’arte e la poesia si incontrano in un viaggio suggestivo che celebra Giovan Battista Marino, il poeta che ha dato voce al Barocco.

Tra i capolavori esposti, un’Andromeda incatenata di Pietro Bernini si erge come simbolo struggente di bellezza e dramma, quasi dialogando con il celebre Ratto di Proserpina di Gian Lorenzo Bernini, dove il realismo della torsione del corpo colpisce per la sua vivida espressività.

Questo legame tra scultura e poesia trova un parallelo nella Galeria di Marino, una raccolta di 624 poesie pubblicata nel 1619, in cui il poeta napoletano descrive opere d’arte reali e immaginarie, tessendo un gioco di rispecchiamenti unico nel suo genere. Marino, noto per il suo stile celebrativo e immaginifico, sembra aver tratto ispirazione anche dalla frequentazione con Pietro Bernini, probabilmente avvenuta a Napoli sul finire del XVI secolo.

Tra le opere in mostra spicca il ritratto di Marino, realizzato da Frans Pourbous e proveniente dal Detroit Institute of Arts. Con sguardo austero e un libro dell’Adone tra le mani, Marino appare come il simbolo di una cultura raffinata che ha saputo trasformare la “meravigliosa passione” per l’arte in immortali versi.

L’esposizione si intreccia con il recente restauro delle sale della Pinacoteca, regalando ai visitatori un’esperienza in cui storia, poesia e arte visiva si fondono in un raffinato dialogo senza tempo.

Fonte e ulteriori info

 


FOTO: di Europeana su Unsplash

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