di Ermes Strippoli

Secondo gli ultimi dati dell’ISTAT, a gennaio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) è aumentato dello 0,6% rispetto a dicembre 2024 e dell’1,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo aumento è principalmente dovuto al forte rincaro dei beni energetici regolamentati, che sono saliti dal 12,7% al 27,5%, e al lieve incremento dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona.

L’inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e gli alimentari freschi, è rimasta stabile al 1,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici è aumentata leggermente, passando dall’1,7% all’1,8%. I beni hanno visto un’accelerazione dei prezzi (da +0,2% a +0,7%), mentre i servizi sono rimasti stabili a +2,6%.

I beni alimentari e per la cura della casa hanno registrato un tasso d’inflazione stabile al 1,7%, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto sono aumentati dal 1,7% al 2,0%. Tra gli aumenti congiunturali, i beni energetici e alimentari hanno avuto un peso significativo, con un calo nei servizi legati ai trasporti.

Nel complesso, l’inflazione acquisita per il 2025 è dell’0,9% per l’indice generale e dello 0,5% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) ha visto una diminuzione dello 0,8% su base mensile, ma è aumentato del 1,7% su base annua.

Inoltre, l’indice dei prezzi per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è cresciuto dello 0,6% rispetto a dicembre 2024 e dell’1,3% rispetto a gennaio 2024.

Fonte dei dati

 


FOTO: di ededchechine su Freepik

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