Isabel Allende

Feltrinelli, 2015, 281 pagine

L’ AUTRICE

Cilena (anche se ha vissuto in mezzo mondo e in quasi tutta l’America Latina), Isabel vanta una parentela stretta con Salvador Guillermo Allende Gossens (mica pizza e fichi) presidente marxista capitolato con un golpe dal retrogusto statunitense.

Le vicissitudini di una famiglia molto particolare, oltre alla tragica esperienza personale legata alla malattia della figlia Paula, hanno segnato profondamente la personalità della scrittrice, riverberandosi nella sua produzione letteraria.

Negli ultimi anni, si è dedicata anche alla narrativa per ragazzi con una trilogia dedicata ai nipoti.

Curiosità: la lega al nostro paese una laurea honoris causa conferitale dall’università di Trento.

IL ROMANZO

Alma Belasco, ospite di una atipica casa di cura californiana, racconta la sua vita a Irina (inserviente della Lark House) e Seth (nipote prediletto).

La donna, appartenente a una ricca e potente famiglia ebrea, è stata costretta a lasciare la Polonia e a raggiungere i parenti a San Francisco, dove è divenuta negli anni una stimata artista della seta.

Tra scandali, convenzioni sociali rispettate e tradite, intrecci famigliari degni dei migliori giornali di gossip, sarà protagonista della sua vita sentimentale il saggio Ichimei, timido figlio del giardiniere di famiglia, divenuto col tempo amante e centro dei pensieri della donna.

Durante l’avvincente racconto di vita, trovano spazio anche le storie dei giovani Seth e Irina che sembrano quasi essere la proiezione di questioni sociali del passato mai risolte.

CHE COSA CI E’ PIACIUTO

Lo stile, tradizionalmente originale, rende il romanzo fluido e piacevole. Le riflessioni sulle questioni sociali e storiche sono estremamente interessanti.

CHE COSA NON CI È PIACIUTO

L’esasperazione della tragedia personale delle protagoniste femminili. Sarebbe bastato meno per far intendere al lettore il problema.

CITAZIONE

“L’infanzia è una tappa naturalmente disgraziata dell’esistenza, Lillian. La storia che i bambini meritano la felicità l’ha inventata Walt Disney per far soldi.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Abilita le notifiche per non perderti nessun articolo! Abilita Non abilitare