Dead or Alive Sex
di Enzo Varricchio
Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso – di oggi – ma non avete mai osato chiedere.
Avremmo potuto intitolarlo così il sesto numero mensile di Scripta Moment, parafrasando il famoso film di Woody Allen del 1972, tratto dall’omonimo libro divulgativo del sessuologo David Reuben.
Sul sesso c’è sempre da imparare e devo dire che io per primo ho imparato molto dagli articoli dello speciale di febbraio. Non immaginavo così tante novità introdotte dai potenti mezzi della civiltà due punto zero.
I giovani ne sanno più di noi vecchietti.
E non mi riferisco al popolo selfista che si trucca a puntino per sembrare più figo e lascivo e postarsi nella propria (non per caso) “vetrina” come merce sullo scaffale.
Milf, toy- boy, cougar, escort, crossdresser, cuckold, toothing, trans, gangbang, sex toys, squirting sono solo alcuni dei neoinglesismi (chissà perchè poi tutti in inglese?) acquisiti nel linguaggio del neoporno, per cui la nostra redazione ha pensato bene di stilare un minidizionario, il “Sexyonary”, il sesso nel lessico, molto utile in caso di dubbi su che cosa cercare.
Ditemi che sapevate chi è il “Fluffer”? Nell’industria pornografica fluffer è colui o colei (de gustibus) che ha il compito di dover “mettere in moto” o “mantenere in moto” l’attore/attrice durante i periodi di stacco dalla telecamera. Ma Rocco Lombardi ci parla del “fluffer sentimentale”, creatura di mezzo tra i vecchi “scopamico” e “candela” tra le coppie.
E il cuckold? Leo Pesole si è intrufolato tra i siti di scambisti e ne ha tirato fuori il “cornuto contento“, marito inidoneo che dimostra tutto il suo amore per la partner concedendole e concedendosi l’intervento ad adiuvandum di uno stallone su misura. Altro che vecchio delitto d’onore dei tempi andati!
Ho riscoperto anche cose vecchie, come il fatto che la parola sesso deriva dal verbo latino “secare”, che significava “tagliare, separare”, nel senso di distinzione tra il maschio e la femmina. Insomma, il contrario di quella unione di corpi – e talora di anime – che immaginiamo nell’atto sessuale.
Lo scontato esito del nostro lavoro è che tutto quello che facciamo, lo facciamo per il sesso (caro Sigmund avevi ragione tu?), come ci ricorda il cinefilo Riccardo Palamà in All you need is sex? A proposito, abbiamo creato la rubrica “Il canale di Palama” per segnalarvi i film che vale davvero la pena vedere al posto delle cacatelle italiote che affollano le sale.
Mentre la psicologa Manuela Latrofa descrive le diverse forme di perversione sessuale, Flavio Andriani, con il suo “Sono perverso quindi esisto”, mi ha insegnato che se fino a ieri il facile accesso alla carne ha degradato il sesso, oggi il facile accesso all’internet sexualis ha degradato la carne.
Ancora Rocco Lombardi, con il suo M. L. King bianco, mi ha fatto riflettere sul fatto che la storia avrebbe preso un’altra direzione se i gay e gli etero, i bianchi e i neri, gli ebrei e non, fossero stati considerati egualmente “normali” come ancor oggi purtroppo non sempre sono considerati.
Non potevano mancare gli aforismi sexy della blogger Monica Capriati né l’intervista a una escort russa ventiquattrenne che, anziché una semplice mignotta, si definisce “una psicologa un po’ porca”, e forse ha proprio ragione lei, almeno a giudicare dal lavorìo psicoanalitico che è costretta a fare sui suoi clienti benestanti quanto frustrati…
Antonio Valenza ci spiega come difendersi dal “Revenge porn” (porno vendetta), ovvero il pubblicare su siti scabrosi i video degli amplessi con la propria/o ex che ci ha mollati.
Il vocalist Ezio Cirone ci introduce nelle nuove frontiere del Music-Sex.
Se nei videoclip di decenni fa, l’erotismo femminile e l’omosessualità fecero scandalo, oggi lo scenario si è letteralmente ribaltato. La donna sottomette l’uomo e l’uomo esterna la sua omosessualità.
Anna Spero ci va giù di brutto con le significanze lessicali del verbo scopare e con l’invito alle “donne difficili”, alias “fighe di legno”, a godersi la vita in barba ai pregiudizi che son duri a morire. La stessa Spero ci introduce a Tinder, diabolica app finalizzata a conoscere nuove persone. L’obiettivo non è cercare l’anima gemella ma un corpo prêt-à-porter senza pensieri. Attraverso un sistema di geolocalizzazione si stabilisce uno specifico raggio di azione nel quale è possibile visualizzare il profilo di altri iscritti, scambiarsi un cuoricino di approvazione e poi passare all’incontro diretto, con il vantaggio estremo che non si rischia di essere rifiutati.
Tutte le domande della Spero mi spaventano:
“Abbiamo cosi paura dei rapporti umani da essere incapaci di instaurare un approccio nella vita reale? O forse la tecnologia ha cambiato la nostra percezione delle cose e preferiamo avere tutto a portata di mano, compresa la scelta del nostro partner? O ancora, siamo diventati cosi individualisti e aridi da non volerci assumere alcuna responsabilità e preferire rapporti che non portino da nessuna parte piuttosto che coinvolgimenti emotivi?”.
Però dovremmo credere che “L’amore esiste”, conclude la fiaba di Talk, e che “il sesso non è certo intimo come una cena”, ammonisce Giulia Reina, che si è dedicata a un’estenuante e curiosissima maratona nei mille modi di “farlo strano” nelle varie parti del globo (v. articolo Sex in the Cities).
Gioia Maiuna ci rammenta che ognuno di noi maschietti rientra comunque in uno stereotipo. Siete avvisati voi che vi credevate unici!
Alla fine mi resta in testa un pensiero.
Disintermediazione è una delle parole più abusate negli ultimi tempi. Disintermediazione politica (protestare saltando sigle e partiti), disintermediazione negli affari (saltare i canali di distribuzione tradizionali), etc. E’ quel fenomeno che si osserva quando i tradizionali canali di informazione, comunicazione, scambio, partecipazione vengono scavalcati grazie all’uso delle reti informatiche.
Invece, l’unica cosa che oggi diventa sempre più mediata – da social e app – è il sesso. La cosa più privata ha un retrogusto pubblico e morboso.
Siamo tutti un po’ Lost in Translation ma l’amore tradotto e mediato è un amore concettuale, di fatto perso, abortito.
Buona lettura, buona scrittura a tutti.
PICS: Amplesso scheletrico, by Marc Quinn da https://www.artribune.com/tribnews/2013/01/bologna-updates-niente-sesso-siamo-inglesi-dallamplesso-scheletrico-di-marc-quinn-alle-targhette-2-0-da-curtigambuzzi-curiosita-e-sorprese-da-artefiera-vol-1/
Da Ya Think I’m Sexy, Rod Stewart (official video)
Il Trailer di Lost in translation