Aria, Uomini e Falchi
di Antonella Matranga
«Con la fotografia esprimo i moti e le passioni dell’anima. Quell’eloquente libertà che si protrae nella mente e nei sogni. Esiste nell’infinito movimento, così come la vita.»
Così definisce il senso e la filosofia delle sue immagini Serena Galvani, fotografa, velista e imprenditrice bolognese che nello splendido volume ARIA, UOMINI, FALCHI ( arrivato alla II ristampa) racchiude questi sentimenti in immagini senza tempo, esaltate dalla potenza espressiva del bianco e nero. Immagini che raccontano il legame fra il falco e l’uomo e l’antica arte della Falconeria, dichiarata nel 2010 Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’UNESCO e dal 2016 riconosciuta anche dall’Italia.
L’idea del libro ARIA, UOMINI, FALCHI è nata dalla passione di Serena Galvani per questo mondo antico:
«Ho letto un libro su Federico II, colui che ha portato la falconeria da Oriente a Occidente, e mi sono incuriosita. – racconta Serena Galvani – In campagna da un amico che ha due falchi, ho provato a relazionarmi con loro ed è stata un’ esperienza magnifica. Il rapace è un Re. Lo devi servire. E così ho cominciato a fare delle foto ai raduni di falconieri e ho imparato a conoscere questa arte quasi esoterica.»
Il libro nasce proprio dalle fotografie scattate da Serena Galvani nel corso di diversi anni in cui ha seguito i raduni di Falconeria, in cui facce, falchi, natura si intrecciano in un racconto mai scandito dal tempo, s’incarnano negli sguardi fieri di uomini e rapaci che si fondono gli uni agli altri, in vele e ali che insieme cercano il vento, in paesaggi aspri con remote torri medievali dove i soggetti attraversano il passato, così da restituire allo spettatore una memoria che porta dentro di sé i segni di lontani antenati. Aria, cielo e acqua suggeriscono la via verso la libertà, dove l’ARIA è l’elemento dominante che spinge le vele ma anche il volo dei falchi.
«La falconeria è una pratica di caccia molto antica, naturale – ci tiene a precisare Serena Galvani – non si usano i fucili, l’animale non è stressato e non viene in nessun modo manipolato. Il falco vive di questo, è un rapace, si deve nutrire comunque. La falconeria oggi è anche usata per scacciare gli uccelli opportunisti. Il volo dei falchi spaventa per esempio i gabbiani, quindi fanno anche un servizio utile e funzionale all’ambiente.»
ARIA, UOMINI, FALCHI è anche una mostra che dopo una serie di tappe in giro per il mondo (Ambasciata Italiana in Kuwait, Melfi) è arrivata a Malta. Una mostra permanente allestita a Palazzo Verdala, un antico edificio del barocco maltese costruito nel 1588, che domina tutta l’isola ed è la residenza estiva del Presidente della Repubblica, inaugurata in occasione dell’antica cerimonia del Falco Maltese da parte del Presidente della Repubblica di Malta al Re di Spagna, in ricordo dell’antico “tributo del falcone maltese” che fu istituito nel 1530.
«I legami con Malta riguardano sia la mia città che la falconeria. – aggiunge la fotografa bolognese – E sono legami storici, perché Carlo V dopo essere stato incoronato da Papa Clemente VII a Bologna, tornando in Spagna, emanò un editto per cui i falconieri, cavalieri dell’Ordine di San Giovanni che erano stati esiliati in varie nazioni, potevano ritornare a Malta e per aver contribuito a mantenere la sicurezza, gli cedette la sovranità dell’isola. In cambio il re volle un falco pellegrino addestrato, il falcone maltese.»
La passione per la storia e per l’arte è una costante nella vita di Serena Galvani che con l’associazione A.R.I.A porta avanti il restauro di barche d’epoca: «Come il Leone di Caprera, una goletta di 9 metri del 1880 che costruirono tre figli di immigrati italiani in Uruguay per attraversare l’oceano, da Montevideo fino a Livorno, con l’idea di andare a trovare Garibaldi morente a Caprera. L’ho donata per i 150 anni dell’Unità d’Italia nel 2011 al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.»