Amare viaggiare, viaggiare per amare
di Enzo Varricchio
Non sono le persone che fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone (John E. Steinbeck)
Solo “amare” batte “viaggiare” nella superclassifica delle ricerche di ogni tempo.
Amare viaggiare, viaggiare per amare
L’amore è un viaggio e il viaggio è una forma di amore. Entrambi sono un’avventura.
Non si contano aforismi e citazioni in argomento, alcuni molto belli, altri insulsi o pleonastici, ma tutti rivelatori del bisogno atavico dell’uomo di vincere la pigrizia e la stasi con il movimento, il cambiamento, l’evoluzione. Lasciare la via vecchia per la nuova è una caratteristica basilare di tutti gli esseri viventi.
Se 65-75 000 anni fa i primi homo sapiens non avessero intrapreso una migrazione dall’Africa non sarebbero scampati a un cataclisma globale e io ora non sarei qui a scrivere questo articolo e voi a leggerlo.
Si viaggia nello spazio con mezzi molto diversi: piedi, auto, aereo, nave, bici, moto…
Ogni mezzo un viaggio diverso. Lo si può ben capire arrivando a Venezia via mare, aria o terra, ottenendone una differente visione ed esperienza.
Si viaggia nel tempo (studiando la storia, ad esempio), con il corpo, con la mente e la fantasia, con il cuore, con i sensi.
Anche con l’olfatto e il gusto si viaggia. Chi di noi non ha attraversato tempi e luoghi rapito dal ricordo di un profumo (di donna, nel caso di Süskind), di un gusto (la madeleine proustiana che riporta lo scrittore alla sua infanzia in villeggiatura avviando La recherche du temps perdu).
Ci sono viaggi in luoghi mai esistiti e leggendari, come Broceliande, Troia, o Shamballah.
Anche i viaggi non sono più quelli di una volta.
Costano meno, sorprendono meno. Tutti viaggiano mentre una volta si era in pochi.
Vacanza viene dal latino vacatio e significa periodo di vuoto, di svuotamento dagli impegni quotidiani. Oggi è un periodo più stressante di quello lavorativo.
Prima si andava in villeggiatura per mesi, ora solo nel week-end. Il viaggio si programmava per anni in agenzia, durava tanto, ci si spostava con enormi carte geografiche, si chiedevano indicazioni alla gente per strada. Ora no, sono booking.com e il navigatore satellitare che ci navigano, ci conducono in percorsi obbligati e senza sorprese. Rapide fughe, visite mordi e fuggi che lasciano poche tracce nella memoria. Il viaggio è uno status symbol.
I più colti e ardimentosi scelgono i viaggi d’avventura, fuori strada, senza tappe predefinite. I cosiddetti veri viaggiatori. Ma anche questi non si separano mai da laptop e cellulare… Gli altri, i turisti, si intruppano nei villaggi vacanze e nei siti più affollati.
Libri, film, mostre, eventi d’arte sono miniviaggi che possono lasciare segni profondi nelle esistenze.
Viaggiando si vivono molte vite e si impara più che a scuola e molto più rapidamente.
Scrivere, cantare, recitare sono i modi migliori per viaggiare.
Salpiamo dunque che l’ora è sempre propizia per tuffarsi nell’ignoto.
Buona lettura, buona scrittura a tutti.
Libro consigliato: U. Eco. Storia delle terre e dei luoghi leggendari. 2013
PH credit: mostra Klimt Experience https://www.klimtexperience.com/