Castro, Enea e i misteriosi Messapi
di Enzo Varricchio
L’eroe Enea, in fuga da Troia in fiamme, sarebbe sbarcato a Castro in Salento.
Riproponiamo sull’argomento un’intervista del 2015 al professor Giovanni Leone, illustre grecista e latinista purtroppo scomparso, un grande maestro delle giovani generazioni che non potremo dimenticare.
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Una serie di ritrovamenti sarebbe in grado di scrivere una nuova pagina della storia e della letteratura greco-latina, in quanto proverebbero che i luoghi cantati nell’Eneide dal sommo poeta Virgilio esistevano realmente e che uno di essi può identificarsi con la salentina Castro.
Considerata l’importanza dei ritrovamenti, ma anche la forte ricaduta turistico-economica che essi potrebbero rivestire per il Salento in un auspicabile tour dei luoghi narrati dall’Eneide, abbiamo intervistato sull’argomento uno dei massimi esperti pugliesi di antichità classica, il professor Giovanni Leone.
Tra gli ultimi suoi lavori vanno citati: “Augusto. Res Gestae. Il manifesto del princeps nel nome della res publica”, con Nicola Pice, 2015, e “I giganti a Roma. Fusione, confusione e rivisitazione del mito”, 2012.
Dall’intervista emerge la necessità di politiche culturali in grado di promuovere e valorizzare l’enorme patrimonio archeologico della “Magna Grecia”.
Dopo il rinvenimento a Castro di un busto raffigurante la dea latina Minerva, i ricercatori hanno portato alla luce un frammento di ceramica con inciso in lingua messapica il nome di Atena, la versione greca della medesima divinità. Castro potrebbe corrispondere al sito dell’antico tempio di Minerva descritto da Virgilio, ove sbarcò l’eroe Enea sfuggito alla distruzione di Troia.
Puglia, Lucania, Calabria e Campania un tempo furono la “Magna Grecia”, la civiltà creatasi a partire dall’VIII secolo a.C. a seguito della colonizzazione di genti provenienti da varie città della Grecia antica, una cultura che annoverò filosofi e scienziati come Archimede, Parmenide e Zenone di Elea, Empedocle; matematici come Ippaso di Metaponto e Pitagora; storici come Ippi, Glauco e Lico; poeti quali Teocrito, Stesicoro, Ibico; medici come Timoteo, Alcmeone e Democède; gli scultori reggini Pitagora e Clearco; il pittore Zeusi, il musicologo Aristosseno ed il legislatore Zaleuco.
Ce n’è abbastanza per fare della Puglia e delle altre regioni interessate dalla cultura magnogreca delle mete d’eccellenza del turismo culturale ma manca la consapevolezza dell’importanza di questo patrimonio e le politiche di settore sembrano averlo un po’ sottovalutato in assenza di un progetto globale di promozione e valorizzazione che leghi tra loro i vari siti. D’altronde, la stessa storia classica sembra essere un po’ mortificata nella scuola italiana e nella conoscenza da parte dei cittadini.
Su questi argomenti abbiamo intervistato il professor Giovanni Leone, illustre grecista e latinista allievo di Luciano Canfora, autore di numerosi articoli e saggi sull’epoca augustea, già preside del Liceo “Di Cagno Abbrescia” di Bari, e attualmente docente nel glorioso liceo classico “Quinto Orazio Flacco”.
Varricchio: “Professor Leone, come giudica i ritrovamenti messapici di quest’estate che accreditano le somiglianze tra “la rocca con il tempio di Minerva” descritta nell’Eneide di Virgilio e l’odierna Castro?”.
Leone: “Le scoperte archeologiche spesso confermano i testi letterari (anche se talvolta ci sono dei dubbi). Ovviamente, nel caso di Castro, va fatto un confronto non con i tempi “mitici” dell’Eneide, ma con le conoscenze dei tempi di Virgilio. Il culto di Minerva era molto diffuso in Italia e quindi non meraviglia una statua ritrovata a Castro. Non è escluso che più di una città salentina abbia voluto attribuirsi il merito dello sbarco di Enea e dei suoi compagni. E’ un fenomeno anche più recente: passaggi e miracoli di santi o soste di cavalieri (quelli dei poemi cavallereschi per intenderci) in determinate località, ecc. Questo fa parte di tradizioni complesse che vanno indagate dall’archeologo,
dallo storico, dallo storico dell’arte, dal filologo, dallo studioso di etnologia e tradizioni e, perché no, dal geografo e altri scienziati. Da ricordare: la storia si ripete, ma non è mai uguale. Vale anche per la letteratura: le opere di Dante, Omero, ecc. sono sempre quelle. Siamo noi che cambiamo: è questo forse l’aspetto più affascinante. Non Omero, Dante ecc. ma noi e Omero, Dante ecc. Questo vale per tutte le arti”.
Varricchio: “Secondo lei l’archeologia greco-romana è davvero in grado di attirare turisti e buona economia, oppure è riservata a una piccola elite di visitatori?”.
Leone: “Assolutamente sì. Però, il turismo ha bisogno di strutture e programmazione. Il turista non si ferma solo perché è trattato bene, mangia bene, gode del clima. Se fosse informato adeguatamente sul fatto che al di là del cielo, del mare, del cibo, un luogo, come la Puglia, offre qualcosa di più importante, gli avremmo fornito un motivo in più per restare e tornarci. E per ripartire migliore, non solo più grasso!”.
Varricchio: “Non va dimenticato che i rapporti tra la Puglia e la cultura ellenica, cominciati con la colonizzazione magnogreca, proseguirono nel Medioevo con la presenza greco-bizantina sia a livello politico che a livello religioso con la diffusione del monachesimo orientale, che tante testimonianze di sé ha lasciato nelle gravine pugliesi, calabresi e lucane. Una parte del Salento leccese è ancor oggi detta “Grecìa salentina”, un’isola linguistica ellenofona di nove comuni in cui si parla un dialetto neo-greco noto come griko”.
Leone: “Verissimo. Eppure, non esiste un vero e proprio circuito turistico-culturale ellenofilo in Puglia e nemmenonelle altre regioni che furono caratterizzate dall’identità magnogreca. E’ evidente che c’è ancora molto da fare per ampliare l’offerta culturale e mantenere alta l ’appetibilità vacanziera.”.
Varricchio: “Come valuta le borse di archeologia quale quella di Salerno?”.
Leone: “Idea splendida. Va imitata con qualche correttivo. La provincia di Salerno è diversa morfologicamente dalla Puglia e può contare sulla vicinanza di centri come Napoli, Pompei e le coste calabresi. La Puglia invece deve guardare ad est e anche al sud del Mediterraneo. E non solo ai barconi. Va ricordato che barconi provenienti dall’est hanno portato in Italia cultura e colture come la vite e l’ ulivo”.
Varricchio: “Che cosa si può fare per le politiche culturali?”.
Leone: “Purtroppo non è sufficiente scegliere gli uomini giusti e reperire risorse economiche. Occorre educare i cittadini a capire che posseggono riserve ben più cospicue e “pulite” del petrolio o di altri minerali. E quindi: la scuola, i media. Tutto quello che può raggiungere la gente. Anche se maleducati e delinquenti non mancheranno mai, l’importante è farli diventare una esigua minoranza. O comunque che gli amanti del bello siano una minoranza, ma rumorosa. Dai politici non mi aspetterei molto, almeno per il momento”.
Varricchio: “E per favorire la conoscenza dei nostri musei?”.
Leone: “Se ci si reca al Louvre o la British, ma anche altrove, si vede che non si entra solo in un museo. C ’è tutta una organizzazione che accoglie il visitatore, lo guida, lo educa. Non bisogna pensare che costui sia sempre un dotto intenditore. Occorre rendere il museo fruibile e appetibile per la gente comune e non necessariamente attrezzata culturalmente. Chi entra in un museo, magari per curiosità, moda o vanità, deve trovare nel museo stesso la motivazione per tornarci e per visitare altri luoghi simili. Non ci si deve scandalizzare se uno non apprezza l’arte o l’archeologia. Gli devono essere forniti gli strumenti per farlo. Il bello è che ci si scandalizza per le orribili distruzioni operate dall’Isis, ma nessuno parla delle devastazioni che l ’incuria provoca al nostro patrimonio artistico!”.
Varricchio: “Il latino e il greco possono ancora dirsi lingue universali?”.
Leone: “Come lingue davvero“universali” penserei solo alla musica e alle arti figurative. Indubbiamente, almeno il Latino, può essere una lingua per l’Europa e per i popoli che parlano le lingue definite indoeuropee”.
Varricchio: “Qual è il ruolo delle materie classiche nella “Buona scuola” di Renzi?”.
Leone: “Basta una osservazione: non si sa che fine farà la classe di concorso A052, che è quella alla quale
appartengono i docenti di Latino e Greco. Forse stiamo assistendo all’eutanasia del Liceo classico e questo rende inattuali tutte le risposte date alle domande precedenti. Quali saranno gli operatori adatti a favorire quanto sopra detto? Una osservazione: il sottosegretario Faraone, che pontifica un giorno sì e l’altro pure sulla scuola, non è neppure laureato.”.
Varricchio: “Un sito pugliese importante ma non ancora sufficientemente valorizzato?”.
Leone: “Direi la zona archeologica di Gravina e in particolare la collina del Botromagno. Nelle gravine si viaggia dal neolitico al medioevo. Sul Botromagno si trovava la città di Silvium, da cui passava la via Appia, di cui si vedono dei tratti in zona.”.
E’ evidente che c’è ancora molto da fare per ampliare l’offerta culturale e mantenere alta l’appetibilità vacanziera.
Ci congediamo dal professor Leone convinti che la migliore valorizzazione dei tesori della “Magna Grecia” e della cultura ellenica sia una nuova frontiera del nostro turismo ma questa potrà valicarsi sulla scorta di una programmazione in rete con le altre realtà territoriali del Sud Italia che nell’antichità ebbero intensi rapporti con la patria di Omero. Unendo le forze, il sistema culturale assumerà una dimensione competitiva in grado di sostenere il confronto con altre località caratterizzate dal medesimo target turistico.
PH: copertina progetto Castro