Due secoli di regali
Babbo Natale può definirsi il prodotto immaginifico finale di una contaminazione culturale tra i popoli del nord e del sud dell’Europa, cominciata nei primi secoli del primo millennio con le invasioni barbariche. Egli è una figura ibrida, frutto dell’incrociarsi delle tradizioni cristiane con i miti nordici.
Claude Lévi Strauss definisce Santa Claus/Babbo Natale (Père Noel, in francese) “figura di convergenza” tra differenti miti e leggende, propri di culture tra loro eterogenee. Il nome Claus, riferito a San Nicola, appare presto nella storia dell’Europa settentrionale, probabilmente diffuso dalla Russia, epicentro del culto nicolaiano. Si presenta come Sinterklaas in Olanda, Zinterklos nella Renania settentrionale, Stunner – Klaas nella Frisia orientale, Klawes in Hannover, St. Niklas nella svevia cattolica, Sannachlas in Svizzera, etc. (nota 1). Spesso è accompagnato da una figura negativa, Pietro il Nero, che
In tutte le sue manifestazioni, il Santo è un “Dona ferens”, un portatore di doni ai fanciulli, una figura che spersonalizza il rapporto donativo tra loro e gli adulti, assumendo la funzione di premiare o castigare i comportamenti.
Le caratteristiche del Santo, dopo la Riforma protestante (nota 2), perdono progressivamente la propria componente religiosa e la nuova figura viene designata col nome femminile di Santa Claus. Il compito di distribuire i doni venne allora attribuito al Christkindel o Kris Kringle, Gesù Bambino, la figura sacra per eccellenza molto più importante di quella dell’antico vescovo, un po’ troppo folcloristica e in odore di paganesimo per l’etica protestante.
Dopo la seconda guerra d’indipendenza, i coloni olandesi portano l’immagine ed il culto di Santa Claus nel nuovo mondo, ove fondano New Amsterdam (l’odierna New York). Nel 1812 lo scrittore americano Washington Irving, in un operetta sulle origini di New York, parla di Santa Claus come di un vecchio che vola di notte su un carro fatato, lasciando scivolare regali dai camini delle case.
Il vecchio San Nicola prosegue il proprio processo metamorfico con un altro scrittore, Clement Clark Moore, il quale, durante la notte di Natale del 1822, inventa una poesiola per i bambini, destinata ad un grande successo: A visit from St. Nicholas. In questa filastrocca Saint Nick assume i caratteri fondamentali del suo alter ego Babbo Natale: la bonarietà e giocosità, la capacità di volare sulla slitta guidata da renne. L’abito rosso (comune a San Nicola e ai Magi) gli viene attribuito in seguito dalla tradizione. Il mantello vescovile o la tunica da re diventa un giubbone ornato di pelliccia, molto somigliante alla tenuta degli elfi dei boschi. La mitra episcopale si trasforma in un cappuccio, simile a quello degli gnomi delle foreste nordiche (ma anche al cappello frigio di uno dei Magi e degli antichi alchimisti). Nasce così Babbo Natale, cui i bimbi americani inviano (solo tra il 1914 e il 1945) la cifra record di quattro milioni di lettere l’anno.
Il ritorno in Europa del mito consumistico e universale che Babbo Natale è poi diventato, si può attribuire alla fantasia di Thomas Nast (il disegnatore americano che a partire dal 1863 ne forgiò il nuovo “look”), e agli intenti massificativi della Coca – Cola, che si servì dell’immagine del vecchio bonario per la sua pubblicità (nota 3). Attualmente può individuarsi nella Finlandia il centro attuale della credenza del vegliardo portatore di doni (nota 4).
A ben guardare, lo straordinario successo di Babbo Natale in Europa non dipende esclusivamente da fattori economico-commerciali. In realtà, il vecchio donatore non è stato passivamente assimilato dagli Europei, sostituendo le antiche consuetudini. Al contrario, ha funzionato da catalizzatore, riportando in auge le usanze dimenticate del passato, secondo un meccanismo che l’antropologo statunitense Alfred Kroeber descrive come “diffusione per stimolo”.
Secondo alcune interpretazioni psicoanalitiche, Babbo Natale è un archetipo. Rappresenta l’essere umano realizzato, ciò che l’uomo diventa al culmine della sua maturità. Tutte le culture hanno ideato personaggi analoghi: “nel giudaismo mistico Babbo Natale non è altro che “il veglio dei giorni” della Cabala, l’immagine di Keter, del centro psicospirituale della testa” (Peter Roche De Coppens).
NOTE:
- Handworterbuch des deutschen Aberglaubens, vol. VI, coll. 1091 e ss..
- Come noto, il Luteranesimo ricentralizzò la figura divina, eliminando molti culti agiologici. Anche se, bisogna dire, in una lista della spesa fatta a casa di Martin Lutero, il 6 dicembre, figurano fino al 1535, i doni da destinare ai bambini nel giorno di San Nicola.
- L’anno scorso la Coca – Cola distribuì milioni di lattine recanti la seguente dicitura: “Quanti anni ha Babbo Natale? Strano ma vero, è nato solo nel 1931, quando la Coca-Cola chiese all’artista Haddom Sundblom di trasformare le antiche figure simbolo della tradizione natalizia in un nuovo Babbo Natale”. E’ questo un caso di trasformazione o reinvenzione della tradizione.
- Per un’ampio disamina delle metamorfosi di San Nicola di Myra e Bari e sul suo ruolo di dona ferens, vedi E. VARRICCHIO:
San Nicola e il suo doppio. Basilica di San Nicola di Bari, VIII centenario della dedicazione della Basilica superiore, edizioni Dal Sud, Bari, 1996.
Il mistero dei doni, Storia delle figure mitiche che portano doni ai fanciulli, ed. Barisera, 1998.
I due corpi di San Nicola.ed. Barisera, 1999
Reliquie contese. L’enigma dei due corpi di San Nicola. Il vescovo che diventò Babbo Natale, in MEDIOEVO n. 9, ed. De Agostini-Rizzoli, Milano, 2001.
“Il mondo di San Nicola – Saint Nicholas World – agiografia e geografia del Santo di tutte le genti”, ed. San Nicola per Bari, Bari, 2014.
San Nicola nella storia dell’arte (in 3 parti), in Corriere di Puglia e Lucania del 3-5-6/05/2015, www.corrierepl.it,
Documentario televisivo “San Nicola la sua storia, le tradizioni e i riti del Santo più venerato nel mondo”, di Cristian Tempesta, Antenna Sud. https://www.youtube.com/watch?v=pBraghEPWmM&feature=share&fbclid=IwAR3y5mOD6DnrIGoPXS-F4Eu53up7cMdzhQ3_cxbTCwz2fbrwEPgeLXgxP28
[1] v. Handworterbuch des deutschen Aberglaubens, vol. VI, coll. 1091 e ss..
[2] Come noto, il Luteranesimo ricentralizzò la figura divina, eliminando molti culti agiologici. Anche se, bisogna dire, in una lista della spesa fatta a casa di Martin Lutero, il 6 dicembre, figurano fino al 1535, i doni da destinare ai bambini nel giorno di San Nicola.
[3] L’anno scorso la Coca – Cola distribuì milioni di lattine recanti la seguente dicitura: “Quanti anni ha Babbo Natale? Strano ma vero, è nato solo nel 1931, quando la Coca-Cola chiese all’artista Haddom Sundblom di trasformare le antiche figure simbolo della tradizione natalizia in un nuovo Babbo Natale”. E’ questo un caso di trasformazione o reinvenzione della tradizione.