Spoileriamo futuri possibili
di “Noi di Spoiler”
Secondo Winston Churchill, in momenti di difficoltà la bellezza è un dovere politico e sociale.
La bellezza rinfranca il morale e restituisce il senso di eterno, di etereo, che permette di alzare la testa da questo pezzo di strada fangosa e di abbassare la testa con dignitosa attenzione nel lavarci le mani.
Quale bellezza, però?
Quella che è cresciuta nel silenzio di molti giorni, che è collaterale, incidentale, elementare.
Collaterale, perché nata di fianco, a lato del mondo promesso.
Incidentale, perché interrompe, precisa, stuzzica – con scarso preavviso – un piano già scritto.
Elementare, perché adesso la nudità è l’unico ornamento concesso.
Che fare ora di quella bellezza?
Occorre trasformare il silenzio in emozione e l’emozione in parola.
L’unica parola possibile ora è futuri.
Sì, futuri al plurale, da scrivere e riscrivere, da calcolare e sognare.
Dovremmo costruire un campionario di futuri di cui parlare, da validare e spiegare. Dovremmo trovarci accanto a nuovi falò e in nuove congressi, a costruire i nostri nuovi totem e distruggere i vecchi idoli.
Invece oggi siamo ancora qui, a giocare con i cocci, come bambini che fanno finta di non sentire chi ci chiama per la resa dei conti.
Siamo ancora qui nelle nostre stanze piene dei soliti che da tempo non prestano più attenzione, a ripetere canzoni noiose con telecamere storte.
Proviamo invece a cercarla davvero questa bellezza collaterale, incidentale, elementare. Proviamo ad agire con grazia e rigore, a smettere di essere complici.
Ogni giorno chiediamoci “oggi cosa ho fatto di bello?”