MES: più harakiri che salvezza
di Canio Trione
Economista
Qualcuno ha pensato ad un meccanismo per il quale devi versare dei soldi ad un Fondo che deve servire a salvarti e poi, per usarli -anche per un limitato periodo di tempo- devi pagare degli interessi e sottostare ad alcune limitazioni nel loro uso. Sembra una idea talmente balzana da essere assolutamente improponibile da chiunque.
Invece questo, che è il meccanismo del MES, rimane ancora in piedi ed è ipotizzato come conveniente da una porzione dei politici nostrani. Ha dell’incredibile ma è così, tanto che ancora se ne parla.
Così leggiamo che il tale politico e il tal altro commentatore asserisce che il MES “conviene” e che serve subito per i conti pubblici ormai insostenibili.
Poniamoci alcune lecite domande:
Ci dicevano che il debito pubblico era insostenibile quando era al 130%; adesso è oltre il 160% e lo si vuole aumentare proprio con il MES. Aumentare il debito è un male o no? È sostenibile o no? ci prendono in giro adesso che lo aumentano e lo vogliono aumentare o pochi mesi fa che lo volevano ridurre?
Poi ci dicono che fare debiti con il MES serve a tagliarci i ponti alle nostre spalle e rendere ancora più difficile l’uscita dall’euro.
Dunque, i debiti non servono a risollevare le nostre sorti di cittadini ma a legarci ai creditori?
Come si fa a dire che non vi sono condizioni all’utilizzo del MES se è implicito che non potendo mai più pagare i nostri debiti ci leghiamo per sempre alle volontà altrui?
Anche la riduzione o mancata crescita del Pil per costoro non è cosa così brutta.
Qualche politico avrà evidentemente pensato che consegnare l’Italia ad altri è di fatto una scorciatoia molto più breve che non rilanciare lo sviluppo, rifare il fisco, ripensare la Pubblica Amministrazione ridimensionandone i poteri in funzione antiburocratica, ridurre la spesa pubblica, pagare i debiti, aggiustare la giustizia, etc. è evidentemente un immane compito per una classe dirigente spontaneamente votata all’accatto.
È molto più semplice chiedere soldi che produrne, anche perché li restituiranno altri.
Dobbiamo dedurre che anche la recente crescita del debito e relativa riduzione del Pil non è fenomeno sgradito a chi ci vuole consegnare ad altri.
La stessa gestione della pandemia alla luce di tutto ciò assume o può assumere una colorazione impensabile fino a ieri.
Anche il timore così diffuso tra i politici di rivolte popolari considerate dai ben informati possibili nel prossimo autunno non sarà la vera ragione della volontà di confermare le restrizioni alla circolazione in funzione apparentemente anti Covid?
Un noto saggio ormai al tramonto della sua vita diceva che a pensare male alle volte si azzecca.