di Francesca Summaria

La scelta di definire il pitbull un “essere” non è casuale. Soltanto chi si gloria della sua compagnia potrà capire il perché.

Queste razze di cani sono da tempo immemore oggetto di numerosi dibattiti, che si concludono sempre con “sono cani pericolosi e cattivi”.

Quando cammino per strada con il mio amstaff – per intenderci è il cugino del pitbull, un po’ più compatto come corporatura – non c’è una volta in cui non vedo padroni di altri cani cambiare isolato pur di non incrociare me e la mia “bestia”.

Ogni volta, rido, rido un sacco e senza vergogna vi dico che mi riempie di orgoglio.

Altre volte, invece, i più temerari padroni di altri pseudo cagnolini snocciolano delle perle di saggezza quali “Signorina non lo avvicini è cattivo”; “Non mi pare un cane buono”; “Mamma mia un pitbull”; “Questi cani non dovrebbero stare in giro”.

Ora, data la mia spiccata asocialità mi limito semplicemente a rispondere: “Mi creda, sono più cattiva io del cane” o “Guardi, dovrebbe avere più paura di me e non del cane” insomma frasi gentili di questo genere.

In realtà ciò che andrebbe fatto è una radicale rieducazione del soggetto che, erigendosi a esperto di razza TTB (terrier tipo bull), giudica senza sapere.

Invero, è indubbio che il putbull e l’amstaff siano cani, insieme ad altri, creati nel lontano 1835 per combattere fra loro e, dunque, dotati di quella che in gergo si chiama “cattiveria intraspecifica”.

Però, noi non viviamo più nel 1835, i tempi sono cambiati, i combattimenti sono illegali ma per fortuna i pitbull sono rimasti.

Sono bestie dotate di un enorme equilibrio, dolcezza e una intelligenza fra le più spiccate nella specie animale.

Sono bestie utilizzate per la pet therapy, e solo per questo mi verrebbe da chiudere il discorso.

Il problema del pitbull o dell’amstaff è il padrone.

È il padrone che non è attento alla formazione e alla socializzazione del suo cucciolo, è il padrone che deve aiutare il cucciolo a stare con le persone e con i suoi simili.

Questo essere è capace di farsi mordere da un jack russel, il mio ne è stato capace.

È capace di spaventarsi per una forchetta che cade.

È capace di imparare da solo a sedersi senza che tu impazzisca a insegnargli il comando.

È capace di darti delicate musate se non lo consideri, è capace di farsi capire con gli occhi.

Hai un pitbull, devi essere responsabile, come lo saresti anche con un golden, poiché anche i retriever sono fisicamente capaci di staccarti una mano.

Il pitbull non è cattivo, è il padrone a esserlo.

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