di Concetta Pienabarca

responsabile   reparto infanzia-giocattoli  

 

                                                                                                                                      

Il  gioco è la vera attività  naturale del bambino

Friederich Frobel

 

I giocattoli ci raccontano che  l’infanzia  è un posto felice e che ogni bimbo porta in sé un mondo    di gioia e immaginazione.

Il giocattolo è la prima iniziazione del bambino all’arte”, precisa Baudelaire.

Dagli oggetti di gioco preistorici in pietra, argilla, legno  ai manufatti ludici del Medioevo, di cui poco ci è rimasto, arriviamo  al Rinascimento che vede la nascita delle  prime fabbriche di bambole e la comparsa dei primi giocattoli meccanici;  è l’Ottocento il  secolo in cui la pedagogia esalta ed esorta al gioco e in cui si diffonde la prima produzione di massa di giocattoli  studiati per l’intrattenimento e l’apprendimento sulla linea  delle idee innovative di pedagogisti  come Dewey e Montessori.

l’Italia iniziò tardi la produzione di balocchi (da balòch in piemontese): per i giocattoli in legno la prima industria sembra essere nata ad Asiago nel 1885 ad opera di Giovanni Lobbia, mentre la prima industria di giocattoli e di bambole è stata la Furga di Canneto sull’Oglio (Mantova) fondata nel 1872 da Luigi Furga Gomini.

La seconda guerra mondiale sconvolse completamente ogni equilibrio possibile. Le fabbriche furono chiuse distrutte o adibite ad altri usi. I bambini trovarono i più svariati espedienti per continuare a giocare…

Marco Tosa, docente presso l’Accademia di belle arti di Venezia, autore di saggi e libri sulle bambole, ideatore e allestitore di mostre dedicate al giocattolo e alle bambole in musei italiani ed esteri, ricordando questo momento, così scrive:

Nella faticosa fase di ricostruzione, cominciò a cambiare qualcosa: si iniziò, soprattutto, a fare uso di nuovi materiali , come la celluloide e la plastica, che apportarono una vera rivoluzione nella produzione di bambole e balocchi” (Marco Tosa, Le Bambole, Fabbri Rizzoli Grandi Opere, Milano, 1993, p. 81).

Il resto è storia dei nostri giorni…

“Vecchio e  nuovo…passato e presente”

 Il valore performante del giocattolo, trova riscontro in una vasta gamma di articoli vecchi o  “antichi” rivisitati in chiave moderna.

Un chiaro esempio è offerto dai giochi montessoriani , cubi, tessere, lettere, forme che, da prodotti  di nicchia reperibili solo in negozi specializzati, ora occupano aree dedicate, nei migliori store di giocattoli

Per i più grandi abbiamo la nuova linea “ Barbie Fashionistas” che celebra la diversità ispirandosi al mondo reale: non solo perfetta ,bionda e snella (stile anni ’80), ma mora , curvy  e…in carrozzella, un modo per educare alla diversità e al rispetto, in una società sempre più in rapida e , talvolta, preoccupante trasformazione!

Particolare attenzione merita il settore  delle bambole reborn, quelle realistiche come i bimbi veririmbalzate dai mercatini locali  inglesi  (inizio anni ‘90) alla vendita on line e ora largamente commercializzate al dettaglio: sono queste, negli ultimi anni, le bambole più desiderate dalle bambine di tutto il mondo!

Questa tipologia di giocattoli, ha potenziato e migliorato l’approccio sensoriale del bambino al mondo reale: il “ sembra vero “  spinge ad aver cura di ciò che si ha e di quel che si fa, in una società come quella attuale in cui i bambini sono sempre più deprivati di esperienze reali, una società in cui il virtuale rischia di “fagocitare”  il “fare concreto”…

Inversione di tendenza, nell’ultimo decennio, per i maschietti; aspirapolvere e cucine super accessoriate anche per loro…

“I piccoli cuochi saranno i Cracco del futuro?”

Passiamo, adesso, agli articoli più venduti:  per i piccoli piloti, moto e macchine elettriche, dalla Ducati alla Fiat 500 ..

Per le “ baby fashion”  le bamboline LOL  con un infinito mondo di accessori…

E per tutti i piccini,  gli articoli pubblicizzati in tv e i personaggi dei cartoon a cui ormai anche molti adulti siamo affezionati: Peppa pig,  Masha e orso, Bing, Frozen, e i Super eroi…

GLI INTRAMONTABILI:  Pallone, biliardino, bici,  lego, macchinine, pattini a rotelle; giochi da tavolo dal classico Monopoli al Gioco dell’oca; il mitico, caro, tenero Cicciobello, i giochi per la crescita Chicco…

GLI EVERGREEN :   cavallini a dondolo, in plastica , legno o peluche, super colorati e in versione tecnologica, e piste Polistil, i giochi in legno, gli strumenti musicali ( i mitici giochi Bontempi), i puzzle,  la  casa di Barbie…

“Ma dove abitano i giocattoli?”

In un singolare saggio del 1853, intitolato “Morale del giocattolo”, recentemente ripubblicato a cura di Giovanni Santambrogio ( La Vita Felice,2019), Charles Baudelaire scrive, con toni illuminanti:

C’è in un grande negozio di giocattoli una gaiezza straordinaria che lo rende preferibile a un bell’appartamento borghese. Non vi si trova forse, in miniatura, tutta la vita , e molto più colorata e lucente della vita reale?”.

I giocattoli  vivono in grandi spazi illuminati, a misura di bambino, e immobili sugli scaffali, aspettano l’arrivo di grandi e piccini; mani che toccano, sguardi che vagano, adulti che attendono , nonni che scelgono, tra  la vittoria di  un capriccio  e  la sconfitta del  pianto, è aria di festa, è gioia manifesta…

Dalle bambole in stoffa agli ultimi ritrovati tecnologici, i giocattoli accompagnano i bambini nel percorso della crescita e, sebbene le tipologie di giochi siano cambiati nel corso dei secoli, non è cambiato il bisogno dei bambini e dei ragazzini di dedicarsi a questo svago, perché i bambini di ieri come quelli di oggi, son sempre gli stessi: curiosi, vivaci, creativi, entusiasti…

“Giochi: un argomento solo in apparenza marginale…”

In effetti,  sull’argomento si sono soffermati, scrittori , psicoanalisti , saggisti, storici, giornalisti ed esperti di giochi, ognuno con le proprie riflessioni e acute considerazioni. Da Carlo Collodi a Gianni Rodari, da Bruno Betthelheim a Roland Barthes, da Philippe Ariès a Giampaolo Dossena…

“Parlare di giocattoli significa parlare dell’infanzia e del suo futuro”

Giocare, insomma, è un’attività serissima.

I giocattoli sono i protagonisti dell’infanzia da quando l’umanità esiste , ma nell’ultimo decennio, si registra una loro lenta e progressiva sparizione, riferita non tanto alla presenza nei negozi specializzati e nelle stanze da gioco, quanto al loro effettivo utilizzo come compagni di svago e di crescita.

Parlare del giocattolo significa parlare della formazione del nostro rapporto fisico e mentale con la realtà esterna. L’abitudine, sempre più frequente, dei genitori di dare in mano ai loro bambini un giochetto elettronico, se non addirittura il cellulare, impedisce tale formazione.

Il bambino è ipnotizzato da immagini in movimento senza che lui possa e debba mai toccarle.

Il videogioco e le immagini derealizzano la realtà e disattivano l’immaginazione, impedendo quel contatto con il mondo reale e nello stesso tempo con l’immaginazione, che solo le attività concrete di gioco possono offrire…

Un invito  al mondo degli adulti a non trascurare questo importante aspetto della crescita di ogni bambino, a rispettare le esigenze di questa irripetibile età e ad accogliere le sue più profonde esigenze senza egoismi e con umiltà.

Per dirla in sintesi, è “in gioco” il futuro dell’uomo…

“L’adulto deve farsi umile  e  imparare dal bambino a essere grande”

                                                                                                       Maria Montessori

 

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