La democrazia è fondata sulla informazione. Una buona informazione consente un consenso consapevole e quindi, come appunto si dice, informato, cioè non influenzato da omissioni o menzogne: libero.
Le cose oggi invece non vanno nel senso auspicato dai fondatori di questo ormai antico sistema di governo ma, si sa, la democrazia -come la libertà- te la devi conquistare ogni giorno.
Nella informazione c’è anche il programma politico e cioè un documento da cui desumere cosa si vuole fare dopo aver conquistato il consenso. Se poi scantoni da quel programma si grida allo scandalo e al tradimento.
Se poi fai un governo di larghe intese, cioè vuoi e fai un governo senza opposizione siamo vicinissimo alla dittatura…anche se ben rappresentata. Tutto ciò è ovvio ed è il punto di partenza di ogni valutazione.
Il Presidente designato oggi in Italia beneficia di sponsor mediatici quasi unanimi laddove il Presidente Cossiga (che non era un passante qualunque ma uno che di cose ne sapeva), non lo vedeva di buon occhio né come persona, né come portatore di interessi. Sapremo presto quali sono le sue intenzioni oltre alla promessa che abbiamo ascoltato all’uscita dall’incontro con il Presidente Mattarella di affrancarci dal covid e farci tutti protagonisti della ripresa economica che Lui creerà.
Quale è la sua mentalità da cui farà scaturire le azioni concrete?
Sul piano clinico è fin troppo facile immaginare una vaccinazione quasi obbligatoria (salvo poi a distanza di qualche anno scoprire che non serviva e che se ne devono fare altre periodicamente per questa o per altra infezione; infezioni che non sanno e non hanno voluto curare, ma solo prevenire). In economia invece: dematerializzazione della moneta, tasse sui patrimoni, riduzione dei debiti privati e pubblici, cioè tutta l’economia deve stare in rete a totale controllo della politica in modo che non possano esserci imprevisti. Senza parlare del mondialismo e della confusione tra culture che probabilmente considera un valore. Come si farà tutto questo non è dato prevederlo ad oggi.
Possiamo sbagliare -e ce lo auguriamo vivamente- in queste previsioni che consideriamo quanto meno fosche, ma il Nostro connazionale non è un umanista, ma un tecnico e quindi crede nelle tecnologie e non nella essenza culturale e identitaria di ogni persona umana che viene vista con sospetto e timore e non come opportunità. La tecnologia, (pur essendo solo un mezzo viene presentata come una sostanza e quindi un obiettivo da raggiungere) è di per se un forte livellante che rende tutti uguali, replicabili, ed è contro le culture e le individualità.
È evidente che qualora fossero attuate queste idee -come parzialmente già hanno fatto- si tratta di ipoteche definitive sul futuro di tutti noi e di un modello di vita e di economia che meriterebbe un dibattito tra la gente che duri almeno alcuni decenni. Ma per loro non solo non vi sono i tempi, ma non ritengono che la gente possa capire cose di questo genere e quindi va “governata” appunto senza opposizione; perché per fare cose così le classi dirigenti devono unirsi per annichilire totalmente ogni ipotesi differente. Salvo poi a distruggere anche alcune di quelle categorie appena utilizzate.
D’altronde quando stava in BCE cosa ha fatto? Ha distrutto il mercato interbancario (che non esiste più) sostituendolo con le decisioni del suo staff che decide del tasso di interesse a piacimento influendo sul livello delle quotazioni mobiliari (praticamente monopolizzando questo mercato)… Senza nessuna considerazione per aree più sviluppate e meno sviluppate, imprese più grandi (che addirittura accedono direttamente ai finanziamenti della BCE) e meno grandi.. Cioè non esiste più l’economia liberale. I risparmiatori non hanno più nessuna forza negoziale, né interessi, le banche non hanno più redditività nei prestiti che erogano e quindi falliscono a grappoli, i debiti pubblici e privati salgono senza freni… e pur avendo gatto tutto questo si è fatto passare per salvatore dell’euro senza però dire a quale prezzo. Certo, i tempi erano e sono durissimi e serve una politica forte come quando si nazionalizzarono le imprese a seguito della crisi del ’29.
Ma l’emergenza quando e come finisce?? O l’idea è di lasciare le cose così in emergenza per sempre? E se è così sarà mai possibile lasciare che i debiti salgano indefinitamente?
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