Parlano i Dirigenti: intervista a Maria Morisco
di Francesco Cosimo Andriulo
intervistando Maria Morisco – Dirigente Licei Cartesio di Triggiano (BA)
Da Elon Musk al prof. Piero Formica, è ormai assodato che per gli studenti, una preparazione al mondo professionale, oggi, sia quantomeno necessaria.
Ecco le volontà iniziali di questa fantomatica alternanza scuola-lavoro, che tuttavia si è dimostrata un mare magnum, in cui attività e relativi obiettivi si sono un po’ confusi tra loro.
Piani triennali, piuttosto che brevi stage… Ogni scuola, ogni classe a modo suo: quasi sempre i ragazzi assistono a un’imposizione dall’alto di una rosa ristretta di mansioni da seguire.
Perchè? Secondo lei i ragazzi sarebbero pronti a scegliere con più autonomia? Non sarebbe più utile un piano didattico omogeneo orientato a altri obiettivi, come l’immaginazione, il sogno, la scelta, l’adattamento e l’ideazione di una nuova “professione” piuttosto che il mero lavoro un po’ dove capita che si verifica nei fatti?
“L’alternanza scuola lavoro nasce con un obiettivo chiaro che è quello di avvicinare gli alunni al mondo del lavoro; prospettiva quanto mai difficile da realizzare soprattutto se si pensa di realizzare l’introduzione degli alunni al mondo del lavoro. Ma è proprio questa valutazione che, a mio avviso non va fatta perché si rischia di travisare lo scopo primario dell’alternanza scuola lavoro. Infatti credo che la preoccupazione circa la scelta più appropriata dei percorsi progettuali, da realizzare durante il ciclo scolastico, sia molto discutibile in quanto non si potrà mai avere una rosa di opportunità in cui ogni alunno della classe possa scegliere la propria futura professione!
Dal punto di vista organizzativo sarebbe improponibile perché si scinderebbe la classe in tanti rivoli e ciò non porterebbe ad alcun risultato e, soprattutto, mai corrisponderebbe, per ogni singolo, al futuro percorso di lavoro!
Non a caso l’alternanza è stata sostituita dall’acronimo PCTO (percorsi di competenze trasversali per l’orientamento) a dimostrazione di quanto sia più generale l’obiettivo da raggiungere che riguarda l’acquisizione di competenze trasversali da utilizzare in modo nel mondo non scolastico e nell’orientamento verso future attività di studio e di lavoro.”
Provi a mettersi nei panni di un componente del mondo scolastico, magari quello che crede possa essere il più colpito o in difficoltà (e attenzione gli studenti sono esclusi! Lo siamo stati tutti, sarebbe troppo facile).
Che periodo starà passando in questi giorni? E lei dal posto che ricopre, quali soluzioni avrebbe per rendere la sua esperienza migliore?
“Se Si riferisce al periodo di pandemia che sta colpendo il mondo intero ritengo più opportuno parlare di un solo ruolo: quello delle vittime!
In realtà il Lockdown non ha fatto distinzioni di ruolo: siamo tutti obiettivi del virus e tutti dobbiamo seguire lo stesso percorso di prevenzione!
Se potessi avere voce in capitolo nelle decisioni dei governanti potrei mettere in discussione tanti provvedimenti! ma se pensiamo al tempo che ancora dovremmo passare in queste condizioni allora dobbiamo preoccuparci non solo del “corpo”, esposto alla malattia, ma anche dello spirito mortificato in ogni tipo di esperienza vitale. Pertanto direi che che non è possibile fare una graduatoria delle classi più colpite perché tutte sarebbero incluse! così come non sarei propensa a consigliare provvedimenti più opportuni perché tutti vanno a scontrarsi con la mole delle persone coinvolte e per cui la soluzione non andrebbe bene per tutti ma solo per una parte!”
“Lei chiede cosa significa scuola ad una persona che da sempre vive nella scuola passando dallo stato di alunna allo stato di docente e poi di dirigente scolastico senza soluzione di continuità!
Per me la scuola è il mondo è la mia vita! Istituzione “calpestata”? direi di si ..specie negli ultimi anni in cui viene data più importanza all’esperienza del virtuale e non del vissuto!
La scuola è l’istituzione più importante perché forma le nuove generazioni: per cui dipende dalla scuola tutto il mondo sociale, politico, culturale e amministrativo che stiamo vivendo! L’indice di ignoranza sale e si abbassano le competenze in tutti i campi; viceversa se la scuola forma le proprie generazioni in maniera ottimale salgono le aspettative di un mondo migliore!
Quindi alla scuola , alla classe docente in particolare, vengono affidate tutte le speranze di formare nuove generazioni che possano contribuire a fare un mondo migliore.”