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di Ermes Strippoli

 

L’ipotesi di un aumento dei tassi d’interesse da parte della BCE (Banca Centrale Europea), o la sua eventuale decisione di mantenerli invariati, sono oggetto di discussione tra gli esperti. Secondo Kevin Thozet, membro dell’Investment Committee di Carmignac, sembra probabile che ci sia un aumento dei tassi nella riunione del 14 settembre. Tuttavia, ci sono anche motivi per considerare una pausa, in quanto il meccanismo di trasmissione della politica monetaria sembra funzionare bene nell’area dell’Euro. Tuttavia, il rallentamento economico sta coinvolgendo sia il settore manifatturiero che i servizi, e l’incremento dei tassi di interesse e dei costi del capitale sta influenzando negativamente gli investimenti. Inoltre, i consumatori europei sembrano inclini a risparmiare di più e ad evitare spese importanti, mentre il sostegno fiscale sta diminuendo. D’altra parte, c’è la preoccupazione legata all’inflazione, che non sembra essere ancora sotto controllo. Secondo Carmignac, l’inflazione core potrebbe raggiungere il 4% entro la fine dell’anno e mantenersi al di sopra del 2% fino al 2025, secondo le proiezioni della BCE. La maggioranza dei membri del Consiglio direttivo della BCE sembra desiderosa di evitare segnali discordanti.

 

Secondo Kevin Thozet, questa settimana rappresenta l’ultima opportunità per la BCE di alzare i tassi, specialmente perché durante le decisioni di politica monetaria verranno presentate proiezioni sulla crescita e sull’inflazione. Date le recenti indicazioni economiche, è probabile che quest’ultima venga rivista al ribasso. In un contesto di “stagflazione” nell’Eurozona, la BCE è più preoccupata dall’inflazione che dalla crescita, in linea con il suo mandato principale di mantenere la stabilità dei prezzi. Si prevede quindi un aumento aggiuntivo dello 0,25%.

 

Tuttavia, Martin van Vliet, Global Macro Strategist di Robeco, ritiene che alcuni membri critici del Consiglio direttivo della BCE potrebbero spingere per un aumento ancora più elevato, fino al 4%, per garantire una posizione di sicurezza nel caso in cui l’inflazione rimanga persistentemente alta. Se la BCE decidesse invece di fare una pausa, potrebbe comunicare un messaggio molto aggressivo, incluso il suggerimento che i tagli dei tassi non siano all’orizzonte. Nel prossimo futuro, gli esperti ritengono che il tasso dei depositi tornerà a livelli “neutri” (tra l’1,75% e il 2,25%) prima di quanto previsto dai mercati e dalla BCE, mettendo in discussione l’idea che la politica dei tassi della BCE rimarrà restrittiva per molti anni, nonostante il previsto calo dell’inflazione.

 

La politica monetaria futura della BCE sarà fortemente influenzata dall’andamento dell’inflazione, secondo Roman Gaiser, Head of Fixed Income and High Yield EMEA di Columbia Threadneedle Investments. Sebbene l’attuale contesto economico mostri segni di rallentamento, l’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo del 2% della BCE. Questo potrebbe portare a un ulteriore aumento dei tassi di interesse, almeno finché non ci saranno prove convincenti di un ritorno all’obiettivo inflazionario. Tuttavia, il mercato sembra essere diviso tra la possibilità che la BCE mantenga i tassi invariati e la possibilità di un aumento dello 0,25%. La BCE presta particolare attenzione all’inflazione nell’adottare decisioni di politica monetaria.

 

Alcuni esperti, tra cui Katharine Neiss di PGIM Fixed Income e Tomasz Wieladek di T. Rowe Price, suggeriscono che la BCE potrebbe optare per una pausa, soprattutto alla luce dei recenti dati economici che suggeriscono una maggiore cautela. Anche se ci sono segnali di rallentamento, l’inflazione rimane elevata e l’inflazione di fondo supera il 5%. Ulteriori pressioni sui prezzi dell’energia potrebbero ritardare il ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%. Una pausa consentirebbe alla BCE di valutare l’impatto dei precedenti aumenti dei tassi prima di decidere se ulteriori aumenti sono necessari. La BCE potrebbe quindi continuare a sorvegliare da vicino l’andamento dell’inflazione prima di adottare ulteriori misure.

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